L’altro giorno ho fatto un’esternazione forte sulla mia bacheca Facebook dopo aver visto una foto di questi pseudo-vip tarantini in una delle loro seratone a festeggiare non si sa che cosa tutti griffati dalla testa ai piedi. Ho scritto di getto questa frase:
“marò quanto NON mi manca #taranto… con la sua mondanità inutile e pacchiana… la sua depressione sempre più nera… la noncuranza nei confronti della cosa pubblica e l’ossessione per la perfezione in privato… il continuo lamentarsi perchè qualcun’altro non ci dà quello che pensiamo ci spetterebbe. Non vedo l’ora di chiudere i ponti definitivamente con questa città orribile dove non ho scelto di nascere e ho maledetto per anni i miei che l’hanno scelta per vivere.”
Ho ricevuto tanti commenti che mi hanno fatto riflettere di più e voglio spiegare maggiormente questo mio sentimento negativo.
Iniziamo dall’ultima frase: si, quello che mi fa innervosire è che mio padre abbia scelto di vivere e farci nascere e vivere a Taranto che non era la città natale nè sua (era di Laterza) nè della mamma (era di Castrignano del Capo). Hanno scelto una città brutta, sporca, culturalmente inesistente (vedi mostre, spettacoli, ecc.), senza università (quando avremmo dovuta frequentarla noi figli), con opportunità per il futuro pari a zero (se togliamo le solite attività parassite quali impieghi statali o simili). Ripensandoci probabilmente 60 anni fa Taranto in Puglia rappresentava un posto magnifico con l’industria (Italsider) e la Marina Militare (e relativi indotti) fiorenti, curata e vivace, con un clima e un mare invidiabili che facevano ben sperare. Io ricordo gli oleandri per strada, il pavone alla Villa Peripato e tanti bei negozi e cose da fare ma forse perchè i miei mi hanno sempre costretta ad avere mille impegni e tra pianoforte, scout, inglese, ecc. non avevo molto tempo di capire l’involuzione della mia città. Peraltro ho sempre odiato i miei genitori che mi impedivano di vedere trasmissioni idiote alla televisione (cartoni tipo “Candy Candy”, “Non è la RAI” e simili) e di uscire il sabato pomeriggio per fare shopping con le compagne di classe. Così facendo mi hanno costretta a cercare altri modi, meno scontati, per svagarmi (vedevo “Mister Fantasy” e “Saranno famosi”, il telefilm vero!) e a rinchiudermi nelle mie riviste patinate, sognando di scappare via da Taranto verso una città più bella in cui vivere. Ricordo che avevo un quadernino dove segnavo, città per città, i negozi più belli (ora si direbbe i ‘concept store’ come CorsoComo10 a Milano e LuisaViaRoma a Firenze), i concerti rock, gli spettacoli teatrali e le mostre da non perdere in giro per l’Italia e per il mondo. Speravo di compiere quanto prima 18 anni per potermi allontanare dalla mia città che sentivo una gabbia che smorzava i miei sogni.
Sicuramente se mi avessero lasciata uscire con le compagne di scuola anche io adesso passerei le estati andando a cena, giocando a burraco e festeggiando i compleanni nei circoli esclusivi di Taranto (vedi Yachting o Canneto), tra i VIP tarantini che poi sono quelli con i soldi (tipo proprietari di negozi o di concessionarie) non quelli che fanno qualcosa di intellettualmente stimolante o di utile per l’umanità. Chiusi nelle loro case perfette, ristrutturate con marmi e stucchi, arredate con mobili di antiquariato e di design, nelle vie del Centro Storico o sul Lungomare mentre basta girare l’angolo per vedere palazzi fatiscenti, mezzi abbandonati, con sedie fuori dal portone abitati da persone che vivono di espedienti. Ricordo che della mia età conoscevo tutti quelli delle sezioni migliori dei due Licei scientifici e dei due Licei classici, solo quelli perchè si rimaneva chiusi tra noi, figli di notai, medici, magistrati, commercialisti, avvocati, professori destinati a diventare notai, medici, magistrati, avvocati, professori…
Scegliendo l’Università, l’alternativa che i miei mi diedero è stata: Torino (dove già lavorava e viveva mia sorella) o Bari (l’Università più vicina a Taranto). Ovviamente ho scelto l’alternativa più lontana alla mia città! La vita poi mi ha portato in altre città (Cambridge, Potenza, Milano e adesso Firenze) e ogni volta che torno a Taranto provo un senso di fastidio nel notare la dicotomia tra uno dei tassi di disoccupazione più alti in Italia e la quantità di abbigliamento firmato e costoso addosso a chi passeggia in via d’Aquino e via di Palma, tra la sporcizia e la trascuratezza delle strade cittadine con immondizia accanto ai cassonetti bruciati e le costosissime auto e i telefonini ultimo modello che ostentano i tarantini bene.
La cosa che mi indispettisce di più, però, è che la mia città, o meglio la mentalità dei suoi cittadini, è sempre rappresentata dalla definizione ‘molle Tarentum‘, coniata da Orazio oltre 2.000 anni fa. L’industria pesante (Ilva, Eni, Cementir, ecc.) inquinano in modo folle provocando morti e tumori non solo tra gli operai ma tra i bambini e i tarantini rivotano l’ex-Sindaco (che era al ballottaggio con il figlio di un ex-ex-Sindaco incommentabile) che niente hanno fatto non dico per risolvere ma anche solo per sensibilizzare sulla questione. Salvo poi lamentarsi in maniera sterile: ogni tanto una manifestazione ma solo se non si va al mare o non ci sono i saldi e tutti al concerto del Primo Maggio perchè è gratis e c’è tanta buona musica. Tanto Taranto è spacciata: se l’Ilva continua a produrre le malattie mortali aumenteranno sempre di più; se chiude, lascerà decine di migliaia di persone disoccupate in una città di zombie.
(Integrazione post-elezione del nuovo Sindaco di Taranto 26 giugno 2017): Taranto ha scelto. Ha scelto di andare al mare. Lasciando la città nelle mani di chi l’ha amministrata finora, senza il barlume di una strategia e, spesso, senza dignità. Taranto ha scelto mesi fa di consegnarsi ai soliti candidati espressione del centro-destra e/o del centro-sinistra, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E l’hanno deciso – anche e in primis – i candidati espressione di chi voleva davvero cambiare, divisi in tre gruppetti distinti, chissà perchè, poi? Disperdendo, così, i voti dei cittadini che davvero speravano in una miracolosa rinascita di questa disgraziata città. Voti che sommati tra loro nel primo turno avrebbero portato a un possibile, reale cambiamento. Ma con i SE e con i MA non si fa la storia. La storia si fa con i VOTI. E la STORIA ha deciso di tenersi a debita distanza da TARANTO. Povera città, espressione concreta della povera popolazione che la abita e che prima ha deciso di farsi la guerra sulle quisquilie, anteponendole al bene comune, e ieri ha deciso di andare al mare. Taranto ha quel che si merita, quel che meritano i propri cittadini.
