La visita guidata alle Cappelle Medicee e alla Basilica di San Lorenzo a Firenze svela i segreti della vera storia della famiglia de’ Medici: dalla ricchezza alla nobilità, dalla Repubblica alla Dittatura passando per due Papi che hanno fatto sorgere e decorare Basilica, Sagrestie e tombe di famiglia.
Le Cappelle Medicee e la Sagrestia Nuova
Come ogni anno durante l’anno scolastico ci sono alcune uscite extra-scolastiche a cui siamo invitati a partecipare in famiglia. La prima dell’anno scolastico in corso è stata quella alle Cappelle Medicee e alla Basilica di San Lorenzo con bambini separati da noi genitori che possiamo finalmente goderci le spiegazioni in tutta calma. La visita è iniziata davanti alla Basilica in cui ci viene raccontata l’ascesa della famiglia de’ Medici, prima ricca come tante altre che con Giovanni di Bicci, banchiere (ossia usuraio) acquisì un’immensa fortuna proseguita con Cosimo il Vecchio, il figlio Piero e il nipote Lorenzo detto il Magnifico. A quell’epoca decidevano dietro le quinte le sorti della città, allora repubblicana: erano i cosiddetti ‘criptosignori’ che esercitavano un potere occulto senza esporsi in prima persona. La consacrazione avvenne con i due Papi, Leone X e suo nipote Clemente VII che portarono la famiglia a diventare nobile e Firenze passare da Repubblica a Granducato.
Entriamo nelle Cappelle Medicee dal retro della Basilica (piazza Madonna degli Aldobrandini) passando prima dal metal detector (è un Museo Statale). La pianta è ottagonale a due piani con la Sagrestia Nuova del Brunelleschi e la Cappella dei Principi, completamente intarsiata di marmi. La famiglia de’ Medici aveva il patronato della Sagrestia Nuova che, a proprie spese, abbelliva per glorificarne il potere e la ricchezza. Qui furono seppelliti quattro componenti della famiglia: due Lorenzo e due Giuliano, morti tutti giovani a distanza nell’arco temporale di 35 anni e papa Leone X commissionò i lavori all’artista più noto dell’epoca: Michelangelo. Le proporzioni della Sagrestia sono simmetriche prevedendo un quadrato all’interno di un cerchio: due figure di cui basta un elemento, il lato e il raggio, per misurarne la superficie. Due figure perfette ma con il cerchio che non ha inizio nè fine come Dio e il quadrato dotato degli spigoli del peccato, come l’uomo. Con Michelangelo il concetto passa dalla bidimensionalità alla tridimensionalità come dimostrano i giochi di pieno e vuoto delle nicchie (che non ospitano statue), luci e ombre, bianco e nero, il tutto incastonato in colonne dal capitello di ordine indefinito. Nuova è anche l’accuratezza con cui Michelangelo realizza i corpi dei gruppi scultorei, perfetti non solo nelle proporzioni ma nelle funzioni vitali (Michelangelo sezionava i cadaveri per conoscere tutti i segreti del corpo umano).
Sono presenti nella Sagrestia Nuova tre gruppi scultorei, due finiti e uno incompiuto perchè allo smantellamento della Repubblica da parte dei Medici, Michelangelo andò via da Firenze. Il primo gruppo scultoreo incastona la tomba di Lorenzo Duca di Urbino, persona intellettuale e meditativa, che rappresenta la Vita Comtemplativa. Le due figure sono il Crepuscolo e l’Aurora, momenti della giornata in cui è più facile meditare, con gamba incrociata opposta nella figura maschile rispetto alla femminile, con posa classica. Il secondo gruppo (quasi) completo è quello attorno alla tomba di Giuliano Duca di Nemours che rappresenta, al contrario, la Vita Attiva con il defunto rappresentato come condottiero, dato che era a capo delle truppe papali. Le figure allegoriche rappresentano la Notte, con le bacche di papavero sotto i piedi, una civetta, il mascherone dei sogni e una stella sulla fronte, lucida e bianca come per il riflesso della luna piena. Il Giorno, invece, fa uno scatto davanti ed è incompiuta a causa della fuga di Michelangelo. La scultura ritratto di Giuliano è molto più bello dell’originale, suscitando polemiche all’epoca mentre la statua della Notte fu ispirazione per tanti sonetti tra cui quello di Giovan Battista Strozzi, che terminava col verso «déstala, se noi credi, e parleratti» a cui lo stesso Michelangelo rispose con amare parole che alludevano al crollo della Repubblica fiorentina: «Caro m’è il sonno, e più l’esser di sasso, / mentre che il danno, e la vergogna dura; / non veder, non sentir, m’è gran ventura; / però non mi destar; deh, parla basso». Il gruppo scultoreo delle tombe più importanti, invece, quelle di Lorenzo e Giuliano de’ Medici, è rimasto incompiuto con la Madonna con Bambino, opera incompiuta con posa incerta che stravolge l’iconografia classica riproducendo un Gesù molto umano che volta le spalle intento a nutrirsi con la Madonna che a stento riesce a sorreggerlo. Le statue laterali dei Santi Cosma e Damiano sono opera di allievi di Michelangelo ormai lontano da Firenze.
