Mercoledì 24 aprile: escursione a Volubilis e Meknes
Dopo i deliri delle medine e dei souk delle prime due città visitate in Marocco, ci attende una giornata tranquilla, baciata finalmente dal sole, in cui ci perdiamo tra i resti romani nel sito archeologico di Volubilis e nei vicoli della città imperiale di Meknes con le sue magnifiche porte, la sua piazza con scimmie ammaestrate e la sua medina (una versione ridotta e meno caotica rispetto a quelle di Marrakesh e, soprattutto, a quella infinita di Fez). Ci arriviamo in auto che noleggiamo a Fez e rilasceremo a Tangeri, con tappa a Chefchaouen (queste tratte non sono servite da treni).
Volubilis, tra le rovine dell’antica Roma
La mattina ci svegliamo e facciamo colazione nella hall del Riad poi saliamo verso la porta Bab Guissa dove, come al solito, vediamo dei tassisti restii alla contrattazione. Fermiamo l’unico tassista ‘quasi’ onesto del viaggio in Marocco che per 20 dirham (e ci guadagna pure…) ci porta sino al noleggio dell’auto, accanto alla stazione di Fes, dove, tadaaa, abbiamo la sorpresina di dover pagare 100euro in più perchè la riconsegna non sarà nella stessa città (un discreto salasso per 3 giorni di utilizzo).
Ci dirigiamo subito verso Volubilis, patrimonio UNESCO dell’umanità per i suoi resti dell’antico impero romano e, dopo un caffè al bar, paghiamo il biglietto per visitare l’ampia area archeologica (l’ingresso è 170dirham in totale, circa 15€). I resti risalgono a oltre 2.000 anni fa, quando Volubilis divenne capitale della Mauritania Tingitana per poi essere quasi abbandonata nel 285 d.C. ad eccezione di una piccola comunità latina e cristiana finchè il sultano Idris I vi stabilì la sua capitale nel 789 d.C. Inizio a essere saccheggiata dal Mulay Ismail che utilizzo i suoi marmi per abbellire i palazzi di Meknes e nel 1755 fa rasa al suolo da un terremoto. Nel XIX iniziarono gli scavi che hanno consentito di recuperare quello che oggi si può ammirare. In particolare (fonte wikipedia) resti imponenti quali la basilica con due esedre contrapposte, il capitolium dei Severi (nel Foro), templi risalenti al I secolo, l’acquedotto e le terme. Si nota un imponente arco di trionfo costruito da Marco Aurelio Sebastiano in onore di Caracalla, che si apre al decumano, e proseguendo, si arriva ai bagni pubblici. Ci sono numerose case, popolari (piccole stanze anonime) e lussuose (ampie stanze con mosaici sul pavimento) e tante botteghe tra cui panetterie, frantoi, ecc. come dimostrano le vasche e gli attrezzi rinvenuti. Lungo il decumano si trovano i resti di numerose case decorate con mosaici policromi, alcuni dei quali in ottime condizioni di conservazione tra cui quello della casa di Orfeo (Orfeo con lira che incanta gli animali, Anfitrite su biga trainata da ippocampo, i nove delfini), nella casa del corteo di Venere e nella casa delle colonne.
Meknes, la città imperiale meno nota
Dopo la gradevole mattinata trascorsa nell’area archeologica di Volubilis, visitiamo la città imperiale di Meknes, quella più trascurata dal turismo (eppure è tra le migliori 10 mete consigliate nel 2019 secondo Best in Travel). E, sai cosa ti dico? Abbiamo trovato una cittadina tranquilla, curata, a misura d’uomo (e anche di bambino: Franci si è messo a giocare a calcio con alcuni bimbi usciti da scuola nelle stradine della città). Parcheggiamo al lato del mausoleo di Moulay Ismail, il sultano che regno dal 1672 al 1727, e che scelse Meknes, città fondata dai berberi nel X secolo, come sua capitale e che la rese una città da favola. Attraversiamo le vecchie carceri sotterranee, recentemente ristrutturate, con al lato una piazza con giardini e giochi per bambini, e attraversiamo la porta imperiale più maestosa e bella del Marocco, Bab el-Mansour, completata nel 1732, è magnificamente decorata con richiami geometrici, colonne ed eleganti iscrizioni che porta a una spaziosa piazza-mercato, Place el-Hedim, versione in piccolo della famosa, e ben più caotica, Djeema el-Fna di Marrakesh. Dobbiamo declinare l’invito di una guida per una visita accompagnata nella città (vogliamo goderci una tranquilla giornata senza gente che ci importuna ad ogni angolo, come nella medina di Fez). Anche qui scimmie ammaestrate, struzzi, bancarelle di ogni genere, macchinine a noleggio per bambini e tanti ristorantini e baretti fanno capolino da ogni angolo. In uno di questi ci sediamo, quasi unici turisti, a fare un pranzo leggero (costo 100 dirham, in realtà sarebbe venuto 110 dirham ma non trovavamo i 10 e il gestore del locale ci ha detto che glieli avremmo dati la volta dopo :-).