E l’alternativa all’industria pesante? C’è sempre qualcuno che deve fare qualcosa per noi: Riva, lo Stato, i politici… mai nessuno che abbia voglia di rimboccarsi le maniche per pensare a qualcosa che nasca dal basso, dalla vera vocazione del territorio che potrebbe vivere di storia (i reperti della Magna Grecia del MARTA sono unici), turismo (un clima che permette di andare al mare da aprile a ottobre), gastronomia (una tradizione culinaria eccellente dalle cozze alle orecchiette). E aggiungo Innovazione, come ha dimostrato il bellissimo Startup Weekend di inizio giugno 2015 a cui ho avuto l’onore e il piacere di essere coinvolta, con tante idee interessanti, ragazzi preparati e motivati e la presenza di Confindustria e CNA locali interessate a scoprire nuovi talenti e nuove opportunità. Ancora non abbiamo imparato che ogni volta che le cose vengono imposte dall’alto sono una fregatura per chi le subisce?!
Ciao Laura, (mi permetterai di darti del tu anche se sono molto più giovane di te) mi sono imbattuto casualmente su questo articolo e ho deciso di risponderti. Odi Taranto, molti tarantini e tutto ciò che c’è intorno, “maledici” i tuoi genitori per avertici fatta abitare e sei scappata non appena hai potuto. Questo però, non ti rende una persona migliore, né più “elevata” rispetto a chi critichi tanto. Ho avuto la fortuna di aver visitato parecchi posti diversi, in Italia e non, ho la fortuna di essermi trasferito di recente a Verona (sono nato qui ma ho vissuto dal primo mese a Taranto) e molti dei problemi da te citati sono innegabilmente un cancro che affligge la Mia città. Il futuro a Taranto non è roseo, ma si intravede una luce, creata da persone che tu tanto disprezzi, molti figli di medici, notai, avvocati etc… che invece di scappare via trovando qualcosa di meglio o di più “facile”, cercano quotidianamente di tirare su una città che a causa anche dei suoi stessi abitanti (ma la politica ti posso assicurare che ha giocato un ruolo fondamentale, sapevi che l’Amat dovrebbe avere due traghetti per l’isola di S. Pietro ma uno dei due non è mai nemmeno stato acquistato? Dove sono andati quei soldi, in tasca a qualcuno o sono stati investiti nei servizi per i cittadini?) è crollata giù nel baratro. Chi rimane giù a Taranto non è un pigro o uno svogliato, spesso è qualcuno che ama troppo le sue origini per abbandonarle ad un triste epilogo e per queste deve essere applaudito, non aspramente criticato. Io stesso sarei voluto rimanere a Taranto, ma ahimè ho due fratelli e tre nipotini qui a Verona e la lontananza, dopo 21 anni, si fa sentire. Tornerei nella mia meravigliosa città (tutt’altro che povera culturalmente, dovresti fare un bel ripasso della sua storia o conoscere dei luoghi per “intellettuali” e amanti del “bello” quale sembri far trasparire dalle tue parole che sono molto frequentati) oggi stesso se potessi e mi caricherei (insieme a migliaia di cittadini volenterosi, la feccia la spedirei su un altro pianeta) tutte le sue problematiche per dare ai miei figli la Taranto che dovrebbe essere, e non quella che spesso viene raccontata anche dalle tue tristi parole di disprezzo. Ti faccio gli ultimi due appunti:
1. se credi che la differenza tra una mente aperta e piena di creatività la fa guardare un programma piuttosto che un altro, dovresti fare un viaggio nel tuo Io più profondo per capire se c’è qualcosa che non va
2. la rivoluzione parte dal basso, è verissimo, ma se dall’altro si viene ignorati e scherniti, il “basso” è destinato a soccombere.
Spero in un confronto quanto prima, nel frattempo ti saluto affettuosamente invitandoti a riconsiderare le tue parole che rischiano solo di dare un’immagine pessima della già abbastanza martoriata e tutt’altro che bisognosa di ulteriore negatività, Taranto.
Ciao Alessandro. Grazie per il tuo commento che ho letto attentamente. Non so perchè questo post scritto come sfogo sul diario personale sia quello più commentato di sempre. Rispondo alle tue osservazioni: 1) non mi sento superiore ai tarantini che sono rimasti a Taranto. Di mio padre, per esempio, sono nettamente inferiore (ha provato a cambiare le cose senza riuscirci) e non mi sento più ‘elevata’ di mia sorella e mio fratello che ci vivono attualmente. Non credo, però, che la vita lontano da Taranto sia più facile. Semplicemente ritengo che, dato che la vita è una sola, dobbiamo scegliere di vivere nel luogo che riteniamo più congeniale a noi e al nostro progetto di vita se abbiamo la fortuna di potercelo permettere. Non assolvo, però, i tarantini dalla classe politica che essi stessi continuano a votare, consapevoli del fatto che abbia portato Taranto al degrado, nè credo che le iniziative personali e dal basso siano in grado di risolvere problemi quali quello ambientale e occupazionale. Sul glorioso passato di Taranto sono d’accordo ma è come parlare della gloria di Firenze nel Rinascimento. La cultura è quella che si vive e si respira giorno dopo giorno, non quella tramandata dal passato. Un applauso dunque a Eva Degl’Innocenti che ha riavvicinato il MARTA ai tarantini e ha creato il MartaLab, unico FabLab in un museo archeologico in Italia. Splendida la Jonian Foundation e il suo giro alla ricerca (scientifica) dei delfini al largo. Ma non basta … Ti dico anche che, ora che mi sono sbarazzata dell’obbligo di dover tornare a Taranto la sto apprezzando anche di più per la bellezza del suo mare e alla sua autenticità, che paragono al Salento diventato di cartone (e caro assatanato oltre che affollatissimo) per rispondere ai desiderata dei turisti settentrionali o stranieri. Grazie per il consiglio: sto già lavorando su di me per dare spazio alla gratitudine rispetto alla negatività. Le mie parole, lo ripeto, sono un semplice sfogo personale scritte su un blog invece che su un diario. Un saluto da Firenze e grazie ancora per il tuo commento. Ti auguro di vivere nel luogo che più senti tuo!
