Qui racconto l’esperienza mia e di Fabio nel vivere il pacchetto Emozioni 3 che mi hanno regalato mia sorella Maria, mio cognato Piero e mio fratello Michele per i 50 anni. Abbiamo scelto le date di lunedì 23 e martedì 24 aprile, in occasione di due giorni di chiusura dell’azienda di Fabio, lasciando la nonna a casa con Franci. Meta Ravenna, famosa per i mosaici bizantini, città che nè io nè Fabio avevamo visitato prima. Ecco cosa abbiamo fatto:
Ravenna e dintorni (Brisighella e Russi-San Pancrazio)
Partenza lunedì 23 aprile mattina, dopo aver portato Franci a scuola. Prima tappa Brisighella, uno dei Borghi più belli d’Italia, dove la gentilissima guida Silvia dell’ufficio turistico ci consiglia di tornare mercoledì 25 aprile, giorno di sagra locale, anche perchè di lunedì Rocca e Torre dell’Orologio non sono visitabili. Silvia ci dà tante altre informazioni su cosa visitare nei dintorni e in quali giorni, per evitare di girare a vuoto, dato che abbiamo le ore contate! Percorriamo la singolare via degli Asini nel centro di Brisighella, un’antica strada sopraelevata unica al mondo, che riceve luce dalle caratteristiche finestre ad arco. Costruita nel XIV secolo, costituisce il baluardo difensivo più antico del borgo, nato come camminamento di ronda e via di comunicazione scoperta, poi coperto e inglobato nelle abitazioni una volta persa la funzione difensiva. Si chiama ‘via degli Asini’ perchè vi abitavano i birocciai che trasportavano gesso dalle cave vicine al paese sul dorso dei loro asinelli. Le stalle si trovavano davanti agli archi e le abitazioni al piano superiore mentre i carri da trasporto (le ‘birocce’) erano sistemati nei cameroni scavati nel gesso aperti nella piazza sottostante.
Dopo una breve tappa all’outlet di Golden Lady (con 82 euro abbiamo preso un costume a testa, due per Franci, calzini, magliette) e ripartiamo alla volta di Ravenna dopo aver chiamato l’ufficio turistico per sincerarci che tutti i siti con i mosaici bizantini – sia quelli della diocesi che quelli statali – fossero aperti. Parcheggiamo e dopo una breve sosta per il pranzo alla Piadina del Melarancio, uno dei posti più famosi per le piadine a Ravenna (alle pareti dediche di Nanni Moretti, Sergio Caputo, ecc.) dove prendiamo un crescione – una piadina chiusa tipo panzerotto – alla mozzarella ed erbe (io) e due piadine prosciutto e salame (e altro) Fabio. Care ma ne valeva la pena 🙂
Acquistiamo il biglietto cumulativo per visitare i siti della Diocesi e iniziamo (grave errore, perchè è il sito più bello) da Galla Placidia, un mini-mausoleo interamente ricoperto da mosaici a partire da un cielo stellato che lascia senza parole. SPETTACOLARE! Il Mausoleo di Galla Placidia (386-452), sorella dell’imperatore romano Onorio, è un monumento cristiano funerario, costruito a forma di croce latina, integro nella struttura architettonica e nei mosaici. La cupola, simbolo del cielo, custodisce la parte più famosa della decorazione dove tra le 570 stelle d’oro e il blu intenso emerge la Croce gloriosa, simbolo della risurrezione. Tutti i temi iconografici ambientati in un cielo notturno (dai quattro animali dell’Apocalisse agli Apostoli) rappresentano la vittoria della vita sulla morte, dove la croce trionfa come via per la risurrezione e per la vita eterna. Sulla porta d’ingresso è raffigurato il Redentore con la croce come scettro, ritratto con sei pecorelle in un paesaggio bucolico. La lunetta di San Lorenzo martire mostra che “come Cristo ha trionfato con la croce, così Lorenzo (e Galla Placidia) avrà la salvezza dalla croce. Una salvezza predicata dagli Apostoli, soprattutto Pietro e Paolo, che indicano la Croce. La disposizione dei simboli cristiani funeratizi si completa con le colombe appaiate alla fonte zampillante nelle quattro pareti del tamburo, e i cervi ritratti nelle lunette che esprimono la battesimale acqua di vita (Salmo 41, 1-3). Il cielo astrattamente stellato della volta con la decorazione a piante, fiori e frutti indica l’abbondanza di vita nel Regno, meta ultima di tutta la vicenda umana nella storia della salvezza.”
