Venerdì 26 aprile verso la decadente Tangeri
Dopo la doppia colazione, la prima al Dar Yakout e la seconda al Cafè Clock e il giro della Città Blu – Chefchaouen – del Marocco sotto il sole, ripartiamo per raggiungere Tangeri, saltando la tappa prevista di Tetouan (sarà per la prossima volta). Ci fermiamo prima a lavare la macchina a un autolavaggio alle porte della città, dato che va restituita pulita entro sera ed entriamo a Tangeri. Poichè abbiamo ancora qualche ora di auto, ci dirigiamo a Cap Spartel, dove il mar Mediterraneo incontra l’Oceano Atlantico. Laddove ha luogo la fusione dei due mari è stata realizzata una rotonda-belvedere con accanto un faro (non visitabile perchè in restaurazione). Per arrivarci, passiamo da quartieri della Tangeri-bene con splendide ville con giardino spesso presidiate da guardiani. Qui risiedono i ricchi, ma davvero ricchi, della città. Si susseguono scuole americane e/o francesi da cui escono ragazzini e ragazzine in divisa, negozi e caffetterie care e internazionali come la francese Paul’s (dove ci fermiamo a fare merenda) e tanta lussureggiante vegetazione. Proseguiamo vedendo un po’ di costa dall’auto e ci sono spiagge con cammelli ‘parcheggiati’ (forse per farci salire i turisti?) ma poi torniamo indietro, verso il centro di Tangeri.
Torniamo al punto di riconsegna dell’auto ma la via non è raggiungibile se non a piedi (un paradosso) e nel punto indicato non c’è nessuno. Dopo una ventina di minuti di telefonate, arriva il referente dell’autonoleggio e consegnamo l’auto per dirigerci a piedi, coi bagagli, nella medina in cui ho prenotato l’albergo più caro del viaggio, il boutique hotel Dar Souran (111€ a notte), un palazzo situato nei vicoletti della città vecchia (non facilissimo da trovare e si passa da stradine popolate da ceffi non proprio raccomandabili). Quest’albergo ha voluto una caparra via bonifico che mi è costata un occhio della testa di commissioni (di oltre 23€) e, una volta arrivati, a prima vista, non ne valeva neanche la pena. Si tratta di un edificio privato ristrutturato e adibito a boutique hotel dalla famiglia. Dopo la prima impressione negativa, bisogna dire che alla fine non siamo stati male: c’era un letto king-size imponente, sale in cui poter giocare a carte e una grande terrazza in cui fare colazione. La posizione era centrale e vicina al Gran Socco (che significa “Piazza Grande”, ufficialmente conosciuta come Place du Grand 9 Avril 1947) il centro nevralgico della medina di Tangeri con al centro una grande fontana in marmo e panchine. Forse a Tangeri, dopo aver visto le ‘vere’ super-medine di Marrakesh e Fez avremmo potuto goderci il mare e alloggiare in un albergo e/o villa nei pressi del porto e/o del lungomare … sarà per la prossima volta!
Dopo una doccia e un cambio di abiti, usciamo per esplorare la Kasbah dalle cui mura con torri e guglie è possibile ammirare l’esteso lungomare di Tangeri e ci perdiamo nei vicoletti attorno al ristorante in cui ho prenotato la nostra cena, El Morocco, il ristorante più caro della città (quello in cui vanno a cena le grandi star se si trovano a passare da Tangeri, per intenderci). Servizio impeccabile con un simpatico e giovane cameriere pronto ad esaudire ogni nostro desiderio (anche in italiano), locale intimo con colori vivaci (verde, rosso) e un bel lampadario essenziale sul soffitto e commensali molto chic. Anche il menu e la preparazione dei piatti meritavano: antipasti, un risotto allo zaff1erano con gamberi per Fabio e una pasta ai frutti di mare per Franci e dei dessert deliziosi a fine pasto hanno portato il nostro conto a 96€ con una bottiglia di vino. Decisamente ben spesi, considerando che si tratta di uno dei migliori ristoranti del Marocco.
