Un giorno tra Natale e Capodanno abbiamo accettato l’invito di Margherita, mamma di una compagna di classe di Franci (e super-fotografa anche – ma non solo – per questo blog – ecco la sua breve bio), e siamo andati da Taranto a Lecce (poco meno di 100.000 abitanti detta la “Firenze del Sud”) per una piccola gita in centro. Siamo arrivati nel suo bellissimo palazzo, abbiamo parcheggiato, ci siamo scambiati i regali di Natale poi siamo usciti per una prima passeggiata verso il centro di Lecce abbiamo osservando il colore caratteristico dei palazzi del centro dato dalla ‘pietra leccese‘, calcare malleabile che conferisce alle costruzioni una colorazione neutro-aranciata davvero affascinante. Con immutata meraviglia abbiamo raggiunto la piazza del Duomo, una piazza chiusa con chiese e palazzi di fattura Barocca e l’ingresso principale del Duomo perpendicolare all’accesso della piazza (c’era un matrimonio in corso).
Abbiamo proseguito per piazza Sant’Oronzo con una doverosa tappa da Alvino per un aperitivo accompagnato da stuzzichini (olive, tarallini, noccioline) e un rustico leccese appena sfornato (pastasfoglia ripiena di pomodoro, mozzarella e besciamella: qui la ricetta). La piazza è caratterizzata dalla colonna di Sant’Oronzo e dall’anfiteatro romano del I / II secolo d.C. riportato alla luce solo nel Novecento che ospitava un affascinante Presepe con casette, personaggi, animali a grandezza naturale. I bambini erano affascinanti soprattutto dai gatti che si aggiravano indisturbati tra i contadine, pastori e nella grotta del Bambin Gesù con bue e asinello, un vero corso d’acqua e dei finti fuochi rossi.
Dopo un eccellente pranzo a base di orecchiette al sugo per i bimbi e con cime di rapa e acciughe (poche perchè a Fabio non piacciono), un polpettone con patate graditissimo e una super-mozzarella più scamorza affumicata freschissime abbiamo chiacchierato e giocato a Monopolino per poi uscire per una passeggiata digestiva ammirando la città con i principali monumenti che man mano che il sole tramonta si illuminano a festa.
Passiamo dal cinquecentesco (pare, con elementi più antichi – il torrione – e altri più sofisticati e recenti) Palazzo Vernazza Castromediano, ristrutturato da poco, a cui si accede dal piccolo cortile interno da un ingresso ad arco e ora adibito a spazio per eventi e mostre. Durante la nostra visita, giriamo per le opere d’arte contemporanea “Iconica / Aniconica” dei due pittori salentini Marcello Malandugno e Romano Sambati. Sotto il pavimento del palazzo sono state ritrovate cisterne olearie antiche, i decori riportano misteriosi simboli e, interessante, è stato ritrovato il leggendario tempo di Iside al piano interrato e il Purgatorium, battistero pagano per purificare il corpo prima di accedere al Santuario (da cui ha origine il fonte battesimale presente tuttora nelle chiese).
Oltrepassiamo la Chiesa di San Matteo caratterizzata dalla facciata convessa in basso e concava superiormente per arrivare alla Basilica di Santa Croce già illuminata fino a tornare in piazza Sant’Oronzo con l’albero di Natale tutto illuminato sullo stemma della lupa simbolo di Lecce. Il MuSt (Museo Storico città di Lecce) di martedì è chiuso quindi optiamo per il Castello Carlo V costruito nel XII sec. d.C. e in continua ristrutturazione con l’attuale configurazione derivante dalla ristrutturazione cinquecentesca del sovrano spagnolo. Il Castello Carlo V (abbiamo fatto il biglietto famiglia per due adulti e due bambini) ospita il Museo della Cartapesta inaugurato a fine 2009 che contiene 80 opere dei maggiori artisti cartapestai leccesi e un percorso laboratoriale per mostrare la storia e le fasi della sofisticata tecnica. Sino al 10 gennaio al Museo è presente la Mostra Internazionale sulle Torture Medievali che, ahem, dopo la prima sala ci siamo rese conto non essere molto adeguata per i nostri bambini di 7 anni non tanto per gli strumenti quando per le illustrazioni estremamente esplicative esposte… Perciò siamo andati di corsa nelle sale in cui sono esposte le 40 opere del pittore Ercole Pignatelli donate dall’artista al Comune di Lecce e l’abbinamento di quadri moderni in un contesto antico come il Castello risulta davvero affascinante.
Prima di tornare a Taranto, facciamo una sosta per una meritata merenda da Doppio Zero, un locale che non ti aspetti di trovare a Lecce, con un enorme tavolo comune e tante proposte locali e nazionali con attenzione alla qualità. Esposte in cassette come al mercato frutta, verdura, spezie con cui preparano gustisissimi smoothie (io ho preso limone, kiwi, zenzero) mentre i tè sono stati serviti in pesanti e antiche teiere orientali. Non manca il pasticciotto leccese a km zero e tante proposte dalla colazione ad una cena veloce. Grazie Margherita per questa veloce scorribanda nella tua città che speriamo di ripetere presto!