Grazie della tua risposta, Laura. Credo sia il più commentato perché fa male sentire aspre critiche (scritte in maniera un po’ troppo esagerata). Per il resto, sono pienamente d’accordo con te, non intendevo affatto che vivere lontano dalla città in cui si è stati per molti anni sia facile, anzi! Abituarsi a un clima, una società, un modo di vivere diversi, seppur simili, è sempre motivo di stress e serve una grande capacità di adattamento, che sono sicuro tu hai. Ti auguro un felice nuovo anno e un buon proseguimento nella città di Firenze, che ho avuto la fortuna (anche se per pochi giorni) di visitare e apprezzare, un abbraccio!
Ciao Laura, son capitato per caso su questo tuo blog e questo tuo articolo, e, da emigrante come te, pur riconoscendomi in alcuni aspetti che riporti della nostra città, non riesco a odiarla. Non so quando tu abbia lasciato Taranto, io a 19 anni, nel 2000, prima le Marche per l’università (seguii un amico, anche se a Taranto era appena nata la facoltà di giurisprudenza) poi a Roma per lavoro.
Noto solo alcune incongruenze nel tuo racconto, e successivi commenti, ovvero non capisco come tu faccia a denigrare Taranto per i “circoli chiusi” e le persone che si atteggiano ad essere chic, e poi apprezzi città come Firenze o Milano dove la “chiccheria” si taglia col coltello, e ti parla una persona che per brevi trasferte di lavoro c’è stata in entrambe.
Non considero peraltro Taranto peggiore di tante altre città del Sud, potrei dire che tutto il Sud è Paese. Forse Roma rappresenta l’ultima frontiera del Sud, per questo mi trovo ancora bene….Non solo la bellezza ma anche la qualità della vita è soggettiva. LE statistiche inseriscono sempre i soliti parametri per cui vincono a mani basse le città del centro- nord (ordine, sicurezza,, ricchezza, ecc), io ti dirò che quando sono stato nelle Marche (paradiso terrestre sotto questi punti di vista) mi stavo ammalando di depressione.
LA città dove mi trovo meglio (forse anche per radici campane da parte materna) è Napoil, pur con tutti i suoi problemii. Mi ci trasferirei se potessi anche domani.
Spero che col tempo, e con la distanza, magari un giorno riuscirai a detestare Taranto e il Sud un po’ di meno. Le nostre radici, anche se ci ostiniamo a cancellarle, sono come un tatuaggio. Ce le porteremo dentro per tutta la vita.
Si hai proprio ragione. Quest’estate è successa una cosa strana: ora che ho quasi ‘risolto’ tutte le ‘pendenze’ sia emotive (morto padre, madre e zia che abitava con noi) che economiche (svuotata e venduta casa di famiglia), non volevo tornare a Taranto. Ma mio figlio ha preferito farlo invece di andare una settimana in Sicilia perchè a lui piace Taranto (anche se non ci ha mai vissuto). E ho pensato che sarebbe bello trascorrere i tre mesi estivi a Taranto, per dare a mio figlio un minimo di radici che io ho combattuto finora … boh, sarà la vecchiaia, la consapevolezza che abbiamo (e avevamo) delle cose bellissime attorno a noi, insieme a tante cose bruttissime … alla fine ora che non sono più costretta penso che mi piacerebbe tornarci … strana la vita, vero? Grazie per il tuo commento!
Laura lasciali perdere è troppo comodo per certa gente riunirsi sotto una bandiera e chiudere gli occhi in faccia alla realtà, non sei l’unica a cui hanno rovinato parte dell’esistenza o l’esistenza intera per via dei loro primitivi e criminali comportamenti. ti auguro il meglio altrove almeno tu ci sei riuscita a sganciarti da questa città c’è invece chi per motivi logistici ed economici deve ancora subirla, un salutone e un abbraccio ciao.
Passa a trovarmi a Firenze. In questi giorni, svuotata dalle consuete orde di turisti stranieri, è ancora più abbagliante nella sua bellezza!
Ciao Laura,
se già Orazio parlava di “imbelle Tarentum”, alludendo al suo essere gaudente, un motivo ci sarà pur stato.
Per il resto, il tuo post coglie delle verità risapute, a me ha ricordato un capitolo del libro di De Cataldo “Terroni” che consiglierei a tutti di leggere. Troppo facile andare altrove per sparare a zero su Taranto e sui tarantini che in fondo è come sparare sulla Croce Rossa. E poi diciamocela tutta, nonostante i tantissimi problemi, qui si vive troppo bene: basta non avere ambizioni, qualche soldino in tasca e sapersi godere l’attimo, possibilmente calandosi in un proprio microcosmo. Si tratta soltanto di scelte, come quelle che fecero i tuoi genitori, che hai fatto tu o chiunque altro.
Di certo, se mai cambierà qualcosa sarà soltanto per fattori esogeni, il tarantino è fatalista e rassegnato in partenza, ma anche questa è una filosofia (opinabile) di vita…😉👋
Ciao ma io e te ci conoscevamo a suo tempo? Il tuo nome, non comunissimo, mi ricorda qualcuno.
Certo Laura, la prima volta in cui ci conoscemmo, ad una festa di compleanno a San Vito, facevamo addirittura le scuole medie. Poi, nel tempo – Milano compresa – ci siamo incrociati a distanza diverse volte, attraverso amicizie in comune. Io, da inguaribile nostalgico, sono ritornato sul luogo del misfatto, cioè Taranto. Per puro caso, navigando in rete, mi sono imbattuto nel tuo blog e ho voluto dire la mia…
Pensa un po’ … ti scrivo!
Non capisco una cosa. Se odi Taranto e non hai nessun interesse nei confronti della città che bisegno c’è di esternarlo con tutto questo impeto? Personalmente se a me un posto fa cagare lo ignoro e basta! A tutti i tarantini sono noti i problemi da te elencati ma la maggior parte ne soffre e cerca, nel loro piccolo, di cambiare le sorti (maledette) di questa città. Quindi, se puoi, ignoraci più che altro nel rispetto di tutta quella gente che ha avuto il coraggio di rimanere e si impegna per cercare di ricavare qualcosa di buono che ancora rimane. Grazie!