Sabato 27 aprile alla ricerca dei concept store di Tangeri
Finito il tour-de-force dei primi giorni è tempo di prendersela comoda. Facciamo una (ventosa) colazione sulla luminosa terrazza del Dar Souran e iniziamo il nostro giro sulle orme degli scrittori inglesi maledetti del secolo scorso. Iniziamo, però, da un luogo vintage nel decor ma attuale nella programmazione, il cinema Rif affacciato sul Gran Socco. Come si fa a non adorare questo luogo fuori dal tempo, con colori, scritte, arredi di modernariato tra il bianco abbagliante dei muri con accese geometrie in giallo, rosso e blu, i suoi tavolini con sedioline imbottite invecchiate, i lampadari a palle opaline anni 60 e i poster con la programmazione, passata, presente e futura della Cinemateque locale. Bellissimo! Proseguiamo sulle orme degli scrittori beat tra belvedere con cannoni antichi e librerie storiche (des Colonnes, chiusa, ahimè, nonostante gli orari esposti indicassero il contrario) e nuove (l’affascinante Librairie des Insolites). Qui Paul Bowles, autore de “Il Tè nel Deserto”, ha vissuto dagli anni ’40 alla sua morte, senza divulgare perchè Tangeri fosse diventata meta di scrittori e artisti che qui trovavano ispirazione o, spesso, potevano immergersi in droghe, sesso, libertà non consentita altrove (spesso sfruttando la povertà di alcuni giovani ragazzi locali). A Tangeri arrivano negli anni ’50 Tennessee Williams, Truman Capote, Gore Vidal, Jean Genet, William Burroughs, seguito a Kerouac, Corso, Ginsberg e tutti i «beat» comprese rockstar dai Beatles ai Rolling Stones. Bowles scopre e promuove giovani scrittori marocchini traducendo e pubblicando “Il pane nudo” dell’autodidatta Mohamed Choukri, a lungo proibito in Marocco per la descrizione di una Tangeri fatta di miseria, violenza, alcol e sesso. E noi vaghiamo per le strade oltrepassando l’hotel Rembrandt, dove alloggiavano Bowles e sua moglie, l’ormai decadente hotel Muniria nella cui insignificante camera 9 Burroughs, dopo aver perso la moglie in un misterioso incidente, iniziò a scrivere “Il pasto nudo”: dalla finestra si vede il mare e l’avenue d’Espagne, la Promenade des Anglais di Tangeri, e, attaccato, il TangerInn, prima tempio della Beat Generation ora completamente rinnovato.
Passiamo da un’altra libreria, Les Insolites, con libri, foto e stampe e dettagli di decor tra il shabby chic e il contemporaneo, volumi che vanno dalla letteratura per bambini alla fotografia d’autore. Vediamo da fuori il Gran Teatro Cervantes 1913, con la sua insegna liberty, purtroppo chiuso e, di fronte, dei graffiti contemporanei. Ci sediamo per il classico tè alla menta al Gran Cafè de Paris, interamente occupato da uomini, di tutte le età e di tutti i tipi, che chiacchierano, commerciano, trafficano… la dimostrazione che in Marocco le donne lavorano dalla mattina alla sera mentre gli uomini sono al caffè. Il Gran Cafè de Paris fu teatro principale del salotto letterario durante il periodo dell’Interzona, frequentato da Tennesse Williams e Truman Capote. Arriviamo all’hotel Continental con la sua grande terrazza panoramica, ancora attivo hotel 3 stelle, proseguiamo girando attorno alle mura imponenti della Kasbah ricche di murales colorati e caratterizzate dal bianco e blu, colori delle città porto di mare.
Per pranzo ci fermiamo a Le Salon Blue, sul ventoso terrazzino panoramico. Delizioso pranzo a base di trancio di pescespada con verdure e l’immancabile tajine di pollo. Prima alcuni antipastini deliziosi con fresca verdura di stagione ben condita e speziata (pomodorini con formaggio fresco, peperoni, olive, guacamole e piselli) – menu con 5 antipasti, tajine o pesce e dessert a 160 dirham circa 15euro. Ritorniamo a esplorare la Kasbah con soste alla galleria di arte contemporanea Conil presente nella Kasbah e nel Petit Socco, dove una curatrice ci racconta di alcuni artisti (scultori, pittori, ecc.) locali contemporanei. Poco lontano, di fronte al ristorante El Morocco, c’è la boutique Topolina, di una stilista francese che si ispira alla moda tradizionale marocchina. Stoffe colorate meravigliose, felpe con forme affascinanti, gonne rigate bianche e azzurre, maglie patchwork nei materialie e nelle fantasie: faccio man-bassa per un costo ragionevole (e almeno, rispetto ai banchini, la qualità è garantita).
