La vacanza continua a Scicli e Modica, due località incantevoli nelle gole meridionali del territorio Ibleo. Raggiungiamo Scicli dopo il mare di Portopalo e vi pernottiamo due notti: troppo poco! Sono stati, a nostro parere, i luoghi più caratteristici della nostra vacanza, che meritano un ritorno con più tranquillità e meno solleone!
Venerdì 29 giugno Modica e la storia del suo cioccolato
Dopo il più bel mare della nostra vacanza all’Isola delle Correnti, torniamo all’hotel La Rosa dei Venti nei pressi di Portopalo a prendere i bagagli e ci dirigiamo verso la reception dell’albergo diffuso di Scicli, dove facciamo check-in in tutta fretta perchè abbiamo fissato a Modica la degustazione del famoso cioccolato. L’albergo diffuso di Scicli è gestito da alcuni giovani, efficienti, preparati e disponibili ragazzi locali. Si tratta di camere disseminate in diversi palazzi storici di Scicli, per tutte le tasche a seconda della grandezza e dei servizi offerti che fanno capo ad un’unica reception in un bar-pasticceria in cui tutti gli ospiti fanno la colazione diffusa. Ci sembra un’ottima idea per vivere pienamente Scicli nelle dimore storiche locali ma con la garanzia di servizi (pulizie, check-in e check-out, ecc.) di livello alberghiero. Il check-in avviene in un ufficio all’interno del bar Millennium, in cui faremo colazione la mattina dopo, in cui ci accoglie il gentilissimo Vincenzo dandomi il passaporto dell’ospitalità diffusa. Tra le varie soluzioni disponibili, più o meno care, abbiamo deciso di alloggiare presso Palazzo Montalbano dove io e Fabio dormiamo in una ampia, luminosa e silenziosa camera matrimoniale con soffitto decorato di stucchi e profili e corredata di bei lampadari antichi in vetro soffiato colorato mentre in una cameretta di passaggio verso il bagno dorme Franci.
Il tempo di fare la doccia e si corre a Modica dove dobbiamo partecipare alla degustazione del tipico cioccolato locale, quello granuloso e amaro perchè realizzato senza latte e zucchero. Sbagliamo strada per ben due volte (sigh!) ma alla fine riusciamo ad arrivare all’Antica Dolceria Bonajuto dove, per 3€ a persona, ci viene spiegata la tecnica di produzione del cioccolato di Modica, famoso in tutto il mondo seguita da una degustazione di alcune specialità. Indossiamo camici e cuffietta e vediamo i semi di cacao, composti al 50% di grassi solidi che si liquefanno a temperatura ambiente diventando burro di cacao; si parte dai semi, infatti, non dal cacao in polvere, povero di aromi e sostanze nutritive. Il lingotto, costituito al 100% dal cacao di semi derivanti da un’unica piantagione, si ammorbidisce a bagnomaria, per mantenere tutto l’aroma. La lavorazione classica del cioccolato (di quello svizzero, per esempio) prevede la liquefazione a 30* seguita dalla risolidificazione. Modica è l’unico luogo in cui viene seguita una differente lavorazione importata nel 1.600 dagli spagnoli emigrati in Sicilia: il cioccolato era popolare tra gli spagnoli mentre rappresentava un lusso per gli italiani. Gli spagnoli insegnarono l’arte della lavorazione tradizionale a tutti i modicani con una variazione rispetto all’antica preparazione degli Atzechi che aggiungevano spezie quali semi di peperoncino, per rendere la tavoletta energetica per i guerrieri (ogni tavoletta equivale a 4 tazze di cioccolato). Agli spagnoli il cioccolato così amaro non era gradito e decisero di lavorarlo con zucchero (ingrediente sconosciuto agli Atzechi), cannella, vaniglia. Dopo aver versato il cioccolato liquido nelle forme metalliche, per ottenere le tavolette dalla forma liscia e regolare, senza bollicine di aria, viene eseguita la battitura a mano che rende la superficie lucidissima. Per ottenere una consistenza più compatta, le tavolette vengono tenute per tre ore in frigorifero (da quando esiste, prima era sistemato in grotte dalla fresca temperatura) e poi messo in vendita. E’ tradizione preparare le tavolette di cioccolato prima di Natale e, se si gira per le viuzze di Modica, si sente il rumore della battitura. Fanno parte della degustazione alcune antiche preparazioni a base di cioccolato di Modica: una enpanadilla inventata da un cuoco spagnolo, farcita di carne e cioccolato, che funge da conservante, e alcuni dolci di antichissime origini arabe di oltre 4 secoli fa e poi scorze d’arancia disidratate, semi di sesamo con caramello, gelato di campagna.