Sono sul mio blog, una sorta di diario personale, e manifesto con l’impeto che voglio il disgusto per un luogo dove ho trascorso 18 anni della mia vita e dove ancora, purtroppo, mi tocca tornare per questioni ereditarie. Credo che il male di Taranto sia insito in primis nei tarantini che dovrebbero scendere in piazza tutti i giorni e far in modo che la situazione incivile che vivono operai e bambini, uomini e donne. Gli stessi tarantini che si sono attivati in massa per votare Diodato a Sanremo ma non si sono mossi con la stessa numerosità e passione per votare al referendum a favore della chiusura della fabbrica maledetta o per un Sindaco di ‘rottura’ col passato. Prego!
Sapessi quante volte la gente è scesa in piazza a manifestare! Ma credi davvero che chi ha il potere di fare qualcosa non conosce la situazione in cui versa la città o non conosce lo stato d’animo dei Tarantini? Il problema è che se fottono. Giorni fa facevo una considerazione. Viviamo in un mondo che sta andando a rotoli tra cambiamenti climatici, inquinamento, scioglimento dei ghiacciai ecc. e nessuno si preoccupa di far niente nonostante sappiamo benissimo che fine saremo destinati a fare; figurati se si devono preoccupare del problema di Taranto che è un puntino insignificante del mappamondo. L’unica soluzione sarebbe una violenta rivolta ma a quale pro? A pagare sarebbero sempre i soliti poveretti. Vedi cara Laura, la colpa non è dei Tarantini, loro il problema lo subiscono mica lo creano. Non credere che gli abitanti del tuo nord siano tanto meglio. Possiamo stare a parlare per ore di che tipo di gente è. Ho vissuto per alcuni anni a Milano quindi parlo con cognizione di causa. Poi quando vieni a Taranto mi paghi un caffè e te lo spiego. Però, rilassati un po’…
Tecnicamente vivo a Firenze quindi al centro 🙂 grazie per il caffè che accetterò volentieri quando sarò a Taranto… ci mancava il coronavirus, per bloccare tutto e, soprattutto, bloccarmi a casa col bambino senza scuola. Aiuto!
Accetti il caffè? Veramente me lo dovevi pagare tu…😜. Comunque lascia stare il caffè, di questi tempi è meglio che ognuno resti alle proprie case. Buona fortuna…
Io non sono tarantino, ma ho vissuto la città per diversi motivi.
Tutte le grandi città come Taranto hanno problemi, Firenze, Roma, Napoli, Torino, Milano, hanno problemi di degrado, sporcizia,inquinamento violenza, disoccupazione. Poi ognuno vede ciò che vuole, i fighetti li trovi solo a Taranto? Milano o le altre città no? Parla del fatto che nessuno si rimbocca le maniche per cambiare le varie situazioni di degrado o di mancanza di vita culturale. Però lei è scappata, e si aspetta che siano altri a realizzare ciò che lei pensa. Questo è un atteggiamento infantile, e lei pratica lo sport che ha maggior proseliti, cioè quello dello scarica barile. Forse non si è neanche mai data la pena di andare a vedere il museo con gli Ori di Taranto, e certamente non ha mai preso parte al festival della Valle D’Itria. Lei odia ciò che non conosce, questo è in genere un modo di fare da persona ignorante (colui che ignora o vuole ignorare). Cerchi di conoscere la storia e la cultura della sua città nativa poi potrà avere una visione ampia e non preconcetta. Buona vita
Salve. Ogni tanto questo post riemerge dal passato con commenti di persone che non mi conoscono. Io non sono fuggita: sono andata all’Università che, ai miei tempi, per fortuna, non c’era a Taranto. E non sono più tornata perchè ho trovato opportunità professionali altrove, per fortuna. Quando vivevo a Taranto frequentavo il Liceo Musicale, studiavo al Liceo Scientifico, andavo agli scout e sono andata più volte al Museo (anche quando non si chiamava ancora Marta), avevo tessera dei concerti, del teatro, ecc. Sono consapevole della storia e della cultura della mia città e, proprio per questo, mi fa pena vederla ridotta in questo stato. Non sono fuggita, ho scelto di vivere altrove, in luoghi dove non mancano inquinamento e disoccupazione ma dove non mancano neanche opportunità professionali e culturali di elevato livello. La vita è mia, è una sola, non vedo perchè, avendone la possibilità, devo tornate in quella valle di lacrime che è la mia città dove sono disgraziatamente nata. Buon anno a lei !
Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare. (Albert Einstein)
Non giustificarti, hai perfettamente ragione. Aggiungo che la colpa non è strettamente di Taranto ma dei tarantini. Mai visti 250.000 sociopatici e psicopatici tutti insieme nella stessa città. Da quando è arrivata la tecnologia poi credono di sapere tutto, i tarantini sono come dei Neanderthal a cui è stata regalata la tecnologia, vedo che in alcuni commenti criticano il fatto che sei andata via, hai fatto benissimo, evidentemente sei una persona onesta e volenterosa per questo ti trovavi a disagio tra i tarantini. Credimi non sono persone normali, dovrebbero essere studiati da psicologi e psichiatri. I problemi ci sono anche nelle altre città ma sono provocati da disservizi amministrativi non dagli abitanti, nelle altre città si trovano i sociopatici e gli psicopatici ma sono in minoranza e non 250.000 nella stessa città. Parlano di “vita semplice”, “le cose semplici della vita” e poi li senti che pretendono macchinoni e appartamenti, l’ultimo smartphone e se per caso non hai quello che hanno loro si mettono a criticare. I tarantini credono, nella loro ignoranza, di avere un gemellaggio con le isole caraibiche per via del clima, fanno finta di essere di spirito Cubano, invece non sanno che il clima e la scietà in cui vivono al massimo può fare gemellaggio con il Medio oriente, infatti la mentalità terrorista (ergo psicopatici e sociopatici) è la stessa. Se la città di Taranto venisse evacuata dai tarantini e data in mano a Romeni o Albanesi la città fiorirebbe, diventerebbe un bel posto in cui vivere. Spero che troverai una sistemazione lontano da Taranto, anzi mi correggo, lontano dai tarantini. Ciao
Dici le cose che affermo anche io, ma in modo ancor più netto. Occhio, però, che i milanesi hanno trasformato il Salento nella Milano d’estate come servizi e prezzi e forse allora meglio una terra vergine come Taranto per sperimentare cosa potrà essere il futuro post-industriale. Evacuando i tarantini rimasti prima, però 🙂
Le manovre economiche che un popolo fa su un’altro sono artifici inventati dall’uomo. Le terre sono uguali ovunque sul nostro pianeta, quello che le distingue è solo il clima e la Terra non ci appartiene. Nella falsità dell’essere umano il valore che può organizzare la vita di tutti è il comportamento di un determinato popolo che occupa una determinata regione.Nel caso del popolo tarantino si evince un comportamento deprolevole, denigratorio, falso. Nel loro modo di fare affiora una vena mafiosa marcata (per essere mafioso non serve essere dei criminali, la parola mafioso etimologicamente determina un comportamento strafottente e apatico, non hanno rispetto ed interesse della vita altrui), si limitano a fare gruppetti di soggetti che si conoscono tra loro convinti di essere unici nel loro genere (disturbo che ritrovi in soggetti psicopatici). Hanno un alto senso cinico,godono nel vedere gli altri stare male (sadici) o apatici (disturbo che ritrovi in soggetti sociopatici). Ora queste sono caratteristiche che si possono ritrovare in tutti i popolo sparsi nel mondo, ma quello dei tarantini è un caso raro, 250.000 malati di mente che vivono nella stessa città.
