Un po’ malinconico per la ripresa post-vacanze, Fabio ha proposto di organizzare ogni mese qualche breve viaggio e io l’ho preso in parola! Sono stata invitata a parlare ad un dibattito sull’Artigianato Digitale all’Impact Hub di Trieste un sabato pomeriggio e ho proposto a Fabio di svoltarla a weekend in famiglia in una splendida città che non conoscevamo bene (ci eravamo andati entrambi da piccoli e a me era rimasto uno splendido ricordo tanto che avevo deciso di fare l’esame di ammissione alla Scuola per Interpreti e Traduttori ma papà non era d’accordo…).
Partiamo venerdì pomeriggio verso le 17.00 da Firenze e, ahimè, troviamo parecchio traffico (l’autostrada intasata) all’altezza di Bologna. Ovviamente a Francesco è venuta fame e ci siamo fermati in Autogrill a mangiare una pessima e carissima pasta al sugo (lui), risotto (Fabio) e prosciutto alla griglia (io). Arriviamo a Trieste alle 23.45, troviamo parcheggio a 150 metri da casa, un Bed & Breakfast (costo 60€ a notte inclusa colazione) che mi ha consigliato Anna Maria che, nell’ultimo anno, veniva spesso a Trieste per lavoro. Consiglio ottimo: la proprietaria Rachele ci aspetta nonostante il notevole ritardo e ci illustra la casa, due camere (la nostra con bagno) e la cucina per fare colazione (la fissiamo alle 8.00) in un palazzo storico di Firenze con ascensore in via Belpoggio in centro e a pochi isolati da via di Cavana dove parlerò il giorno dopo.
Distrutti andiamo a dormire pronti a esplorare la città di Trieste (oltre 200.000 abitanti, 15a città italiana) la mattina dopo. Scendiamo sul lungomare (Riva Nazario Sauro), oltrepassiamo il vecchio mercato del pesce (ancora chiuso con una mostra sul caffè che voglio passare a vedere più tardi), notiamo la nave Costa che ha attraccato deturpando (a mio parere) il panorama e scaricando la popolazione a bordo per la visita della città e la palazzina dello yacht club più antico d’Italia. Arriviamo nella splendida piazza Unità d’Italia, la piazza che affaccia sul mare più grande d’Europa in una giornata splendida conuna luce abbagliante che dà pieno risalto ai palazzi storici: il municipio, dalla parte opposta del mare, la prefettura e ancora Palazzo Stratti con lo storico Caffè degli Specchi, palazzo Pitteri, il Grand Hotel Duchi d’Aosta e il palazzo del Lloyd ora sede della Regione.
Proseguiamo oltrepassando il teatro Verdi, il Palazzo del Borsa (e Franci fa un giro in giostra 2€) arrivando alla galleria del Tergesteo e all’omonimo caffè, dove Francesco fa merenda e noi prendiamo un caffè seduti in un tavolino interno, per saggiare la fama dei caffè locali (8€ per una brioche alla crema, un bicchier d’acqua e due caffè – anzi un ‘nero’ caffè normale e un ‘capo’ caffè macchiato – ‘capo in b’ se lo si vuole in bicchiere di vetro). Facciamo quattro passi sul Canal Grande nel Borgo Teresiano col mercato di frutta e formaggi e la chiesa ortodossa di San Nicolò sul lato, raggiungiamo la chiesa opposta di Sant’Antonio (e compro il carica-cellulare perchè il mio non funziona più). La settimana precedente ho trovato la guida “48 ore a Trieste” su Amica di mia suocera e seguo le indicazioni di alcuni negozi storici stesa dalla giornalista e fotografa autoctona Elisabetta Lattanzio Illy, che la sa lunga (con quel cognome lì…).
Passiamo davanti alla Drogheria Toso, in piazza San Giovanni, dove ogni cosa è come un secolo fa, dalle spugne ai colori, dai bottoni alla merceria (e probabilmente non la spolverano da un secolo 🙂 poi davanti all’Antro del Profumo in via Mazzini che espone vecchi pennelli e rasoi, acque di colonia tra foto antiche di famiglia. Fabio acquista la guida Touring di Trieste e propone la salita in tram ad Opicina che riscuote il nostro consenso! Ci avviamo a piazza Oberdan dove c’è la biglietteria e attendiamo il tram antico a trazione elettrica che arriva a 350m sul mare tirato su da una fune (è una funicolare, in pratica) a partire da piazza Scorcola. Arriviamo all’Obelisco e scendiamo per vedere il panorama del porto e della città dall’alto dopo aver visto tutti i tetti di Trieste (con possibilità di passeggiate nei sentieri scendendo in una delle fermate).Facciamo amicizia con una coppia di romani in pensione che sono andati a vivere a Gradara nelle Marche dove hanno aperto un B&B e non rimpiangono affatto l’invivibilità di Roma. Ci dirigiamo di nuovo verso il centro e ci fermiamo per uno spuntino / pranzo da SaluMare, locale che ci hanno consigliato via Facebook (Francesca e Vasco). Il locale, in via di Cavana proprio di fronte all’Hub, offre piatti veloci quali crostini di mare (con baccalà mantecato, aringa cruda con erba cipollina, ecc.), polpo e patate e polenta con seppie e tanti vinelli locali (conto finale circa 40€) con la possibilità di ricaricare l’iPhone, tanti libri e oggetti tra il vintage e lo shabby-chic.
