Lo sapevi che Roma è la capitale della streetart italiana? Le opere migliori si concentrano nel quartiere periferico del Quadraro. Prendendo parte al tour di MURo, abbiamo ammirato le opere di alcuni dei migliori artisti internazionali, parte di un vero e proprio museo di arte contemporanea a cielo aperto.
MURo Museo di Urban di Roma al Quadraro
Avevo letto sul blog della mia amica Alexandra (qui l’intervista) del tour di streetart al quartiere Quadraro di Roma organizzato dall’associazione che porta avanti il progetto MURo (qui il suo post in inglese), abbiamo prenotato per parteciparvi insieme ad amici e ci siamo immersi nella storia della seconda guerra mondiale, interpretata da artisti internazionali, che hanno ravvivato di colori e cultura un tranquillo quartiere della periferia romana.
MURo sta per Museo di Urban di Roma che ha inizio dal Quadraro, zona a Sud Est della capitale, attigua a Tor Pignattara con l’obiettivo di arrivare sino al centro storico, per unire l’arte contemporanea a quella classica, per la quale Roma è riconosciuta in tutto il mondo. La nostra guida Giorgio Silvestrelli è un appassionato volontario del progetto MURo, proveniente da Ancona, laureato in comunicazione e ora residente a Roma, che assiste e aiuta gli artisti durante la realizzazione dei graffiti. Ci racconta che il progetto è partito nel 2011 dal lungo muro verso la galleria di accesso al quartiere Quadraro, messo a disposizione dei writers dal Comune di Roma, su cui David Vecchiato, detto Diavù, pittore romano diplomato all’Accademia di Belle Arti, ha creato il logo-mascotte del progetto MURo, di cui è promotore. Verso il personaggio creato da David, ruotano tanti fantasmini-spermatozoi intenti a fecondare di arte e creatività il Quadraro, trasformato in un museo di arte contemporanea a cielo aperto. Il baloon (fumetto) è completato dal claim “Art Pollinates Quadraro – L’arte feconda il Quadraro” in modo gratuito e fruibile da tutti i residenti.
Uno dei capolavori del tour è stato realizzato nel 2013 in via dei Quintili dall’artista internazionale Gary Baseman, collaboratore di Disney, in visita a Roma da Los Angeles. L’opera “Buckingham Warrior (for Q44)” è un murale simbolico in bianco e nero in cui rivive la storia di suo padre partigiano deportato in Polonia in un rastrellamento, proprio come quello che ha interessato il Quadraro. Il simbolismo dell’opera mostra che il posto di ogni partigiano deportato o ucciso veniva preso da due partigiani mentre i diavoletti nascosti tra gli alberi indicano il regime nazifascista quasi sconfitto. Sono presenti i simboli Veritas, con un solo occhio perché la verità è una sola, Fides con la testa decapitata e Libertas che sorride al guerriero e che non bisogna mai dare per scontata. Il Murale è stato realizzato con una tecnica mista a vernici e pennelli nell’arco di tempo di una sola giornata piovosa che ha accentuato lo stile gocciolante, tipico di Baseman. Non appena concluso il murale, è uscito il sole e l’artista l’ha firmato commosso, immaginando che fosse il sorriso di suo padre dal cielo. La sigla Q44 è quella di un’associazione del Quadraro che conserva la memoria del rastrellamento del 1944.
