Sabato 9 aprile facciamo il check in rimandato dalla sera prima e colazione alla Locanda Le Logge come se fossimo al bar (prendiamo noi due il caffè e Franci il tè poi una brioche da portare via mentre noi scegliamo tra le torte fatte in casa e una spremuta di arancia) e con un tempo freschino ma decente iniziamo la nostra gita marchigiana a piedi proprio dal centro e dalla Rocca di Urbisaglia, comune di circa 2.700 abitanti caratterizzato dalla bella Rocca vista illuminata sotto la pioggia la sera prima all’arrivo e da interessanti scavi dell’antica Roma.
In attesa che apra la biglietteria del sito, andiamo a visitare due chiesette, la Chiesa della SS Addolorata e la Collegiata di San Lorenzo, accanto alla Rocca. La prima è nella stessa via della Locanda, corso Giannelli, la più antica del centro storico (XV sec. circa). L’edificio è costruito con mattoni a faccia vista, con portale in pietra bianca di origine romana, quasi certamente proveniente da un arco trionfale dei vicini scavi. Col rifacimento della facciata nel 1886 il rosone da circolare fu reso semicircolare. L’interno è ad una sola navata, il tetto è a copertura lignea a capriate. Gli affreschi, recentemente restaurati, risalgono ai primi del ‘500 (leggo da Wikipedia). La Collegiata di San Lorenzo risale invece a fine 700 ed è una chiesa è a pianta centrale ottagonale con cappelline radiali. L’abside venne affrescato agli inizi del Novecento da Ciro Pavisa con cinque episodi della vita di San Lorenzo mentre nella prima cappella a destra si trova il Trittico di Stefano Folchetti di San Ginesio del 1507 con lo sposalizio mistico di S.Caterina d’Alessandria con Gesù e, ai lati, San Lorenzo martire e San Pietro apostolo. Sulla predella sono raffigurati i dodici apostoli con al centro la figura del Cristo. Nel pilastro laterale sinistro le figure di San Sebastiano, San Francesco d’Assisi e San Nicola da Tolentino. Nella seconda cappella c’è l’altare del Sacro Cuore venerato dagli urbisagliesi e portato in processione nell’aprile del 1893 per invocare la pioggia dopo un lungo periodo di siccità adesso rievocata il 28 aprile di ogni anno. Completa la struttura un importante organo di fine 700 a opera del veneziano Gaetano Callido per la Chiesa di San Filippo di Macerata, perfettamente restaurato, ripulito e accordato da una ventina d’anni.
Entriamo alle 10.00 in punto nella Rocca di Urbisaglia facendo un biglietto cumulativo di 9 euro ad adulto (bambini gratis) che comprende anche il sito archeologico Urbs Salvia e l’Abbazia di Fiastra, dove – tempo permettendo – andremo l’indomani. Saliamo sulla Rocca per ammirare il quieto paesaggio collinare marchigiano, cerchiamo il drago nascosto 🙂 comprendiamo la storia della fortificazione militare eretta per volontà del comune di Tolentino a inizio Cinquecento, su resti di fortificazioni precedenti, nel punto più alto del Colle di San Biagio. La sua posizione domina l’intero spazio cittadino e fa ipotizzare, insieme al rinvenimento di antiche mura romane, che qui fosse localizzata l’Arce o il Campidoglio della città romana. Di forma trapezoidale, con il lato più esteso rivolto verso l’esterno per fronteggiare eventuali attacchi nemici, la Rocca è dotata di quattro torrioni angolari e di una torre portaia, nonché di un alto mastio, abitazione per la guarnigione militare imposta da Tolentino a Urbisaglia per evitare che gli urbisalviensi si ribellassero al loro governo. Il castello era rappresentato al centro storico di Urbisaglia cinto da mura con torri e porte fortificate mentre la Rocca era la fortificazione eretta a difesa del borgo con funzione di controllo del territorio circostante. Saliamo sul Mastio e giriamo tutti e quattro i torrioni improvvisandoci difensori del borgo.
