Dopo tanto tempo (non dico quanto perchè mi vergogno) ho deciso di riprendere in mano questi oggetti di carta che ti proiettano in nuovi mondi e nuove vite, paesi diversi e modi di pensare diversi. Ho scelto due libri un po’ pesanti di due scrittori che già conosco e adoro: Michel Houellebecq e Dave Eggers. I due scrittori non possono essere più diversi: pessimista, colto, cinico e anaffettivo il primo; ottimista, filantropo, fattivo e idealista il secondo.
Del secondo, Dave Eggers, giovane e ottimista scrittore americano classe 1970, ho letto la sua prima opera “L’opera struggente di un formidabile genio“, romanzo autobiografico del 2001, e poi “Erano solo ragazzi in cammino. Autobiografia di Valentino Achak Deng“, del 2008, che racconta l’odissea di un bambino sudanese costretto alla fuga dalla guerra civile (da cui è nata una fondazione). Ho scelto un libro che avevo comprato l’anno scorso e mai aperto “Ologramma per il re” che è una specie di “Aspettando Godot” di un americano alla sua ultima spiaggia professionale (e anche personale). Una vita di ex-manager e marito-padre di successo in declino che attende un incarico da re Abdullah in una futura zona di fiorente economia di un imprecisato paese arabo. Il suo stile di scrittura è fluido e leggibile ma questa storia fa fatica a decollare e appassionarmi anche se rappresenta una denuncia del mondo del lavoro statunitense attuale in cui le persone di mezza età e del middle management sono destinate a diventare inutili e frustrate. Per immergersi nella vita quotidiana americana.
Il primo, invece, Michel Houellebecq, l’ho scoperto grazie al mio amico Gianni quando ero agli scout con l’imprescindibile romanzo “Estensione del dominio della lotta” che ho regalato compulsivamente dopo averlo letto (e tra i suoi must-have insieme a “Le Particelle Elementari“). Scrittore francese colto e depresso, anaffettivo nella descrizione dei rapporti di coppia (non si possono chiamare relazioni sentimentali), disincantato osservatore della realtà. Anche e soprattutto in “Sottomissione” mostra come, secondo lui, sta diventando la Francia di oggi (lui è stato accusato di essere anti-islamico e ha lasciato la Francia per vivere in Spagna) e, specialmente dopo gli ultimi attentati terroristici di Parigi e Nizza, è abbastanza inquietante leggerlo. La trama mostra la vittoria alle elezioni francesi del 2022 di Mohammed Ben Abbes, musulmano apparentemente moderato di seconda generazione, leader del partito Fratellanza Musulmana, appoggiato dai socialisti nel ballottaggio contro il Fronte Nazionale guidato da Marine Le Pen. Lo scrittore che è professore universitario deve convertirsi all’Islam per continuare a insegnare, gli ebrei fanno le valigie alla volta di Israele, le donne non sono più presenti ad eventi pubblici ma diventano mogli di mariti poligami e così via. Obiettivo dell’Islam: conquistare il mondo come fece l’antico impero romano. Il libro non fa pensare solo a fatti gravi, ma pensiamo alla discussione sul caso burkini proibito sulle spiagge francesi, fatto che ha sollevato l’indignazione dei moderati. Che sia vero che il mondo descritto nel romanzo stia pian piano prendendo piede dato che oggi ci si costringe a rispettare le usanze arcaiche dei musulmani moderati per non passare per intolleranti?
Qui alcune frasi che mi hanno colpito:
DONNE ISLAMICHE VS DONNE OCCIDENTALI
“Vestite durante il giorno con impenetrabili burqua neri, di sera le ricche saudite si trasformavano in uccelli del paradiso … esattamente al contrario delle occidentali che, raffinate e sexy durante il giorno perchè era in gioco il loro status sociale, tornando a casa la sera si afflosciavano, abdicavano stremate a qualsiasi prospettiva di seduzione indossando tenute comode e informi.”
LA NOSTALGIA
“… la nostalgia non è … legata al ricordo di una felicità, si ha nostalgia di un luogo per il semplice fatto di averci vissuto, poco importa se bene o male, il passato è sempre bello e in effetti anche il futuro, a far male è solo il presente, che portiamo con noi come un ascesso di sofferenza che ci accompagna tra due infiniti di quieta felicità.”
Adesso vorrei lasciare la sfera pubblica per immergermi in storie private, un po’ femminili. Al prossimo biblio-post!