Da tempo desideravo visitare la Rocchetta Mattei, dove si può entrare solo con visita guidata prenotata online (avevo acquistato qualche mese fa due biglietti, poi ceduti per sopraggiunti problemi). La richiesta di Fabio fare tappe intermedie nel viaggio verso il Friuli mi ha fatto subito pensare alla Rocchetta. Segue il resoconto dell’agognata visita (siamo arrivati spaccando il secondo!).
La storia della Rocchetta Mattei
Davanti all’ingresso, la guida inizia a raccontarci la storia del castello definito “Rocchetta Mattei” dal nome del conte Cesare Mattei che lo fece edificare sulle rovine di una antica costruzione del XIII secolo, la Rocca di Savignano. La struttura del castello fu modificata più volte dal conte durante la sua vita e dai suoi eredi, e adesso è un labirinto di torri, scalinate monumentali, sale da ricevimento, camere private che richiamano stili diversi: dal neo-medievale al neo-rinascimentale, dall’Orientalista al Liberty.
Saliamo le scale e, attraverso un cortile quadrato che ci verrà illustrato al termine della visita, passiamo all’ampia sala (la Sala da Ballo) con la vetrata tonda che raffigura proprio il volto del conte Cesare Mattei, nato a Bologna nel 1809 in un ambiente colto e agiato, che si ritrova orfano e capofamiglia molto presto. Attivo sulla scena politica, fu tra i fondatori della Cassa di Risparmio in Bologna e ricevette il titolo di Conte da papa Pio IX, a seguito di una donazione terriera. L’esperienza politica fu per lui deludente perciò si ritirò da Bologna e iniziò a studiare, da autodidatta, una ‘nuova medicina’, da lui denominata ‘elettromeopatia‘. Nel 1850 acquistò i terreni dove sorgevano le rovine del castello medievale, con una preziosa falda acquifera sottostante, e iniziò la costruzione della “Rocchetta”, dirigendone personalmente i lavori. Sala dopo sala si dipana un mix di stili dall’orientalismo moresco, tanto di moda al periodo (ndr vai al post sul Castello di Sammezzano, principale esempio del genere) a cui si affianca il più elegante stile liberty, soprattutto negli arredi e l’effetto gotico delle alte volte, poi abbassate per riscaldare gli ambienti e, nella sala in cui siamo, trasformate in soffitto stellato. Si possono notare l’enorme lampadario prima alimentato a candele poi ad elettricità in stile liberty e il balconcino per i musicisti che suonavano dal vivo in occasione di serate danzanti. La vetrata col ritratto di Carlo Mattei fu aggiunta in seguito dalla figlia.
La Rocchetta divenne la dimora stabile del Conte Mattei a partire dal 1859 e vi conduceva una vita da signore medievale attorniato da una corte. Intanto l’Elettromeopatia lo rese famoso a livello mondiale attirando reali, artisti, scrittori da tutta Europa. Dopo la sua morte, la Rocchetta fu venduta dalla moglie e fu abbandonata negli anni ’80 fino al 2005 quando la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna acquistò il castello e intraprese un fedele restauro ancora in corso.
Passando al cortile, si notano la stanza bianca o del papa, riservata agli ospiti più prestigiosi. Il balconcino stesso è stato realizzato con alcuni pezzi di diverse epoche della collezione d’arte del Conte Mattei di cui si notano altri pezzi in giro per il cortile, spesso recuperati a poco prezzo in aste (le mensolette, le teste di legno di un’arca funebre del 1.300, la struttura in marmo con zampe in stile manierista e il tondo col cavaliere di Jacopo della Quercia dal valore inestimabile). L’ingresso in stile sobrio era quello ad ambulatori e sala d’attesa davanti al quale si formavano file di ore e ore, che iniziavano addirittura dalla Porrettana. Oltre ai reali e ai VIP, il Conte Mattei però non disdegnava di fornire cure a tutti quelli che ne avevano bisogno, anche gratuitamente, se non avevano modo di pagare.
Passando dall’ingresso moresco che porta alle scale e alle torri, notiamo una sala nobile in stile arabeggiante a righe gialle e rosse. Una scala a chiocciola era riservata agli ospiti illustri mentre una scala moderna porta alla Torre della Voliera in cui il Conte collezionava uccelli rari dall’Oriente. L’acqua era garantita da una cascata, utilizzata anche per fontane e giochi e portata ad ogni piano da turbine e cisterne. La porta grande in stile moresco, infine, è realizzata dalla copia di un pulpito il cui originale è esposto al Louvre (unica differenza: il font ottocentesco).