Poi, tralasciando la Cisterna Romana non visitabile per una gita scolastica non programmata che satura tutte le guide disponibili, usciamo al centro storico per avviarci verso il sito archeologico romano del II secolo a. C., il più esteso delle Marche con i suoi circa 40 ettari. Da Wikipedia: “Attraverso un comodo tracciato di circa un chilometro, si scende dal Colle di San Biagio – su cui sorge il centro storico medievale del paese attuale – fino a raggiungere il fondovalle pianeggiante. Il percorso consente così di cogliere nella sua interezza la struttura della città romana, organizzata su un susseguirsi di terrazzamenti artificiali, che davano una caratteristica impronta di tipo “ellenistico” all’impianto urbano.” Scendendo dall’alto vediamo via via il Teatro, tra i più grandi d’italia, un edificio a nicchioni, struttura di contenimento che fungeva da scenografico raccordo dei vari livelli della città, e, in basso, l’Anfiteatro e un tempio pagano, attraversando la strada che costituiva il cardo maximus della citta’, la via Salaria Gallica che portava da Ascoli alla via Flaminia.
Prima visioniamo da soli l’ampio Anfiteatro romano, poi la guida locale conduce noi e una coppia americana di Philadelphia al Tempio con Criptoportico dedicato a Salus Augusta (e chissa’ quanto altro è ancora sottoterra con scavi interrotti). L’Anfiteatro fu collocato in area extraurbana, sia per facilitare afflusso e deflusso del pubblico, che per non occupare spazi estesi all’interno della città, è uno degli anfiteatri romani meglio conservati nelle Marche. Risale all’81 d.C. e ha forma ellittica contenendo fino a 5150 spettatori: l’arena è lunga 59 m e larga 35 m. Sono visibili i due ingressi all’arena riservati ai gladiatori, in origine coperti a volta, uno stretto corridoio con una porta dedicata a Libitina, la dea della morte, utilizzata per lo sgombero dei caduti dall’arena al termine dei combattimenti e i condotti di immissione e deflusso dell’acqua, utilizzata per pulire l’arena dal sangue. L’Anfiteatro così come il Tempio furono sventrati per costruire il borgo di Urbisaglia e l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra nel Medioevo quindi presenta nicchie e lacune che ospitavano statue e scalinate per il piano superiore, non rinvenuto. L’Anfiteatro ospita tuttora d’estate una stagione di teatro classico antico.
Successivamente la guida accompagna noi e una coppia di Philadelphia nel Tempo pagano dedicato a Salus Augusta (sito altrimenti chiuso a chiave) mostrandoci alcuni degli affreschi, di animali sulla fascia superiore e celebrativi di guerrieri e politici dell’epoca, il plastico della struttura originaria e raccontandoci i motivi del crollo (un banale terremoto) e la storia del centro che, all’epoca, era abitato da circa 10.000 persone (oltre il triplo dell’attuale popolazione di Urbisaglia). Doveva essere davvero scenografico e ben visibile dalla via principale ma si è conservato solo il Criptoportico, struttura semisotterranea formata da quattro gallerie divise in due navate da pilastri centrali, la che circondavano il Tempio. Non a caso, le decorazioni pittoriche mi ricordavano gli affreschi di Pompei, di cui riprendono lo stile e dal basso verso l’altro riprendono maschere delle Gorgoni, trofei militari con elmi, scudi, lance, ecc. e scene di caccia, natura esotica e pianeti, tipici della propaganda augustea e imperiale.