Penso che probabilmente io stia sprecando il mio tempo a commentare questo sfogo, che sembra più una brutta pagina di un diario personale che un articolo di un/una blogger. A giudicare da ciò che si evince dagli indizi nel testo, l’età ci sarebbe tutta per potersi esprimere con maggiore tatto, cultura e maggiore tridimensionalità
concretezza su questi argomenti che non solo riguardano la città di Taranto, ma moltissime altre città italiane e del mondo, compresa Firenze, che adoro e in cui ho abitato per anni (e in cui aveva sede il mio giornale sull’ambiente). Ultimamente la città di Firenze, forse mai stata a misura d’uomo, è inquinata ai limiti della vivibilità e versa in uno stato di prostrazione mai visto, con puzza di piscio e strade sporche. Torino o Milano, poi, per favore… si gira con la mascherina a giorni alterni. Che dire? Io certo pur essendo, a differenza sua, una fiera tarantina non amo stare a Taranto e non ci vivo da ben 35 anni, soprattutto perché le problematiche ambientali sono impossibili da ignorare. Ho vissuto gli anni ’70 e ’80 tra droga e delinquenza, piaghe all’ epoca diffuse in tutte le città medie e maggiori per concentrazione abitativa… ma l’ambiente pulito per me è essenziale wuando scelgo un posto in cui mettere radici. Quedte le mie opinioni e le mie scelte… Ben diverso dire invece come lei infantilmente fa:” Perché odio.. Mancanza di cultura… Meglio Milano, Torino e Firenze”, o addirittura: “I vestiti firmati in via D’Aquino!” Conosco da anni un certo signor Alessandro Marescotti, tatantino DOC da cui lei e moltissimi altri potrebbero prendere esempio. Un tarantino che combatte contro i veleni e gli avvelenatori per la sua città o ovunque sia necessario e lui possa farlo. Tarantino che è incorso in gravi problematiche legali con i magnati dell’Ilva proprio per aver denunciato per primo a gran voce la piaga dei veleni dell’Ilva che hanno infestato non solo Taranto, ma altre città portuali in tutta Italia. Mi lasci dire che invece lei, che si dimostra una piccola persona, in questo articolo molto idiota, offensivo, superficiale e superbo, dovrebbe rivalutare con maggiore umiltà le sue capacità e risorse culturali. Magari torni a scrivere un diario personale! Sfogherebbe così i suoi brufoli letterari senza che qualcun altro si possa imbattere nei suoi suppurati sproloqui e debba perdere tempo a risponderle come ho fatto io. Pulizia ci vuole, badta con l’inquinamento anche in questa forma. Saluti e si riguardi.
Questo blog è il mio diario personale, per questo il suo commento non mi offende, anche se la sua intenzione era questa. Seguo Marescotti e sogno come lui una città vivibile su tutti i piani: lavorativo e ambientale. Secondo me, però, rimarrà un sogno suo e di pochi idealisti perchè il resto della cittadinanza continua ad esprimersi diversamente quando si va alle urne. Buona anno anche a lei e, la prego, non perda tempo nel 2019 a leggere e rispondere su blog che non condivide!
Il tuo blog è interessante, non dare retta a chi ragiona con la pancia o con la testa malata. Si percepisce dai vari errori di battitura,lettere mancanti o sbagliate dell’utente sopra, che la risposta è data da impulsi emotivi e non ragionati. L’inquinamento a taranto è un problema ben diverso dall’inquinamento nelle altre città, lo smog e la diossina inquinano in modi diversi. Sono un fan delle
metafore che spiegano concetti complicati (quando danno informazioni utili alle persone e soprattutto spieghino argomenti coplessi ai profani e contribuenti delle tasse). Quindi quì andrò a semplificare,non che io sappia tecnicamente nel complesso, ma ho capito il meccanismo…..lo smog inquina e fa male al nostro organismo, ma se ad esempio 5 particelle di smog contengono 10 tossine,
5 particelle di diossina ne contengono 1000 di tossine (un esperto saprebbe spiegare meglio), questo è solo il concetto del funzionamento, inoltre i due tipi di particelle attaccano il nostro corpo in modi diversi, ovviamente la diossina è molto più velenosa ed aggressiva. Questo è un bel blog, vai avanti così.
[…] perchè mi permette, una volta tanto, di parlare di Taranto in termini positivi (qui il mio post Perchè odio Taranto) raccontando la storia di un’azienda che promuove l’eccellenza tradizionale tramite […]
Nulla da aggiungere a quello che hai scritto, tutto vero.
Rispetto ai ricordi di chi ha lasciato la Città alla fine degli anni 90, i pochi, sopravvissuti amici ancora a Taranto, mi raccontano di come la Città sia precipitata nel degrado sociale-culturare, più che estetico. Un vero e inspiegabile peccato.
Che tristezza! Eppure avrebbe le carte in regola per trasformare la città vecchia in una nuova Ortigia e vivere di turismo…
Ho trascorso (sprecato) a Taranto 10 anni della mia vita, dagli 8 ai 18, negli anni 80 durante i quali in città si è combattuta una guerra sanguinaria e crudele tra clan. Al tuo articolo, di cui condivido tutto, aggiungerei anche il mio personale ricordo della dilagante criminalità.