La Cappella dei Principi è interamente intarsiata di pietre dure che compongono lo stemma della famiglia de’ Medici sul pavimento, sulle pareti, ecc. esempio di Barocco Fiorentino magistralmente realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure ma dai colori piuttosto cupi. La Cupola affrescata è alta 59 metri, seconda solo a quella del Duomo del Brunelleschi.
La Basilica di San Lorenzo e la Sagrestia Vecchia
La realizzazione della Cappella portò i Medici al collasso difatti la facciata di San Lorenzo è rimasta spoglia del marmo previsto per il rivestimento che era stato già scavato dalle cave di Carrara. Pare che Sant’Ambrogio in persona, amico di San Zanobi, venne a consacrare la Basilica prima del 400 e allora era in campagna, al di fuori delle mura del centro cittadino che si fermava al Duomo. Fu ricostruita in stile Romanico nel 1.100 e restaurata nel 1.400 chiedendo un aiuto economico alle famiglie e alle corporazioni residenti in zona in cambio del patronato delle cappelle.
La Sagrestia Vecchia venne commissionata da Giovanni di Bicci, seppellito al centro della cappella insieme alla moglie Piccarda, chiamò il suo architetto preferito, ancora poco noto a Firenze, tale Brunelleschi. Il Rinascimento fonda la sua architettura su richiami della tradizione greco-romana e su solidi concetti matematico-scientifici che danno alle strutture proporzioni perfette. Alcuni elementi quali le pareti bianche furono realizzati osservando la realtà: con la peste tanti malati si recavano in chiesa a chiedere la grazia toccando gli affreschi dei Santi dipinti sulle pareti e, così facendo, propagavano il contagio. Ecco perchè le pareti furono scialbate in bianco per disinfettarle e, da allora, realizzate in questo colore abbinato alla pietra serena locale (grigio-bianco) per lo scheletro. La forma è quadrata con un cerchio all’interno suddiviso in 12 spicchi con lanterna, tanti quanti sono gli apostoli che portano alla luce centrale che simboleggia Gesù. La policromia è opera di Donatello che raffigura episodi presi dai Vangeli dei quattro Evangelisti. Molto bello è il cielo posto sulla cupola della scarsella con le costellazioni ferme al 4 luglio 1442, forse per la venuta di Renato d’Angiò a Firenze. Nella Cappella è presente la tomba di Piero e Giovanni de’ Medici realizzata dal Verrocchio aperta sui due lati perchè potesse affacciarsi alla cappella dell’altissimo.
Passiamo alla maestosa basilica dove si fece seppellire Cosimo de’ Medici esattamente davanti all’altare maggiore non a parete, come si usava all’epoca, ma all’interno del pilastro che regge la Basilica con tomba visibile attraverso una grata metallica. Anche la Basilica, seguendo il concetto rinascimentale, rappresenta la metafora del corpo umano con l’altare al posto della testa e l’ombelico al centro della navata. Dall’altare maggiore, opera di intarsio e cesello di pietre dure più recente, riusciamo a vedere un altro degli elementi base dell’architettura del Brunelleschi: il modulo. In questo caso è la Crociera che viene ripresa 4 volte per realizzare la Navata e altrettante per il Presbiterio creando uno spazio armonico e luminoso che accompagna il fedele sino all’altare. L’uso della pietra serena per lo scheletro della struttura colpì sicuramente i contemporanei ma anche Steve Jobs in visita a Firenze che decise di utilizzarla per i pavimenti dei suoi Apple Store. Al lato della navata è presente un grande affresco del Bronzino in stile Cappella Sistina. Una breve visita al Museo sottostante ci consente di vedere la tomba di Cosimo de’ Medici e alcuni preziosi paramenti e accessori sacri.
Informazioni pratiche:
l’ingresso alle Cappelle Medicee costa 8€ per gli adulti ed è gratuito per i bambini sino a 11 anni (4€ a testa per la visita guidata). L’accesso alla Basilica di San Lorenzo è gratuito per i residenti a Firenze.