Giriamo l’angolo dove ci aspetta “Via del Monte del Grano”, un enorme murale di Lucamaleonte, protagonista della street art romana (è sua un’opera alla fermata Spagna della metropolitana, il faccione di Totti e altre note opere in giro per la città). Sono delle vespe gigantesche su sfondo di alveare giallo e grigio (per dare profondità) realizzate su un muro privato con l’obiettivo di dimostrare che la streetart non è fatta di scarabocchi e scritte che deturpano ma di opere che li nobilitano. Sono sette vespe, ognuna rappresenta un decennio a partire dal 1944 sino al 2014, anno della realizzazione del murale, mentre l’intero nido di vespe è simbolo di un quartiere ribelle, mai domo, sovversivo. Tutti gli artisti hanno lavorato a titolo gratuito e per velocizzare il lavoro del murale, Lucamaleonte ha prima realizzato dei disegni che ha scansionato e proiettato sul muro creando i contorni poi riempiti con la vernice. Questa tecnica ha consentito di realizzare il Murale in soli tre giorni, cambiando il modo di realizzare dalla mano libera alla tecnica dello stencil (esagono ritagliato dal cartone e posato sul muro) in modo da uniformare le dimensioni delle celle accorciando i tempi. La scritta “You are now entering the free Quadraro” riprende quella dell’IRA in Irlanda (riferita a Derry), mentre la firma dell’artista Lucamaleonte è un poliedro leonardiano.
In piazza al capolinea del bus troviamo un’opera realizzata dall’artista marchigiano Nicola Alessandrini: un lungo serpente rosa che sta per mangiare un sorcio verde, con volti umani realizzati da David Vecchiato. Rappresenta la speculazione edilizia del quartiere dovuta alla gentrification (quartieri un tempo off limits che diventano trendy, aumentano costi delle case e/o affitti e gli artisti alternativi vanno altrove perché non possono più permetterselo). Infatti la piazza è circondata da palazzi nuovi (prima era tutta campagna), assai diversi dalle basse casette di cui è composto il resto del tranquillo quartiere, dove tutti si conoscono e salutano per strada e sembra di vivere in un paesino fuori Roma. Il serpente rappresenta il Potere: c’è chi lo accompagna andando nel giusto verso e chi rema contro e viene mangiato (un signore anziano mentre era in realizzazione ha chiesto all’artista se il topo rappresentava loro, i poveri pensionati). Sembra il tatuaggio del quartiere. Nel buco sul corpo del serpente c’era un manifestino pubblicitario che è stato staccato nottetempo ma l’artista ha deciso di lasciarlo e anche il sorcio avrebbe bisogno di un restauro. Ma ci si domanda (e ognuno è giusto che abbia la sua opinione): è giusto tutelare i murales del quartiere (p.e. mettendoli sotto plexiglass o restaurandoli quando si rovinano) oppure è giusto che essendo arte di strada ne seguano le leggi mutando nel tempo (gli artisti stessi accettano questa sorte)?
Pongo a mia volta una domanda a Giorgio: qual è la differenza tra Graffito e Murale? Mi risponde che, pur non essendoci una netta distinzione, i graffiti sono solitamente realizzati in clandestinità, con bombolette spray e firmati e sono principalmente scritte, firme, loghi di piccola dimension. I murales, invece, sono spesso figurativi, realizzati a pennello, di grande dimensione e autorizzati da un Ente Pubblico o da un privato che mette a disposizione dell’artista il muro.
Passiamo al muro di via dei Lentuli che porta fino al tunnel di ingresso al Quadraro Vecchio dal Quadraro Nuovo, dove alcune opere sono state rovinate da uno spray argentato. I puristi della streetart, convinti che debba rimanere clandestina e alternativa, non sono favorevoli al progetto MURo che, a loro dire, rende l’arte urbana mainstream rendendola una vetrina commerciale delle loro opere. Gli streetartist avevano trovato terreno favorevole quando era Sindaco Marino mentre adesso sono sotto il mirino della Sindaca Raggi (basti pensare alla cancellazione del capolavoro di Maupal). Il muro ospita tante opere interessanti tra cui un poster ex-voto ispirato alla Madonna di Loreto di Raffaello, opera multisensoriale (si sentiva proprio la puzza della cacca di umani e cani, puzza che invece veniva dalla pianta di ginko biloba). Un effetto positivo dei murales è quello di trasformare in luoghi piuttosto degradati e pericolosi, specie in certe ore della notte, in luoghi più fruibili e sicuri dai residenti del quartiere. Bellissimo il volto dell’artista francese Zelda Bomba realizzato nel 2012 che riprende quella che poteva essere l’espressione triste ma combattiva di una donna partigiana durante le deportazioni. I volti intensi degli abitanti del Quadraro sono spesso usati come comparse durante la lavorazione di film nella vicina Cinecittà. Interessante è l’opera dell’artista autodidatta messicano Malo Farfan che presenta i costumi tipici e le antilopi della mitologia del suo paese in un’opera che rappresenta gli opposti: maschile e femminile, bene e male, vita e morte con un abbraccio finale che esce dalla cornice dell’opera firmata col suo logo agli abitanti del quartiere per alleviare il dolore dei familiari deportati in guerra e per ricambiare le gentilezze ricevute durante la lavorazione del murale.