Continuiamo a camminare sotto il solleone per raggiungere il Cafè Hafa, il bar più famoso di Tangeri a ridosso degli scogli scoscesi verso il mare, luogo irrinunciabile per Rolling Stones, Beatles e Jimi Hendrix. Non ci fa una grande impressione (troppo fricchettone e stracolmo di turisti) per cui torniamo indietro e decidiamo di sederci da Las Chicas, un concept store con mostra fotografica, abiti e accessori e una caffetteria. Delizioso! Tornando in hotel, passiamo dall’altra caffetteria mitologica per gli scrittori maledetti, il Cafè Central, che si affaccia sul Petit Socco, ancora oggi è il ritrovo degli stranieri di passaggio a Tangeri (tra l’altro si gusta anche un ottimo espresso). Io e Fabio siamo affascinati e sorpresi e ci rendiamo conto che Tangeri è ancora oggi una città vivace dal punto di vista culturale, anche se, i suoi fasti sono ormai tramontati. Il tempo di andare in hotel, rilassarci un po’ e per cena decidiamo di cambiare zona, andare in un hambugeria, Sander’s, in un quartiere residenziale della città. Palazzi alti e moderni, ambiente cosmopolita con ragazze senza velo ma con jeans attillati e un po’ di trucco, un pasto come in occidente senza l’immancabile tajine. Per poi tornare nella medina dove gli uomini sono seduti al bar (alcuni con lo stesso cappuccino prima e dopo la nostra cena) e le donne a tirar dietro bambini moccolosi dopo aver lavorato. La mattina dopo, facciamo la nostra ultima colazione nell’affascinante e decadente Tangeri e andiamo in stazione alla volta di Rabat.
Informazioni pratiche
Dar Souran nella medina di Tangeri 45 rue du commerce. 111€ a notte con colazione nel boutique hotel con terrazza (e pagamento anticipato via bonifico: un salasso di commissioni!).
Prima cena a El Morocco Club in 1, Rue Kashla nella Kasbah di Tangeri. Servizio impeccabile, ottime pietanze a base di pesce ben cucinate e presentate e costo finale per tre con bottiglia di vino e dessert di 96€ (carissimo per il Marocco, assolutamente alla portata di un europeo).
Pranzo del giorno dopo sulla terrazza panoramica dell’affascinante Le Salon Blue in 20 Rue de la Kasbah, Tangeri. Abbiamo preso un menu da 160 dirham e altre pietanze, bevande per un totale di 340 dirham (circa 30 euro) ottimamente spesi (due tranci di pescespada fresco, antipastini ottimi e ben presentati).
A cena siamo andati da Sander’s Premium Burger, Avenue Sidi Mohamed Ben Abdellah, Tangeri dove abbiamo speso 229 dirham in tre (circa 20 euro) mangiando gustosi hamburge, alette di pollo e nugget con patatine in un ambiente occidentale.
Se preferite i grandi classici e non vi spaventa fare la fila (non accettano prenotazioni) provate Saveur de Poisson (2 Escalier Waller) con menu a sorpresa a un costo sorprendente.
Abbiamo visitato i luoghi della cultura: Cinema Rif (3 Rue de La Liberte sul Grand Socco), passati davanti alla Librairie des Colonnes (54 Avenue Pasteur), entrati nella libreria Les Insolites (28 Khalid Ibn El Oualid) e nella Galerie Conil (7, rue du Palmier + 35, rue des Almohades Petit Socco).
Abbiamo fatto shopping nella boutique Topolina (Place du Tabor sulla Kasbah) e da Las Chicas (52 rue Kacem Guennoun, Porte de la Kasbah)
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