L’attiguo, maestoso sito della Basilica di San Vitale non è da meno: incredibilmente decorato dalle pareti alle cupole laterali ai pavimenti (unico neo la cupola centrale barocca che non c’entra nulla col resto), è celebre per i mosaici commissionati dall’arcivescovo Massimiano (546/556 d.c). La Basilica presenta nel catino absidale una teofania, un’apparizione del Divino mentre Cristo sul Globo, con gli Arcangeli Michele e Gabriele porge la corona di gloria a San Vitale. Il Santo la riceve con mani velate: il gesto di Cristo innalza San Vitale a difensore della chiesa cattolica. L’abside accoglie i celebri quadri di Giustiniano e di Teodora, due pannelli complementari, simbolo dell’armonia tra storia civile ed ecclesiastica. Il quadro di Giustiniano lo rappresenta cinto col nimbo di gloria (segno di sacralità del potere imperiale) che incede con la patena d’oro, simbolo del pane eucaristico. Massimiano apre la processione con la croce, il libro decorato e l’incensiere: simboli sacri, imperiali ed ecclesiastici. Il quadro di Teodora completa la suggestione artistico-sacrale con lo sfarzo di corte, rappresentato da cubetti policromi e un uso sapiente di madreperle. L’Imperatrice, col nimbo di gloria, regge il calice del vino. Nel presbiterio sono presenti due lunette: a destra i due sacrifici di Abele e di Melchisedec; a sinistra il Sacrificio di Abramo mentre nell’arco dell’abside gli arcangeli Michele e Gabriele reggono il simbolo di centri concentrici e raggi iridati con al centro l’alfa, simbolo del Verbo giovanneo. I ritratti dei dodici Apostoli vedono al centro il Cristo nella stupenda decorazione dell’arco trionfale, principio e compimento dei cicli musivi e del loro significato teologico.
Poco lontana andiamo a visitare la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo eretta nel ‘500 con i suoi mosaici che si stendono in tre lunghe fasce alle pareti laterali e il meraviglioso fregio nella cupola centrale. Nella parte superiore della Basilica sono raffigurate 26 scene del Nuovo testamento a partire da scene dalla vita del Gesù. La Chiesa palatina di Teodorico, destinata al culto ariano, fu riconciliata al culto cattolico e alcuni personaggi storici sostituiti da altri soggetti. Gesù è rappresentato più grande degli altri personaggi, secondo i canoni dell’arte tardo-antica. Nella parte mediana un capolavoro composto da trentadue figure di Profeti, sedici per lato, ripetuto con uniformità, a sigillare l’importanza dei Profeti nella composizione delle Scritture. Nella parte inferiore una fastosa processione di 22 Sante, guidate da Sant’Eufemia, mentre dalla parte opposta incedono 26 martiri in candide vesti in una processione infinita.
Concludiamo il ciclo dei capolavori della Diocesi di Ravenna con il Museo Arcivescovile con la pregevole Cappella di Sant’Andrea (un po’ troppo affollata di gente che fotografa a più non posso nonostante il divieto indicato dal sorvegliante e dai cartelli in ogni sala) e il Battistero Neoniano, con incredibile cupola ricca di mosaici, siti ubicati ancora nel centro della città, che ci entusiasmano meno, pur con dettagli pregevoli. Tra un sito e l’altro abbiamo modo di passeggiare per Ravenna e notiamo che si tratta di una città di provincia elegante con abitanti attenti alle griffe e, a quanto si vede dalle vetrine, con alta capacità di spesa.