Dopo la degustazione, giriamo per il centro storico di Modica arrivando a una pasticceria in cima al paese dove Franci prende un’enorme brioche farcita al momento di crema all’uovo. Mentre passeggiamo tra i corsi e i palazzi storici, incrociamo il gentilissimo e disponibilissimo medico geriatra in pensione Orazio Vindigni che ci accompagna in giro per la cittadina, raccontandoci tante storie di architettura e aneddoti di vita vissuta, facendoci immergere nelle feste con i compagni di liceo e nell’impegno civile di riviste studentesche così come in affreschi presenti in dimore di vecchi pazienti o nel suo ex-ambulatorio che il figlio sta ristrutturando per renderlo un delizioso Bed & Breakfast. Una persona deliziosa che ci porta al Belvedere e nei vicoletti del quartiere arabo passando con noi oltre un’ora del suo tempo in modo leggero e profondo insieme. Il nostro albergo diffuso ci avrebbe prenotato la cena agli Orti di San Giorgio, uno degli esercizi del passaporto dei visitatori di Scicli (sconti in tante attività della zona) ma siamo troppo stanchi e decidiamo di tornare a Scicli, non prima di aver scattato tante foto alla Chiesa di San Giorgio, che si erge all’inizio della vallata, e al panorama di Modica arroccato nel vallone al tramonto.
Decidiamo di cenare nei pressi di Palazzo Montalbano, al ristorante La Grotta accomodandoci in uno dei tavoli all’aperto, e non ci pentiamo del consiglio ricevuto perchè il menu contempla piatti della tradizione rivisitati, tutti realizzati con ingredienti di prima qualità e con un servizio efficiente e garbato. Mentre Franci opta per una cotoletta con patatine, io e Fabio abbiamo scelto due antipasti: zuppa di moscardini e affettati e bufala dei monti Iblei, seguiti da due primi: spaghetti al nero di seppia con ricottina fresca e pasta alla Norma (con le melanzane, un grande classico siciliano). Con una bottiglia di buon vino bianco locale e un dessert, il cannolo scomposto ordinato da Fabio, abbiamo speso 90€ (per Fabio è stato il miglior ristorante del viaggio in Sicilia).
Facciamo amicizia con una coppia romana seduta accanto al nostro tavolo che ci consiglia un po’ di ristoranti a Ragusa, città in cui alloggiano, e passeggiamo nel centro storico di Scicli in notturna acquistando due T-shirt da Siculamente per Franci, che compra un gelato da Nivera, tra le 100 gelaterie migliori d’Italia (secondo Dissapore). Girando per i deliziosi negozietti di artigianato tradizionale e contemporaneo ci accorgiamo che Scicli è, si, un paesino turistico ma autentico e raffinato, intellettualmente vivace e con una bella gioventù. E con tanti scorci di vera bellezza che, in alcune zone, forte dello spettacolo di flamenco di una delle tante ariose piazze, ci ha dato catapultati in Spagna.
Sabato 30 giugno dal mare di Sampieri alla classe di Scicli
Dopo la ricca colazione al Bar Millennium, punto di incontro dell’albergo diffuso, decidiamo di andare al mare a Sampieri, al lato della Fornace abbandonata dove troviamo un camioncino di vero street food con pane cunzato a 2euro venduto da un omino che dorme con musica a palla. Franci fa subito amicizia con alcuni bambini milanesi e gioca a costruire un castello con loro (perdendo tutti i pupazzetti di Harry Potter…). La spiaggia è lunghissima con rena rosata come i palazzi barocchi della Sicilia Sud Orientale e c’è pochissima gente nonostante sia sabato! Una tranquilla giornata di mare, diverso e caratteristico, in spiaggia libera sulla rena libera e pulita.
