La vita è a fasi. Le ultime due fasi di cambiamento radicale coincidono con la morte dei miei genitori. 13 anni è morto improvvisamente mio padre di aneurisma ed è stato uno shock perchè per me rappresentava un modello umano e professionale irraggiungibile! Per fortuna un annetto prima avevo conosciuto Stefano, un bravissimo regista teatrale del Piccolo di Milano, tarantino e buddista che mi aveva regalato, in un momento di massima confusione esistenziale, un libricino che mi aveva introdotto alla disciplina di meditazione del Soka Gakkai che ha applicazioni concrete e immediate sul presente. Questo mi aveva aiutato prima a riprendere in mano di rapporti con mio padre un annetto prima prima che morisse. Ricordo con piacere le due cene organizzate a Taranto con amici tarantini a Milano con lui mattatore al centro che affabulava tutti i presenti di estrazione più varia da Stefano, appunto, ad architetti, avvocati, dipendenti pubblici e di banca, giornalisti, ecc. Conversazioni che spaziavano dalla politica al teatro, dall’arte all’economia. Quello che volevo fargli capire è che, seppur figlia ribelle e sperimentatrice, che tanto li aveva fatti preoccupare in gioventù (anzi fino a qualche anno prima), la mia vita era varia, soddisfacente ed ero circondata da amici veri, validi, intelligenti e interessanti.
La meditazione che ero riuscita a praticare quotidianamente nel silenzio della mia camera milanese tutti i giorni per una mezz’oretta buona dopo aver letto capitolo per capitolo “Felicità in questo mondo” mi aveva aiutata a svuotare la mente per poter prendere delle decisioni importanti relativamente al mio presente e futuro. Ora è venuta a mancare – sempre improvvisamente perchè di infarto, ma un po’ meno inaspettatamente data l’età e lo stato di salute – mia madre. Lavorativamente la startup che ho co-fondato va ripensata. Perciò sono di nuovo in una fase transitoria che, però, vedo ricca di opportunità per fare ‘pulizia’ non solo di oggetti ma anche di progetti per circondarmi solo di quello che mi piace e che vale davvero.
Ma da dove cominciare? Oltre al libretto (che ho ritrovato ed è basato sul Buddismo proposto da Nichiren Daishonin nel Giappone del XIII secolo che nella recitazione continua della frase Nam myoho renge kyo fa entrare in armonia con la Legge dell’Universo, basata sulla relazione di causa-effetto), ho trovato tante risorse in rete più recenti che possono fare al mio caso. Inizierei sicuramente da Leo Babauta, autore del seguitissimo blog “Zen Habits” e del libello che ho appena scaricato (costo 10 dollari) che aiuta ad adottare un cambiamento a settimana per 52 settimane in modo da cambiare in meglio la propria vita in un anno. Il cambiamento numero 1 è dedicato, appunto, alla meditazione. Ad uno ad uno, con ordine, ve ne parlerò su questo blog.