[…] scorso a febbraio sono stata una settimana a Taranto e, iniziando dalla cucina, ho iniziato a controllare quello che era presente nei mobili: armadi, […]
Taranto probabilmente è una città piena di problemi, ma è bella… anzi meravigliosa…. e questo è un dato oggettivo. Lei parla di gente di sua conoscenza che la trova orribile… invece quella che conosco io e che viene da fuori se ne innamora a prima vista… Lei è piena di preconcetti… forse anche condizionata da una superbia di fondo… si goda il nord… che noi continuiamo a goderci la nostra terra, il nostro sole, il nostro mare, il nostro ottimo cibo e la nostra cultura… che è vasta e notevole, glielo assicuro… e se le fa tanto schifo, si tenga a debita distanza da noi… brutti, sporchi e cattivi… stia con i buoni come lei, con i radical chic con la puzza sotto il naso… , chè a Taranto siamo troppo indietro per tenervi testa….
Salve. La ‘bellezza’ non è un dato oggettivo, ma soggettivo. Le classifiche della qualità della vita, invece, cercano di essere oggettive e, ahimè, pongono Taranto sempre agli ultimissimi posti ormai da anni. Firenze non è Nord, ma Centro. Ma al Nord, in particolare a Milano, vivevo benissimo. Pagavo le tasse ma poi vivevo in una città che funzionava. Cambiavo lavoro quando mi annoiavo di quello precedente, senza avere parenti amici dei politici. Il sole, il mare, il cibo non bastano per vivere decentemente. Ci sono anche alcuni commenti di tarantini tuttora residenti a Taranto che la pensano come me. Saranno anche loro radical chic?!
TARANTO FA IMBARAZZO PER QUANTO SIA VOMITEVOLE…190000 PERSONE UNO SULL’ ALTRO NELLO SPAZIO DI UN PAESE…PUZZA DI PISCIO OVUNQUE,ESCREMENTI DI CANE TALMENTE FREQUENTI DA NON POTER CAMMINARE 100 METRI DIRITTO…
CARTE E PATTUMIERA COME PIOVESSE,CAFONI TATUATI E TAMARRI PIENI DI BIGIOTTERIA AL COLLO E AL POLSO CHE POI FANNO I PAECHEGGIATORI ABUSIVI…E POI GIUSTO A COMPLETARE IL QUADRO,LA DEMENZA CHE SPINGE LA.GENTE AD ABITARE SUI TAMBURI….È FOLLIA….DIO MIO CHE SCHIFO.
IN QUESTO BLOG FANNO TANTO I SAPIENTI…MI VIENE DA RIDERE.
TARANTO AVREBBE TANTO DA OFFRIRE IN TERMINI DI TURISMO ,GASTRONOMIA…MA MA PURTROPPO È PIENA DI GENTE CHE COME IN QUESTO BLOG FANNO FINTA CHE TARANTO ABBIA SOLO DEI ## PROBLEMINI ##….QUANDO INVECE È UNA TRAGEDIA DI POLITICA CORROTTA È PILOTATA DA CHI HA CAPITO CHE POTREBBERO FARE DI TUTTO AI TARANTINI TANTO NESSUNO DIRÀ E FARÀ MAI NULLA ,DI IGNORANZA A TUTTI I LIVELLI,DI OPPORTUNITÀ PARI AL BURUNDI…EH PERÒ L COZZ D TARND NO L TEN NISCIUN…
ANDATE A CAGARE.
Laura, molto probabilmente anche io se fossi rimasto a Taranto mi sentirei offeso dal tuo post. I tarantini riescono a vivere ed essere felici nonostante tutto. All fine basta non leggere i giornali, far finta di niente during i wind day, evitare le buche quando si guida, guardare Studio Cento, parlare ci calcio nelle serate con amici e prendersela con la sorte quando un tuo caro muore di cancro.
Riguardo la questione lavoro, chi e’ rimasto e’ perche o ha corrotto qualcuno (raccomandazioni varie) o perche’ e’ figlio di qualcuno. Io di gente che si e’ fatta da sola a Taranto non ne conosco. Emigriamo, cerchiamo di smaltire la bile. Non ci fa bene 🙂 per poi cosa? Felici loro….
I Wind Day … esistono solo a Taranto. E magari i tarantini pensano che sia normale non poter uscire di casa, andare a scuola, ecc. quando il vento porta le polveri velenose verso la città. Da Chimica mi chiedo: in casa cosa si respira, aria pura? Grazie Marco. Che peccato: un grande passato annegato in un triste presente.
ciao non avevo letto il tuo articolo e ritengo che molte tue considerazioni siano corrispondenti al vero per cui hai la mia solidarieta’ di fronte ad attacchi che non vogliono vedere la realta’ ma si trincerano dietro la difesa strenua della citta’ cosi’ com’è !! , avremmo bisogno delle risorse e delle conoscenze di tutti i ” tarantini” che sono cresciuti ” fuori dalla piccola cittadina provincialotta” per far ” cambiare verso” una volta per tutte a questa bella citta’ ( cosi’ dicono i turisti che la visitano per la prima volta ) e Startup weekend è stata un’ottima occasione speriamo di rivederti in altre che contribuiscano alla crescita sia ” economica ” che ” culturale” della Taranto di domani ( se ci sara’ ) !! saluti e buone esperienze internazionali
Grazie per il commento. Dato che questo è un post che ho scritto un paio di anni fa, vorrei capire dov’è stato pubblicato (anche in privato) dato che non mi sono mai arrivati così tanti commenti, a favore e contro quel che ho cercato di esprimere, a distanza di tempo. Il traffico arriva da Facebook quindi in qualche gruppo di cui non faccio parte?
Non è la Rai è una trasmissione degli anni ’90 mentre Mister Fantasy e Saranno Famosi invece sono tra fine anni ’70 e inizi anni ’80. Quindi non possono essere considerati programmi alternativi. C’è un po’ di confusione come su tutto il resto d’altronde.
Se Mister Fantasy non è un programma ‘alternativo’ (nel senso di ‘non convenzionale’ non ‘in alternativa’) specialmente se visto da una bambina di circa 12 anni dimmi tu quali programmi lo sono … Non è confusione, sono le mie sensazioni e i miei ricordi di bambina e ragazzina. Non sono una reporter o una giornalista, ma una persona che scrive quello che prova.
Dico solo che è sbagliato dire che guardavi Mister Fantasy o Saranno Famosi in alternativa a Non è la Rai perché quest’ultimo è arrivato dieci anni più tardi. Ribadisco che c’è un po’ di confusione nella foga dei luoghi comuni che hai sciorinato e non soltanto sulla tv.
Ripeto “alternativa’ nel senso di “inusuale”.
Mister Fantasy e Saranno Famosi li vedevo quando ero bambina.
Non è la RAI viene dopo ma non era ‘alternativo’ ai primi due.