Mi piace moltissimo l’opera (tutte le sue opere!) dell’artista kazaka Dilkabear realizzata insieme al suo amico Paolo Petrangeli. L’immagine femminile pop ispirata a fumetti, cinema, serie TV resi surreali col suo testone sproporzionato che gira un carillon che trasforma bulloni, viti, chiodi disconnessi e grigi in poetici petali, geometrie e sogni che volano nel cielo colorato (o viceversa a seconda di come si guarda il murale). Un topino raffigura quelli veri presenti nei sotterranei del quartiere.
Passiamo alla scritta “Tanti amici tanto amore“, che si legge dalle lettere tenute in mano dai personaggi dei fumetti, con alternanza di buoni e cattivi, realizzati da Omino71, contrapposta allo slogan fascista “Tanti nemici molto onore”. Arriviamo al tunnel che separa il Quadraro Vecchio dal Nuovo, zona in cui si trovava di tutto, siringhe usate e rifiuti di ogni genere. Per questo l’artista Gio Pistone ha deciso di creare delle figure fantastiche, folletti in colori pastello, che proteggono chi decide di attraversare il tunnel, all’interno viene realizzato un arcobaleno colorato e, dall’altra parte, il giovanissimo graffitaro Mr Thoms realizza un mostro che fagocita tutto quello che trova in vicinanza del tunnel con i suoi denti famelici.
La streetart al Quadraro diventa un modo per portare clienti ai propri esercizi commerciali, oltre che dare nuova linfa artistica al quartiere. Agostino mette a disposizione i muri della sua officina meccanica commissionando al noto artista Alessandro Sardella l’opera della Fenice poi messa a disposizione del progetto MURo perchè facesse parte del circuito. Allo stesso modo i gestori del GrandMa Bistrot hanno commissionato il murale del muro del proprio locale al noto artista tedesco Jim Avignon perchè realizzasse un’opera ispirata a Modigliani con un corpo di donna disteso attraversato da una strada.
Passiamo in via dei Pisoni dove Beau Stanton ha realizzato, sui muri di un edificio abbandonato, senza coprire al scritta “Roma ner core” un raffinatissimo albero con radici che continua a crescere (il quartiere Quadraro) contrapposto al teschio che rappresenta la violenza nazista. Proseguendo sulla stessa via troviamo l’opera di un artista americano di prim’ordine, Ron English, un Baby Hulk realizzato in soli 5 giorni su modello dell’enorme Hulk di Little Italy a New York e con le sembianze di suo figlio. Hulk cresce e si rafforza per combattere i nazisti e dissemina qua e là disegnini infantili sgridato da Topolino che indossa la maschera antigas. Ron ha studiato con Andy Warhol ed è molto impegnato nel sociale p.e. ha realizzato delle confezioni di Kellogg’s Cornflakes con animali grassissimi (che vendeva a 1 dollaro online).