Dopo la bella e interessante passeggiata con immersione nella vita dell’antica Roma, risaliamo al borgo per prendere l’auto e recarci nel paesino di Montecassiano, uno dei Borghi più belli d’Italia (qui la pagina), di ben 7.000 abitanti con le sue architetture in pietra rosa-aranciata tipica delle Marche. Una breve passeggiata ci porta passando da una delle porte di accesso al centro storico in una caratteristica piazza con i principali monumenti del paesino tra cui l’affascinante Palazzo dei Priori, di stile gotico con la sua bella merlatura ghibellina. E’ l’ora dell’uscita da scuola e nel centro ci sono tante auto di genitori in attesa di prelevare i loro figli e andare a pranzo. Entriamo nell’unico ristorante aperto nel centro del paese, la Taverna San Nicolò nel vicolo del Comune (siamo solo noi tre) e ordiniamo: un antipasto locale per me e Fabio mentra Franci prende un piatto di pasta al ragù e Fabio tagliatelle cacio e pepe. Il locale è suggestivo: una taverna di una volta. L’antipasto è esorbitante nelle quantita’ e ottimo nella qualita’: quattro tipi di affettati, due di formaggi con miele e marmellata (tutto a km zero) e due crostoni per ciascuno con diversi condimenti (crema di verdura, salsiccia e fettunta). Sono contenta di non aver ordinato altro, mentre Fabio lascia a meta’ il suo enorme (e pepatissimo) primo. Concludiamo con caffè accompagnato da cantuccini e il tipico Varnelli, amaro all’anice locale, paghiamo e … piove di brutto!
Per non andare subito a Macerata, passiamo da un altro Borgo tra i più belli d’italia, Montecosaro, dove ero stata con Tommaso per presentare MakeTank a un evento della Fondazione Symbola e che mi era sembrato tanto caratteristico ma… sara’ la pioggia, sara’ il deserto della controra dei paeselli marchigiani e andiamo subito via verso Macerata per fare merenda in un bar della piazza centrale, Maga Cacao in piazza della Liberta’ (specializzata in dolci al cioccolato e gelati), e un giro nei negozietti caratteristici tra abbigliamento, dischi in vinile, librerie (si vede la presenza dell’Universita’) di via della Repubblica (qui il mio giro della Macerata by night). Tornando a Urbisaglia, ci fermiamo in un negozio di giocattoli a comprare un Lego Nexo Knights, l’attuale passione di Franci in attesa della nostra cena in Locanda (vedi post ad hoc). Niente passeggiata digestiva, purtroppo, vuoi per la pioggia, vuoi perchè a Franci viene sonno quindi dritti in camera a dormire… fino alle 6.00 quando si sveglia per un problemino (è ufficiale, si è beccato un virus intestinale!)
[…] altri deliziosi Borghi (tra cui Montecassiano, Montecosaro) e, a piedi, gli scavi di Urbs Salvia (qui) nonchè il giorno dopo recarci all’Abbazia di Fiastra con relativa oasi naturale […]
[…] Partiamo alla volta di Urbisaglia, caratterizzata dalla Rocca, con un bel torrione illuminato, e sotto il loggiato ecco il nostro Bed&Breakfast per le prossime due notti, la Locanda Le Logge (corso Giannelli 34 a Urbisaglia centro). Parcheggiamo in una stradina laterale e arriviamo alla locanda dove la signora Tombolini ci da’ subito la chiave della nostra camera (la nostra è la Cielo, con matrimoniale, cameretta d’ingresso e bagno – foto dal sito del B&B) e il marito ci accompagna al primo piano (è in corso una cena di inglesi chiassosi… forse perchè Le Logge è stato citato recentemente in un articolo Speciale Marche sull’Indipendent !? – vedi). Franci vuole dormire nel lettone con me invece che nel divano letto della camera d’ingresso e il papa’ lo accontenta visto che in viaggio è stato male di pancina. E fa bene perchè la notte non sta tanto bene di nuovo e va un paio di volte in bagno poverino! Temo gia’ di dover tornare subito a casa per il malessere di Franci (altro che weekend nelle Marche) ma, pur particolarmente inappetente, il giorno dopo Franci non sta troppo male e, per fortuna, dopo il forte temporale notturno tra le 2.00 e le 3.00 di notte il tempo è migliorato perciò può finalmente avere inizio la nostra gita marchigiana (vai qui). […]