Decidiamo di prendere il caffè nel Salone degli Incanti (l’ex-Pescheria) in riva Nazario Sauro 1 (il Lungomare) cui è allestita la mostra “Il gusto di una città: Trieste capitale del caffè” da Illy in occasione dell’Expo. La location è davvero affascinante e la mostra ben fatta (anche se Rachele dice che il vecchio mercato del pesce era davvero fantastico con il pescato sulle lastre in marmo e un fascino antico adesso perso per sempre – proprio in un momento in cui i mercati veri stanno tornando di moda, aggiungo io). La mostra illustra l’origine, la lavorazione, i semi, la distribuzione del caffè dall’antichità ai giorni nostri e con date, foto, video, trailer mostra come il caffè diventa collante di cultura e socialità (dentro i caffè storici e letterari di tutto il mondo).C’è anche una mappa del luoghi del caffè a Trieste (ci manca il caffè San Marco che ci hanno tutti decantato ma non abbiamo fatto in tempo a visitare!). Oltre allo spezzone di Benigni in “Coffee and cigarettes” di Jim Jarmush (regista cult della mia adolescenza) mi ha colpito il video che mostra come si prepara il caffè con la Moka (come facevano le nostre mamme e zie) con quei gesti che ormai non facciamo più in casa, dato che ci affidiamo alle macchinette tipo Nespresso e alle cialde. mostra all’ex-mercato del Pesce sulla storia del caffè Illy per Expo (con info, foto, video, trailer).
Il mio dibattito inizia alle 17.00 quindi abbiamo tempo per arrivare in fondo al Molo Audace per godere della vista di piazza Unità d’Italia, il vecchio porto, il castello di Miramare (e l’orribile agglomerato di condomini sul mare che è la nave Costa) dal mare. Fabio ci porta ancora sul colle dove è eretta la cattedrale di San Giusto e ci sono i fori romani con vista su Trieste. In realtà la cattedrale è costituita da due chiese pre-esistenti: quella di Santa Maria e quella di San Giusto che vennero inglobate dal vescovo nel 1.300 creando un rosone in pietra carsica (foto da Trieste Itinerari perchè il mio cellulare si era scaricato). Anche l’interno delle antiche chiese romaniche è affascinante con mosaici e affreschi, reliquie e un antico battistero. Ci fermiamo a prendere un gelato da Marco (Franci al fico io zenzero e cannella) e torniamo al B&B dove Franci e Fabio si riposano un po’ mentre io preparo le slide per il dibattito “Artigiani Digitali” organizzato da Makeademia di Fabio Santarossa (noto su MakeTank come todomodo) all’interno dell’iniziativa Digital Week all’Impact Hub di Trieste (ma il dibattito è coordinato da Emanuele Ciccone di TAG Pordenone). Arrivo in pochi minuti attraversando piazza Hortis e via Torino, la via della ‘movida’ notturna triestina (fatta da studenti) e mi trovo per la fine della precedente iniziativa Digital over 50 che insegna agli anziani a creare un account di posta elettronica e a navigare su Internet (fantastica!). Il dibattito è davvero interessante con due persone geniali: Maurizio Costabeber co-fondatore di DWS Systems, stampanti usate per odontoiatria e gioielleria e Marco Avaro che realizza protesi personalizzate stampate 3D con una WASP (e probabilmente è l’ultima volta che vediamo senza scorta, dato il fastidio che sta provocando alle lobby del settore sanitario). Alle 18.30 arrivano Fabio e Francesco che inizia a giocare con i Lego di Zeno, il figlio di Fabio che è lì con Alice e il piccolo Iago di neanche due mesi. Parliamo, beviamo e mangiamo (le lasagne della mamma di Alice e tanti stuzzichini), ci danno la guida Trieste Use-it appena stampata (giuro che la mattina l’avevo cercata online, dopo i bei consigli su Utrecht ma era indicato ‘in progress’… sono la prima a possederla 🙂 e torniamo in hotel dopo le 21.00 senza fermarci a mangiare perchè Franci dice di non aver fame… e invece si sveglia all’alba con una fame da lupi !!!
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