Il Conte Mattei va a Londra all’Esposizione Universale in cui sono state ricostruite le sale in stile moresco di Cordoba e dell’Alhambra di Granada e se ne innamora. Ispirato, realizza la sala più ‘fotografata’ della Rocchetta Mattei: quella con la struttura ad archi con righe in bianco e nero (anche se le originali erano rosse). L’abside è in stile medioevale italiano mentre il cielo e le pareti sono stellate. Nella realizzazione sono stati utilizzati materiali poveri che simulano quelli opulenti ingannando l’occhio umano; per esempio il soffitto non è nè in legno, nè in gesso ma è una tela bianca con senso di profondità e luminosità, gli archi leggeri sono in legno dipinto e i capitelli in gesso dipinto mentre le mezzelune con i santi sembrano in mosaico, ma sono pitture a muro incise a richiamare le tesserine. Proprio per questo, alcuni santi sono scomparsi e non avendo alcuna foto o disegno originario è stato impossibile restaurarli. La trabeazione all’ingresso riprodure Palazzo d’Accursio a Bologna con la scritta “Ricordati che devi morire” tipica delle cripte.
Sono molto particolari le scale esterne in cemento armato che sembrano alberi di legno. Un ponticello porta dalla Voliera alla Sala degli ospiti prestigiosi mentre gli uccelli erano liberi di abbeverarsi alla cascata accanto alla Torre. Gli orologi elettrici antichi posti sulle Torri sono ancora funzionanti. I 4 leoni del cortile sono un omaggio a Granada (dove ce ne sono 12). Lo spazio arabeggiante era riservato ai pomeriggi musicali con capitelli inizialmente blu e le piastrelle coordinate nei colori giallo, azzurro e blu realizzate da una fabbrica di azulejos.
Purtroppo la struttura ha subito una zona di abbandoni, vandalizzazioni e razzie prima del restauro ma alcuni decori e arredi originali sono rimasti mentre altri sono stati sostituiti da materiali più moderni come il tessuto damascato rosa cipria stile liberty e il lampadario stile liberty non funzionante ma riflettente la luce del sole. Il salottino degli ospiti era arredato con poltrone tutte diverse tra loro (non pervenute) e caratterizzato da tre ampie finestre, ognuna delle quali inquadra un monte diverso di quelli che circondano la Rocchetta.
Si passa alla Biblioteca di Cesare Mattei in legno d’epoca, alla stanza rossa (il tessuto delle pareti era di questo colore) con una specchiera in legno intarsiato, i comodini e il letto matrimoniale a baldacchino con, accanto, uno stanzino per la domestica. Anche qui, il soffitto non è di legno ma di carta di giornale pressata su lastre di legno con effetto fonoassorbente per insonorizzare completamente la sala che ospita tuttora un antico strumento musicale meccanico del 1910 e dischi originali a 78 giri. Era una sorta di Juke-Box ante-litteram dove inserendo un gettone si azionavano delle puntine che facevano sentire il disco prescelto (in uso a reali e miliardari dell’epoca).
Doveva essere piena di vita e di divertimento la vita alla Rocchetta Mattei, con musiche e balli nei cortili e spesso il famoso compositore Gioacchino Rossini in persona, uno dei pazienti del conte Mattei. Nel bosco attorno al Castello ci sono alcuni villini (ora proprietà di privati) adibiti a foresteria per ospiti meno illustri che arrivavano da lontano per le cure elettromeopatiche.
La chiesa di Alvar Aalto a Riola
Poco distanze, consigliamo di passare in un’altra struttura, assurda per il luogo in cui è collocata, il borgo di Riola: la Chiesa di Santa Maria Assunta progettata dall’archistar finlandese Alvar Aalto, maestro del movimento moderno, esponente del funzionalismo. Si tratta del primo, essenziale, luminoso, futuristico luogo dedicato al culto cristiano che l’architetto progetterà nella sua lunga carriera. Val la pena farci un giro e notare la pulizia della forma e degli arredi in un luogo dove una costruzione di questo tipo è del tutto inconsueta!