Spero di essere stata chiara adesso.
Tu scrivi: Peraltro ho sempre odiato i miei genitori che mi impedivano di vedere trasmissioni idiote alla televisione (“Non è la RAI” e simili) e di uscire il sabato pomeriggio per fare shopping con le compagne di classe. Così facendo mi hanno costretta a cercare altri modi, meno scontati, per svagarmi (vedevo “Mister Fantasy” e “Saranno famosi”, il telefilm vero!). Vale a dire: i tuoi non ti facevano vedere Non è la Rai e non ti facevano uscire con le amiche e tu per compensare guardavi Mister Fantasy e Saranno Famosi. E c’è un paradosso temporale oltre a un uso eccessivo del verbo odiare. Odiavi i tuoi genitori, provi odio per Taranto ecc ecc ecc .
Articolo superfluo e pieno di luoghi comuni.Taranto è storia,tradizione, buon cibo e gente che si impegna per la sua terra, non solo vastasi e ignoranti come dici tu, che rimangono sempre la minoranza anche se a volte più rumorosa.Poi che sia una città brutta lo dici tu, mentre a detta di chiunque la visiti è una città meravigliosa, anche con tutti i suoi problemi, alcuni anche più grandi di lei e di tutti noi.Oggi si sta cercando di invertire 60 anni di industria pesante, ci vuole pazienza e non esiste la bacchetta magica, ci sono tante inziative, stanno arrivando fondi e la città si muove ritrovando la sua vocazione.Odi la tua città natale,odiavi la gente,persino i tuoi genitori,dai l’impressione di una persona insoddisfatta che maschera questo sentimento dietro il disprezzo cieco e becero per il posto che l’ha cresciuta.Rimani nella tua campana di vetro da scribano, nella tua ignoranza e non tornare più, perché a Taranto ci hai solo vissuto per un po, ma non l’hai mai conosciuta e sei anche poco informata….Taranto è dei tarantini e di chi la ama sempre, non sei tu e non lo è il tuo blog.
Che peccato vedere sprecate le enormi risorse di una città che ai tempi della Magna Grecia e dell’Antica Roma doveva essere davvero meravigliosa. Ma oggi non è meravigliosa agli occhi di chiunque la visiti, posso assicurartelo! Palazzoni sgarrupati, strade sconnesse e sporche, inquinamento letale: ecco com’è Taranto. Ma ancora aspetta i fondi invece di rimboccarsi le maniche: alleluja! Sono tarantina anch’io, purtroppo, perchè avrei meritato di meglio. Ma il meglio ho avuto la fortuna di costruirmelo. Scappando da Taranto, per sempre.
Il problema sta proprio nel fatto che Taranto sia dei Tarantini
Un post che è uno schiaffo, ecco perché tante levate di scudi, ma come darti torto? In passato ho spesso affermato: bisogna rimanere qui, dobbiamo cambiarle noi le cose! Pura illusione, le ultime elezioni lo provano, così adesso non me la sento di consigliare i ragazzi alla “resistenza”, anzi gli invito a “fuggire”, bisogna pur rendersi conto delle cose. La fotografia della “bella società” che hai fatto è ben esposta, e condividerei in toto la tua esternazione, forse con una differenza, io non odio Taranto… e lei che non ama me.
… purtroppo!
Ciao Laura, ci siamo conosciuti proprio durante lo Startup Weekend qui a Taranto (ero uno degli organizzatori). Condivido buona parte (ma non tutto) di quello che hai scritto. Mi farebbe piacere però raccontarti anche quello che, tra mille e più difficoltà, si sta cercando di fare per ridare un futuro almeno dignitoso a questa città dalle incredibili potenzialità. Taranto è in parte come l’hai descritta, in parte molto diversa e fatta di persone che lavorano per provare a creare qualcosa sul territorio (seppur in netta minoranza). Vista la tua esperienza lavorativa/professionale, sarebbe interessante e utile avere un confronto su questi progetti.
Questo è un commento che apprezzo! Lo so che c’è tanta gente seria che si dà da fare per migliorare. Mio padre era uno di quelli, mio fratello è uno di quelli … ma è difficile, molto difficile! Anche a me piacerebbe molto ascoltarti e, magari, poter raccontare una Taranto diversa, creativa e laboriosa. Perchè le potenzialità ci sono eccome! Sono stata a Bilbao che era messa ben peggio di Taranto: acciaio e crisi, senza avere storia e cibo. Ebbene: è la seconda meta più visitata della Spagna dagli spagnoli. E io sogno … PS ma questo post è stato linkato da qualche parte? Come mai sto ricevendo improvvisamente tutti questi commenti? 🙂
Ma sai almeno cosa significa “Molle tarentum”? O a scuola ci sei andata per imparare a fare la blogger? Stendiamo un velo pietoso sul resto.. articolo superficiale e mal scritto. Auguri
La blogger la faccio nel tempo libero, infatti questo è il mio diario personale: nessuna velleità da testata editoriale. Quindi scrivo quello e come mi pare. Mi fa piacere che a Taranto siate pronti a levare gli scudi per chi parla male della tipica attitudine del tarantino (estenderei a meridionale) ma avete poca energia quando si tratta di rimboccarsi le maniche per cercare di cambiare le cose in meglio. Buona fortuna: ne avete davvero tanto bisogno!
Che articolo infantile!!! Menomale che lei è andata via da Taranto. Di gente come lei la città non ne ha bisogno.
Non dirlo a me! Sono davvero contenta di essere andata via da quel mare di inciviltà e ignoranza che ha portato la città ad essere completamente priva di speranza per chi ci abita.
Senza offesa ma mi sembri la classica terrona rinnegata, tutti sappiamo di che problemi soffre il sud, ma tu cosa hai fatto per cambiare? Parli di rivoluzione dal basso, ma tu sei semplicemente scappata! Non dico che hai fatto male, ti sentivi di farlo e lo hai fatto, ma evita di fare la lezioncina, di gente come te c’e ne tantissima e sinceramente non serve a molto, al sud servono persone che decidono di restare e di costruire nonostante le mille difficolta’, per fortuna persone cosi’ ci sono, ma sono poche, e noi di quelle abbiamo bisogno!
