Siamo arrivati al quinto giorno (qui le tappe verso la Frisia e Leeuwarden) e, dopo una lauta colazione servita (secondo noi un po’ troppo tardi, a partire dalle 8.30) nella bellissima sala ristorante dell’Hotel WeidumerHout, adorna di quadri e con eleganti tavoli e sedie, partiamo alla volta di Ameland (3.500 abitanti), da quanto si legge sulle guide, la più affascinante delle isole frisone, dove decidiamo di andare in gita. Non è un’idea originale, vista la coda di auto che ci porta alla località da cui prenderemo il traghetto, Holwerd. Ne passa uno all’ora e la durata prevista del viaggio e di un’oretta ma all’andata, a causa della bassissima marea, il traghetto fatica ad avanzare e ci mettiamo 90 minuti buoni mentre al rientro, per fortuna (abbiamo prenotato la cena alle 19.30!), soltanto 45 minuti perché la marea si è alzata. Se vuoi fare le cose con più calma e pernottare ad Ameland, qui le offerte Booking disponibili nella zona.
Evidentemente le isole Frisone sono un luogo di villeggiatura dove gli olandesi (e tedeschi, leggo) trascorrono le vacanze o anche solo un weekend (in effetti è venerdì). Utilizziamo un parcheggio a un paio di km dal traghetto dove arriviamo con una navetta (attrezzatissimi!) e, dopo oltre un’ora di traversata in mezzo alla melma (più che al mare), arriviamo ad Ameland (la costa meridionale è, in realtà, sotto il livello del mare quindi tecnicamente non si può parlare di ‘bassa marea’). Troviamo affascinante il panorama dell’isola, piatto, grigio e spoglio, però non godiamo della sua rinomata tranquillità, perché capitiamo proprio nel giorno di una manifestazione di artisti di strada, street-food e animazione per grandi e bambini, il Rôggefeest, che si tiene a Nes, il paesino vicino al porto che è anche il più popolato dell’isola. Dopo aver preso fatto un giro e preso un hotdog per il pranzo di Francesco a una bancarella, riusciamo, con difficoltà, a trovare due biciclette a noleggio, una col sedile per Franci e una per me, in modo da fare il giro dell’isola in bicicletta.
Consiglio a posteriori: prenotate in anticipo le bici così siete sicuri di trovarle e vi vengono portate proprio alla discesa del traghetto, mentre noi abbiamo dovuto fare un paio di km a piedi.
Pedaliamo, pedaliamo, pedaliamo per ore (non proprio semplicissimo per me che sono una pappamolla), all’andata su una pista ciclabile che costeggia la strada con i veicoli mentre, dopo una sosta al faro bianco e rosso, alto 56m, simbolo dell’isola, prendiamo una strada sterrata bianca meravigliosa (anche se 3 km più lunga) che ci proietta nel vero fascino dell’isola. Attraversiamo riserve naturali, oasi faunistiche protette, dove fare bird watching e pedalare in famiglia (sono ciclo-passeggiate adatte a bambini e anziani). Nonostante la fatica (non sono olandese e sono pure pigra, per di più!), il gran caldo (che non mi aspettavo infatti schiatto coi jeans e la maglia a mezze maniche mentre era tempo da shorts e canotta anche per abbronzarsi perbenino!), arriviamo appena in tempo per lasciare le bici e prendere al volo il traghetto del rientro (per fortuna la marea si è alzata e ci mette la metà del tempo dell’andata). Arriviamo così in hotel giusto in tempo per la cena prenotata (avevo chiesto alle 20.00, il titolare mi aveva pregato di farcela per le 19.30 ma, dopo doccia e cambio al volo, arriviamo alle 19.45, giusto compromesso).
Il menu previsto nel ristorante stellato del WeidumerHout è praticamente fisso: delicatissimo antipasto di cous cous con gamberetti poi a scelta carne (filetto al vino, preso da Fabio) o pesce (sogliole con verdure preso da me e condiviso con Franci) e una delicata panna cotta alla rosa come dessert (preso da Fabio). Un buon vino e del pane fatto in casa completano la deliziosa cena (27,50€ antipasto e pietanza principale, 32,5€ con il dolce). Siamo stati benissimo, riveriti e coccolati e con cibo davvero ottimo e ben cucinato (il menu fisso potrebbe costituire un problema per eventuali vegetariani). Concludiamo la serata sulla veranda dove scriviamo le cartoline che Franci arricchisce con i suoi disegni e giochiamo a carte (ad UNO) mentre Fabio fa amicizia con dei turisti inglesi che pernottano in camper. Attorno all’hotel, infatti, ci sono anche dei modernissimi ecologici container a vetri (delle originalissime case-cubo con vista sui campi eco-sostenibili della Frisia) e la possibilità di campeggiare (cosa che cozza un po’ col livello dell’hotel e del ristorante, ma si vede che c’è richiesta). Ed arriva un’altra ottima notte in Olanda prima di dirigerci verso Amsterdam (qui) con tappe intermedie (qui trovi tutto l’itinerario del viaggio in Olanda)
Informazioni pratiche:
Weidumerhout indirizzo Dekemawei 9 nella località Weidum a 10km da Leeuwarden. Qui offerte e disponibilità da Booking. Qui l’intervista in italiano e qui in inglese ai gestori del Weidumerhout.
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