Arriviamo a una delle mie opere preferite: “Esodati” di Maupal, Mauro Pallotta (qui potete vederlo e parlo anche del suo SuperPope) che raffigura Romolo e Remo con un trolley costretti ad abbandonare l’Italia, che non offre opportunità, per tentare la fortuna all’estero (Berlino, Londra, Dublino, Parigi). Devono andar via i talenti che a Roma non trovano spazio oppure chi va via da Roma non se la merita? E’ un cane (anzi una lupa) che si morde la coda. Questo murale era stato danneggiato dagli anti-progetto MURo stesso ed è stato restaurato dall’autore.
Proseguendo in via dei Quintili arriviamo ad alcune opere richieste dai proprietari degli stabili. Le rane di Veks Van Hillik che, inizialmente, voleva raffigurare due zebre ma a Roma la zebra è simbolo della Juventus e l’artista è stato costretto a cambiare animale 🙂 Rappresentano la fecondità del quartiere con una scritta in codice binario (0 1) come i moderni device che l’uomo usa oggi per comunicare. E’ stato realizzato in soli 2 giorni dall’artista accompagnato dalla fidanzata (ora sono sposati) a cui ha dedicato un cuore che si vede nella zampa della rana rossa. Dalla parte opposta l’artista L7M proveniente dalle favelas brasiliane ha realizzato un colibrì con il muso a pennello, il corpo con lo spray che maneggia con movimenti bruschi con sagome realizzate con lo stencil per velocizzare il lavoro ultimato in soli 2 giorni e mezzo. L’aureola rappresenta Roma Città Santa.
Passiamo al graffito di Daniele Tozzi che riprende gli antichi calligrammi romani per formare disegni con versi di poesie tra cui quello scelto per il Quadraro: “Il concetto resta estraneo per te se non hai il codice“. Dal lato opposto l’opera dell’hawaiano Buff Monster, che ha iniziato come autodidatta a Los Angeles con murales e poster, adesso naturalizzato newyorkese, ha realizzato le icone del sistema operativo Mac e progetti per Nike, Converse, ecc. Buff veste di rosa e aderisce alla filosofia del gelato all’inizio compatto che via via si scioglie (il suo claim è “Stay Melty!”), mescola pop-art statunitense e manga giapponesi.
Last but not least il meraviglioso ritratto realizzato dall’artista irlandese Fin Dac che non è uno street artist ma un urban artist. Parte da una fotografia di una modella che rilavora con estrema accuratezza trasformando una persona esistente in una geisha contemporanea. L’opera è realizzata su un muro privato con sole rosso su fondo giallo con una maschera in vernice turchese sugli occhi con effetto nebulizzato. Alla domanda: “Perchè questa maschera?” l’artista ha risposto: “Se te lo dico, poi dovrò ucciderti”. Probabilmente rappresenta una persona inesistente anche se verosimile. Il ciondolo K a catenella tra i capelli è dedicato ad un amico morto sul lavoro. Il lavoro è stato deturpato e poi restaurato dall’artista che ha raddoppiato creando un’altro volto femminile asiatico all’interno di un cortile privato. Per ovviare a questi atti di vandalismo e le relative rilavorazioni, senza dover mettere una lastra di plexiglass davanti alle opere, si sta utilizzando una resina che rende rimovibili scritte ad opera dei vandali dal costo di 40 euro a lattina a cui serviranno i contributi della visita guidata.
In primavera saranno organizzati oltre ai tour a piedi al Quadraro un Bike Tour che porta fino a Tor Pignattaro, zona in cui si stanno spostando i graffitari del progetto Muro. L’appuntamento è davanti al Caffè Carra sulla Tuscolana, quasi angolo con via dei Lentuli. Con la metro (Linea A) la fermata è Porta Furba-Quadraro. MURo è un’associazione no profit e tutto il ricavato dei tour (10 euro a piedi e il doppio col noleggio della bici) viene utilizzato per realizzare nuovi murales, per restaurare e proteggere tutte nostre le opere di urban art.