Ciao. A me non interessa affatto cambiare il Sud, perchè il Sud non vuole cambiare. Mi è capitato di nascere in una città, Taranto, che non ho mai amato e che continuo a non amare, una città che non offre nulla, se non inquinamento, disoccupazione, malattie a chi ci abita. Ho avuto la fortuna di poter studiare altrove all’Università e per seguire un Master, e di non vivere più a Taranto da 32 anni. Ho adesso la fortuna di vivere nella città più bella del mondo, Firenze, dov’è nato mio figlio. Non sono scappata: 32 anni fa non c’era l’Università a Taranto. Questo è il mio blog: scrivo quello che penso e quello che mi va. Mi fa piacere che al Sud ci sia gente che decida di rimanere ma di vita ce n’è (occhio, perchè si scrive così non come hai scritto tu) una sola e io non voglio vivere tra mille difficoltà. Nessuno vuole vivere tra mille difficoltà, se può evitare. Buona fortuna Sud! Io sto bene a Firenze!
Ciao.
Dici questo e il mio blog e scrivo quello che penso e quello che mi va!
Ok, appunto, e un blog, quindi devi anche aspettarti repliche altrimenti scrivi su un diario segreto!
Dici che Taranto offre solo inquinamento e disoccupazione!
Tanto per cominciare ti basterebbe andare sul sito di Arpat Toscana e Arpa Puglia per scoprire che l’aria di Taranto e nel complesso meno inquinata di quella di Firenze quindi che ti piaccia o no vivi in una citta’ piu inquinata della tanto odiata Taranto.
Poi la disoccupazione, certo Taranto e sicuramente messa male, ma tu vivi a Firenze cara, che come disoccupazione non e certo la Baviera!
Poi dici che hai la fortuna di vivere nella citta’ piu bella del mondo!
Una valutazione tanto soggettiva quanto infantile!
A me, per esempio, da un punto di vista storico, architettonico e culturale piacciono di piu Roma, Napoli, Venezia e Paleremo, per non parlare dell’estero, forse non sei mai stata a Parigi, Vienna o Praga!
Per non parlare del decoro urbano, come quasi tutte le citta’ italiane Firenze se paragonata alla maggior parte delle citta’ europee e molto degradata, per intenderci rispetto a Ginevra o Monaco di Baviera e veramente tenuta male.
Ma la cosa che mi colpisce e che dici di odiare Taranto, ma come fai a odiare qualcosa che non conosci?!
Hai 50 anni, sei andata via da Taranto 32 anni fa! E nei 18 in cui ci hai vissuto sei stata rinchiusa in casa!
Tu di Taranto non conosci assolutamente niente, parli dei finti vip, ma l’italia e piena da nord a sud di questi personaggi, hai mai visitato il museo archeologico, il castello aragonese, le isole Cheradi?!
TU NON SEI TARANTINA!!
E Taranto non la conosci affatto, il tuo odio verso questa citta’ e completamente ingiustificato in quanto come dici tu, fortunatamente, ormai da tanti anni vivi lontano, quindi magari interessati di Firenze, che sicuramente conosci meglio, e lascia stare Taranto, citta’ di cui tu non senti la mancanza ma che sicuramente puo fare tranquillamente a meno di te.
Ciao Pasquale. Il tuo commento è incommentabile ma poichè sono una persona educata rispondo lo stesso.
1) Quante mazzette da Ilva / Riva hanno ricevuto le Arpat locali per pubblicare dati così poco rispondenti alla realtà? Qui qualche dato emesso addirittura dall’Ilva stesso: http://bit.ly/2zDuYDX Ti sembrano normali i Wind Days? Esistono in altre città civili, a parte Taranto? E voi rimanete con le mani in mano invece di scendere un giorno si e uno no in piazza a manifestare?
2) Ho lavorato ovunque, persino a Taranto dove insegnavo Chimica alle scuole superiori e sono andata via perchè ho vinto una borsa di studio all’Università. Ho vissuto in tante città e ho visitato tutte quelle che tu citi. I gusti sono soggettivi ma, credimi, se si parla di Firenze nessun’altra città al mondo ha una tale concentrazione di monumenti e capolavori artistici per metro quadro in tutto il mondo. Tante volte (eppure ci abito da oltre 10 anni) quando passeggio per la città mi manca il fiato per la sua bellezza. Documentati e dimmi se non è così. Ma i gusti sono gusti: a me Parigi non piace mentre vivrei a Londra, non mi piace Praga mentre vivrei a San Francisco. Non mi piace la Svizzera: mi piacciono le metropoli con un centro storico e una comunità culturalmente avanzata e tante attività culturali e artistiche per adulti e bambini. Adesso IO personalmente sto bene a Firenze ma se tu preferisci andare a vivere a Palermo o a Venezia o a Ginevra, per me sei liberissimo di farlo.
3) Certo che conosco Taranto! Ci ho vissuto fino a 18 anni ma ho ancora fratello, sorella, zia, ecc. quindi ci vengo spesso. Ho visitato il Castello Aragonese e il MARTA (si chiama così, adesso, e la nuova direttrice toscana è davvero in gamba!). IO personalmente non ci vivrei anche se, mio malgrado, sono tarantina, che tu lo voglia o meno. Sai i VIP altrove sono davvero VIP non sono il proprietario della boutique o della gioielleria del centro, sono il cardiochirurgo o l’imprenditore di successo. Ma fammi qualche nome, ti prego, di tarantino eccellente che vive ancora a Taranto e sarò costretta a ricredermi.
PS Hai il correttore automatico che toglie gli accenti da e verbo essere o il livello è davvero questo?
PPS Sul mio blog io scrivo quel che mi pare ma, credimi, non sei costretto a leggere e commentare. Non ti disturbare, specie in questi giorni di festa.
Ma che problemi hai scusa? Se sei frustrata e insoddisfatta della tua vita non sarà certo colpa di Taranto, dell’ILVA, della famiglia Riva o sei griffatoni che festeggiano non si sa cosa mai locali trendy. È facile scaricare la propria rabbia sugli altri e addossare colpe al mondo urbi et orbi solo perché le vita TI è andata male.
Ciao Maurizio. Sono soddisfatta e felice della mia vita. Di quali frustrazioni parli? Sei uno psicologo? Mi conosci? Io rifarei esattamente tutto quello che ho fatto per arrivare esattamente dove sono arrivata. Lontana da Taranto. Su cosa sto scaricando rabbia? Io sono mio malgrado nata a Taranto, una città senza speranza, ne parlo liberamente nel mio blog che non è una testata giornalista ma esprime quel che provo e che sento. Se tu sei di Taranto e ci vivi felicemente sono contenta per te. Spero che la tua sia una scelta libera e consapevole, maturata dopo aver visitato e vissuto in altri luoghi, più civili e ricchi di opportunità per noi e per i nostri figli. Un saluto! Laura