Ci addentriamo nella medina di Meknes, anch’essa patrimonio dell’UNESCO, più autentica e con venditori meno insistenti e aggressivi di Fez e Marrakesh, dove, anzi, impera la gentilezza e la cortesia. Mentre vaghiamo per le bancarelle, notiamo l’ingresso della Medersa di Bou Inania ed entriamo pagando 145 dirham di biglietti. Devi sapere che io letteralmente adoro le madrasse con i loro stucchi, legni intagliati, fontane, mosaici … ci passerei intere giornate da una città all’altra! Questa non fa eccezione, con il suo cortile luminoso con colonne e porte intagliate in legno con stupefacenti decorazioni, colorate in mosaico e bianche in stucco, tra cui iscrizioni ornamentali. Entriamo anche nella sala della preghiera e nella stanza delle abluzioni, un po’ trascurata ma decisamente più autentica di quelle che abbiamo visitato in precedenza. Continuiamo tranquillamente a girare tra le centinaia di strade, vicoli, viuzze, scale che si incrociano, tra porte, hammam, abitazioni private e botteghe artigianali, rendendo l’esperienza affascinante e misteriosa.
Torniamo alla macchina verso Fez e, dopo un po’ di meritato riposo, rientriamo nella medina per raggiungere il ristorante in cui ho prenotato la cena (e l’accompagnamento al Riad al ritorno), l’affascinante Dar Roumana, dove si potrebbe anche dormire (wow!) che troviamo in fondo a una viuzza anonima. Appena entrati notiamo lo spettacolare salone con altissime pareti piene di stucchi bianchi e legni intagliati e con i tavoli apparecchiati in cui viene servita la cena preparata dallo chef Younes Idrissi con materie prime locali di stagione. La cena prevede un meno fisso di tre portate a 350 dirham o di due portate a 275 dirham, caro per il Marocco, ma giustificato dall’eleganza del locale anche se ci sono delle cadute di stile (p.e. all’inizio ci viene servita una spremuta d’arancia che non abbiamo ordinato e l’acqua viene servita nella bottiglia di plastica…) Leggiamo la storia del luogo (crediamo di aver individuato la titolare, Jennifer Smith, che lavorava in una banca d’affari a Londra prima di innamorarsi del Marocco durante una vacanza e decidere di trasformare l’edificio nell’elegante e curatissimo Riad Dar Roumana (speriamo di tornarci presto… a dormire!). Al rientro un serissimo diciassettenne locale ci accompagna al Riad facendo delle stradine che, in pochissimo tempo, ci fanno arrivare a destinazione. Eh, i trucchi degli autoctoni!
Se non avete bambini, potreste prenotare al ristorante stellato Nur indicato come il miglior ristorante del Marocco nel 2017 con la chef donna Najat, la più famosa del paese (è in 7 Zkak Rouah nella Medina of Fez con diversi menu degustazione da prenotare in anticipo (lasciando la carta di credito). Con Franci non ce la siamo sentita…
Informazioni pratiche
Visita all’area archeologica di Volubilis, biglietti 170 dirham (circa 15 euro) per due adulti e un bambino per mezza giornata rilassante all’insegna della storia e della cultura dell’antico impero romano.
Visita alla Medersa Bou Inania nella medina di Meknes 145 dirham (circa 12 euro) per due adulti e un bambino per inframezzare la gradevole visita a uno dei luoghi più belli della città imperiale.
Pranzo nella veranda di un baretto della piazza centrale di Meknes Place el-Hedim a circa 100 dirham in totale (9 euro)
Cena al ristorante dell’elegantissimo Riad Dar Roumana 30 Derb el Amer, Zkak Roumane nella medina di Fez Medina spendendo 1.200 dirham compresa una bottiglia di vino. Menu di 3 portate a 350 dirham e di 2 portate a 275 dirham più gratis il servizio di riaccompagnamento alla porta più vicina al proprio riad per gli ospiti che non vi pernottano.
[…] coperti fino all’orlo di piumini, coperte e pigiamoni. Pronti per la giornata successiva (qui il post) in cui ci attende il noleggio dell’auto per visitare i resti romani di Volubilis e la città […]
[…] se la giornata trascorsa tra Volubilis e Meknes è stata tranquilla, lo ammetto, non vedevo l’ora di andar via da Fez. Non avrei retto […]