Prendiamo la macchina e visitiamo altri siti di Ravenna da non perdere: il Mausoleo di Teodorico, la più celebre costruzione funeraria degli Ostrogoti costruita verso il 520 da Teodorico il Grande come sua futura tomba. Immerso nel quieto verde di un parco cittadino, dall’aspetto austero e massiccio è realizzato in massi di pietra Aurisina e, in particolare, la copertura è formata da un enorme unico monolite a forma di calotta di 10,76 metri di diametro e 3,09 metri di altezza, per un peso di circa 230 tonnellate. Pazzesco! Per questo e il prossimo sito abbiamo attivato la Romagna Visit Card che con 17euro permette l’accesso a 55 siti della regione nell’arco di una settimana. Facendo due conti, considerando i siti che abbiamo intenzione di visitare, ci converrà (per poco).
La nostra visita si conclude con l’austera Basilica di Sant’Apollinare in Classe, a 5 km di distanza dal centro Ravenna, sito UNESCO da una decina d’anni come il Mausoleo di Teodorico, famosa per il meraviglioso fregio dell’emisfero sopra l’altare con Gesù Buon Pastore. Un grande disco racchiude un cielo stellato nel quale campeggia una croce gemmata, col volto di Cristo dentro un medaglione circolare all’incrocio dei bracci. Sulla croce si vede una mano che esce dalle nuvole, la mano di Dio. Ai lati del disco, le figure di Elia e Mosè mentre nella parte superiore, in mezzo alle nubi, si trovano i simboli alati degli evangelisti: l’Aquila (Giovanni), l’Angelo (Matteo), il Leone (Marco), il Vitello (Luca). I tre agnelli, che si trovano spostati un po’ verso il basso, proprio all’inizio della zona verde, con il muso rivolto verso la croce gemmata, simboleggiano gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. La basilica è a tre navate con copertura in capriate scoperte, con la facciata preceduta da un quadroportico con marmi ed iscrizioni, alleggerito dall’apertura di una trifora. A sinistra della chiesa c’è il campanile del IX secolo di forma cilindrica, mentre le finestre, dal basso verso l’alto, prima sono monofore, poi bifore e infine trifore.
Stanchi ma soddisfatti andiamo verso la località San Pancrazio, frazione di Russi, dove abbiamo prenotato il Relais Villa Roncuzzi, all’interno delle strutture tra cui scegliere nel pacchetto Emozioni 3. L’hotel è arredato in modo inconsueto, con elementi shabby chic misti a icone del design, quadri e sculture di arte contemporanea mescolati a oggetti etnici. Avendo letto dell’ottimo ristorante presente nella struttura, avevo prenotato per cena e siamo stati serviti e riveriti spendendo per una cena completa, dall’antipasto al dolce, compresa una bottiglia di vino e un caffè più grappa barricata 84euro. Fabio ha scelto tagliatelle con ragù di mora romagnola per primo, maialino con senape patate al forno per secondo e un dessert al cioccolato. Io ho scelto due secondi: la sfogliatina di parmigiano su crema di carote e zenzero e la carne salada con crema di pomodori secchi seguiti da un semifreddo alla nocciola con mou e lamponi.
Informazioni pratiche
Il biglietto cumulativo Ravenna Mosaici per visitare i siti della Diocesi: costa 11,50€ e comprende gli ingressi per il Museo Arcivescovile (Cappella di Sant’Andrea e Cattedra d’avorio), il Battistero Neoniano, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia.
La Romagna Visit Card costa 17€ ed è valida una settimana. Consente l’accesso gratuito in 60 siti della zona tra cui il Mausoleo di Teodorico e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna.
La piadina del Melarancio è in via IV Novembre, 21-23-31 nel centro di Ravenna.
Relais Villa Roncuzzi è in località San Pancrazio frazione di Russi in provincia di Ravenna – col pacchetto Emozioni 3 due notti con colazione costano 199euro mentre la nostra cena per due alla carta è costata 84 euro comprensiva di una bottiglia di vino.