Sono stata invitata a conoscere Columbia Threadneedle Prize, un concorso per artisti giunto alla sua ottava edizione, con una selezione di 48 opere per la prima volta esposte in un luogo diverso dalle Mall Galleries di Londra e, in particolare, a Firenze, città scelta dalla maggior parte degli artisti inglesi come meta ideale per promuovere le loro creazioni artistiche. Il premio è promosso dal fondo inglese Columbia Threadneedle Investments che, prima della visita guidata, ci ha spiegato che data la complessità attuale del mondo della finanza, conviene evitare il fai-da-te per affidarsi a professionisti esperti, private banker e consulenti finanziari, in grado di evitare l’emotività e ottimizzare il rendimento dei propri risparmi.
Una guida preparatissima, come tutte quelle di Palazzo Strozzi, ci ha mostrato alcune delle opere esposte alla Strozzina, spiegandoci tecniche, ispirazioni, quotazioni in modo esaustivo e appassionante. Le opere sono state divise in nature morte, ritratti e paesaggi con una sala dedicata alla rappresentazione della scrivania su cui lavorano tre artisti toscani. Iniziando dalla sezione della Natura Morta affrontata con tecniche e poetiche diverse, abbiamo iniziato ad osservare due miniature di sedie di Maria Bowers (320 £ l’una) prima realizzate dall’artista, poi fotografate e rifinite con la tecnica dell’acquaforte. Le sedie, in questo caso, raffigurano la personalità delle persone che vi si siedono. Siamo passati a delle miniature realizzate a matita di scene di film (Fabio ha anche indovinato quale “Rush”) realizzate dall’artista Marie Harnett (costo 15.000 £). Ci siamo soffermati sul grande dipinto a olio di Yuki Aruga dal titolo “Severance“( (“Separazione” costo 8.250 £) con un misto di elementi animali (un uccello) e vegetali (fiori). Alla domanda fatta sul perchè del titolo a me è venuta in mente l’immagine un po’ splatter dell’uccello fatto a pezzi e, al posto del fiore, ho visto degli stracci imbevuti di sangue (ma non l’ho detto…). Laura Smith, invece, nel suo dipinto mostra la propria abitazione ma con elementi non presenti quali le conchiglie (“Shells”) che danno il titolo al suo dipinto. A Fabio è piaciuto il dipinto di Helen Lloyd-Elliot (costo 1.200 £) con la mano infilata nell’impugnatura di una tazza inglese (la famosa British mug, vero Anna Maria!? 🙂
Siamo poi passati a vedere gli spazi di lavoro degli artisti italiani Caterina Sbrana, Andrea Lunardi e Nicola Toffolini, partecipanti al Columbia Threadneedle Prize e invitati dal Direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino ad allestire nel corso di tre workshop aperti al pubblico previa prenotazione il proprio Working Space. Tre scrivanie ideali con schizzi, strumenti, appunti, immagini e altri materiali portati alla luce per mostrare tre diversi approcci al lavoro di artista. Caterina Sbrana riempie il suo spazio di elementi naturali, mappe, ossa, pigmenti… sembra quasi la scrivania di un alchimista. Nicola Toffolini è maniacale nell’ordine con cui sistema gli elementi sulla sua scrivania: i pennarelli terminati, gli schizzi su cui lavora e persino la lampada nella giusta angolazione: per lui lo spazio dev’essere minimale per evitare qualsiasi distrazione. Andrea Lunardi, invece, desidera un luogo aperto allo scambio in cui manifestare la propria dimensione in un caos creativo ricco di ispirazioni.
La sezione Ritratto del è davvero variegata con l’opera “Winston Field” di Nicholas Holmes, simbolo della mostra, che, si spiega la guida, non esiste nella realtà dato che è ottenuta assemblando in una sorta di puzzle elementi fino a formare una persona verosimile. Passiamo a un’opera a metà tra arte ed esperimento sociologico dell’artista Rebecca Harper dal titolo “The Yes & The No Pile” (costo 5.000 £) con piccoli ritratti a matita di uomini della stessa età: alcuni attaccati sul muro, altri in basso e per terra. Si tratta degli uomini con cui si è imbattuta su Tinder, piattaforma di dating, e quelli sul muro sono gli Yes, quelli con cui è uscita, mentre quelli per terra sono i No, quelli che non hanno riscontrato il suo gradimento. Notevole il ritratto dell’artista, quotato perchè intervistato recentemente dalla BBC, Kelvin Okafor “Jasmin’s Interlude” (costo 20.000 £) basato su una foto in alta definizione fatta dall’artista e poi riprodotta interamente a matita in mesi di lavoro nei minimi dettagli (in questo caso le piccole cicatrici sulla fronte). Il ritratto è talmente realistico da sembrare tridimensionale! Tra i ritratti mi piaceva quello di Robert O’Brien (costo 2.200 £) realizzato con la tecnica dell’acquarello fatto scolare giù per il foglio.
La visita guidata termina con la sezione Paesaggio in cui ci vengono mostrati due dipinti finalisti del “Summer solstice” di Peter Clossick NEAC che raffigura la vista dal suo studio e, in particolare, l’angolo in cui i suoi nipotini vanno sull’altalena e giocano e “Sheep with their Lambs” di Chris Thomas, un classico panorama britannico con verde, mare e pecore 🙂 Il dipinto vincitore del Columbia Threadneedle prize di quest’anno è del giovanissimo (24 anni) pittore Lewis Hazelwood-Horner che, in un momento di crisi di ispirazione è entrato in una bottega artigiana di produzione di ombrelli (tipicamente inglese) e la raffigura in “Salt in tea” (lo scherzetto degli operai all’ora del tè: mettere il sale al posto dello zucchero), nella sua tristezza quasi dickensiana (colori spenti dal marrone al grigio per un lavoro decisamente poco allegro…). Tra i paesaggi mi è piaciuta molto l’opera “The Co.Op Rothko” di Paul Ashurst che dipinge un graffito sul un muro realizzando in modo tradizionale un’opera di streetart (un meta-graffito) mentre a Fabio è piaciuto “Tabula Rasa – Selfie I” (costo 8.200 £) del polacco Tomas Tichy dall’aria vagamente Hopperiana. (immagini delle opere da questa pagina del sito Threadneedle Prize)
Columbia Threadneedle Investment tramite il private banker di IW Bank che mi ha invitata all’evento ci ha offerto l’aperitivo allo Strozzi Caffè Colle Bereto Winery con tanti ottimi assaggini di polpo e patate, maiale in agrodolce con riso, ecc e ottimo prosecco e poi dei mini-dessert versione finger food. Nel frattempo Fabio ha chiesto alla referente di Palazzo Strozzi le quotazioni delle opere che, naturalmente, sono in vendita. Come funzionano le quotazioni dei quadri? Ogni artista ha un coefficiente che viene moltiplicato per la superficie dell’opera (altezza per larghezza). Accanto a ogni opera citata, trovate il prezzo (che manca nelle opere vendute, quasi tutte quelle che piacevano a noi). Una bella serata fatta di arte, bellezza ma anche business e finanza che ci ha insegnato tanto (e chiederò subito al mio private banker informazioni sui fondi Columbia Threadneedle per supportare l’arte contemporanea oltre a investire in modo ottimale i miei risparmi).