Dopo la mattina di mare andiamo a mangiare un gelato a Donnalucata col suo bel lungomare e vorremmo fare un giro anche a Punta Secca, in cui sono state girate le scene della casa di Montalbano, ma non riusciamo perchè non troviamo parcheggio. Ci riposiamo prima di andare in giro pigramente per Scicli visitando alcune chiese, con matrimoni in corso, il Duomo in cui è esposto il caratteristico dipinto di Cristo col gonnellino di pizzo. Non ci facciamo mancare la visita guidata all’Antica Farmacia Cartia, aperta dal 1902, riaperta dall’associazione culturale Tanit (di cui Vincenzo, dell’albergo diffuso, è presidente). Ci fermiamo in una libreria del centro in cui, tra una chiacchiera e un’altra, alcuni simpatici clienti offrono a Fabio un mandarino verde e ci parlano della loro soddisfazione di vivere a Scicli.
A cena ho prenotato al raffinato ristorante Ummara (che vuol dire ombra), in una zona tranquilla del paese (davanti c’è il palazzo Site Rooms, sempre parte dell’albergo diffuso di Scicli e una sofisticata boutique di grandi firme), con servizio attento e discreto, ordino un delizioso tonno a doppia cottura con cipolle in agrodolce e spaghetti al tenerume, bottarga e pachino mentre Fabio assaggia il polpo su crema di melanzane e caciocavallo e poi il caciocavallo con mostarde. Il giovane sommelier Remo, molisano trasferitosi a Scicli per amore, ci consiglia i calici da abbinare alle diverse pietanze. Abbiamo speso 90 euro per la cena che è stata la mia preferita della vacanza per la capacità di miscelare con sapienza tradizione e innovazione e per la cura del locale e del servizio. Il passito ha accompagnato il dessert e, per concludere, Remo ci ha fatto assaggiare una specialità locale, l’Amaru, un tipico amaro siciliano a base di carruba, fichi d’India e scorza d’arancia. Ottima conclusione della nostra permanenza nella deliziosa Scicli: domani ci attende Donnafugata e una notte nei pressi di Ragusa (qui il post).
Informazioni pratiche
Scicli e Modica
La reception dell’albergo diffuso di Scicli è in Via Francesco Mormino Penna, 5 nel centro di Scicli. Abbiamo alloggiato a Palazzo Montalbano dove l’ampia camera matrimoniale con camerina per terza persona e bagno ristrutturato costava intorno ai 130€ a notte inclusa colazione. Ancor più lussuose (ma più executive) le camere del palazzo nobiliare completamente ristrutturato Site Rooms con accessi domotizzati, specchiere anti appannamento nei bagni in marmo total white, volte affrescate, ceramiche decorate al pavimento, porte usb al comodino (costo sui 200€ a notte). Per conoscere tutte le possibilità, vai al sito dell’albergo diffuso di Scicli e il giovane personale ti risponderà con entusiasmo!
L’Antica Dolceria Bonajuto nel centro di Modica d’estate prevede al costo di 3€ a persona due degustazioni del tipico cioccolato locale ogni giorno alle 11.00 e alle 16.30 per gruppi di almeno 8 persone (o anche meno previa prenotazione). Altrimenti è possibile effettuare la degustazione alla cioccolateria Sabadì, poco lontano.
Il ristorante La Grotta è in via Dolomiti, 62 a Scicli, nella strada in cui abbiamo parcheggiato perchè prossima al Palazzo Montalbano. Piatti tradizionali siciliani cucinati con ingredienti locali e in modo accurato, servizio gentile e il giusto rapporto qualità-prezzo. Abbiamo speso 90€ in tre, con una bottiglia di vino. La migliore cena della vacanza, secondo Fabio.
Il ristorante Ummara è in via Aleardi, 9 a Scicli, in uno spiazzo tranquillo e centrale. La cena mescola con sapienza tradizione (vedi i tenerumi) e innovazione (il tonno a doppia cottura) e un’ampia cantina che va alla ricerca di eccellenze locali con un sommelier preparato e disponibile. Il conto finale di 90€ in tre compresa una bottiglia di vino è corretto. La migliore cena della vacanza, secondo me.
La gelateria Nivera, il gelato di natura, è in via Francesco Mormino Penna, 14 nel centro di Scicli ed è presente tra le 100 migliori gelaterie artigianali d’Italia, secondo Dissapore (qui le gelaterie dal 100 al 51° posto della classifica 2017)
Siculamente è una linea di souvenir made in Sicily dal design attuale: T-shirt, cappelli e tanto altro di qualità e originale. A Franci abbiamo acquistato due T-shirt che adora: I AM ETNA e Siculamen, il super-eroe siciliano 🙂 Tanti negozi (Putie) e corner in tutta la Sicilia e solo in Sicilia con un comodo Ecommerce.
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