La visione del “FAME” alla rassegna estiva di film all’aperto nel cortile degli Uffizi a Firenze mi ha svelato un mondo che non conoscevo: quello dei murales di Grottaglie realizzati da alcuni dei più famosi street-artist a livello mondiale durante le edizioni del FAME Festival, organizzato da quel matto di Angelo Milano dal 2008 al 2012 e raccontato dal paziente regista tarantino Giacomo Abbruzzese.
Per questo nei giorni del ponte trascorso a Taranto abbiamo deciso di andare a fare un giro a Grottaglie, nota storicamente come il paese delle ceramiche, per scovare quanti più possibile murales risalenti alle diverse edizioni di FAME. E non è stato facile perchè non ho trovato alcun sito o blog che riportasse una mappa di tutti i murales realizzati che, ahimè, stanno ormai scomparendo mentre alcuni, bellissimi, sono già scomparsi sotto i muri di orribili condomini che li hanno cancellati (foto dal sito del FAME Festival)
Chi sono Angelo Milano e Giacomo Abbruzzese del film FAME
L’esuberante Angelo Milano nasce a Grottaglie ma studia a Bologna. Piuttosto che andare in giro per il mondo ha scelto di portare il mondo a casa sua. Nasce così il FAME, festival di arte pubblica, diventato in pochissimo tempo un caso internazionale. Adesso Angelo gestisce lo Studio Cromie e ha lanciato la linea di abbigliamento Sangue.
Il timido Giacomo Abbruzzese, invece, si diploma in Francia al Fresnoy, con menzione speciale per la qualità dell’opera cinematografica, laureandosi in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale presso l’Università di Bologna. I suoi corti sono stati selezionati dai principali festival internazionali.
Il film FAME racconta dell’ultimo momento di imprevedibilità e vandalismo, quella che oggi viene chiamata street art. Per cinque anni Angelo Milano riuscì a portare artisti da tutto il mondo nel suo paesino del sud Italia, Grottaglie: Blu, JR, Conor Harrington, Os Gemeos, Momo, Swoon, Vhils e altri ancora che soltanto negli anni successivi sono stati elogiati e inseguiti dal mondo dell’arte contemporanea. Gli artisti, catturati dalla cucina della madre di Angelo e dall’anarchia mediterranea, tornarono anno dopo anno a dipingere i muri e a fare accadere cose che cambiarono l’immagine della città per i suoi abitanti e non solo.
Il primo enorme e magnifico murales fu realizzato dal bellunese Ericailcane e riprendeva il galletto, elemento simbolico delle ceramiche di Grottaglie ben visibile all’ingresso del quartiere delle ceramiche. Ma purtroppo dopo tante discussioni in giunta fu cancellato perchè considerato poco decoroso per la tradizione ceramica locale (che disastro!).
Ecco il video della sua realizzazione:
Qui un articolo del 2010 di Frizzi Frizzi che racconta il FAME Festival. Nel 2012 quando ormai Angelo Milano avrebbe potuto fare qualsiasi cosa (e l’ha fatta: da deturpazioni di muro con spray nero a… installazioni di merda per terra… ovviamente esaltate da preparatissimi critici di arte contemporanea), avrebbe potuto convincere qualsiasi artista con qualsiasi budget, avrebbe potuto ottenere qualsiasi permesso e sponsorizzazione, si è annoiato e ha chiuso il festival, ormai diventato Main Stream, con l’ormai leggendaria festa di chiusura finale.
I murales scovati in giro per Grottaglie
Abbiamo parcheggiato la macchina all’esterno del quartiere delle ceramiche e abbiamo visto i primi murales realizzati durante le diverse edizioni di FAME dipinta sul muro esterno laterale di una casetta raffigurante un personaggio con la testa in una gabbia. Poco lontano c’è un altro bellissimo murale in bianco e nero con vista Castello al di là del muro e, passo dopo passo, arriviamo nel quartiere delle ceramiche dove ci sono alcuni artigiani al lavoro. Nel centro scoviamo altri graffiti e Francesco si diverte molto in questa caccia al tesoro ma brancoliamo alla ricerca di un ristorante aperto al di fuori dalla stagione turistica. Dirottiamo verso un locale vicino alla piazza centrale, Antichi Sapori, che sconsiglio per il pessimo rapporto qualità-prezzo (per di più senza menu, su misura di ingenui turisti da spennare) con pagamento in contanti perchè il bancomat non funzionava… A pancia piena proseguiamo alla ricerca dei murales che troviamo ovunque: in forma di volti mostruosi sulle saracinesche di esercizi commerciali, come stencil artistici ormai rovinati quale la donna di Swoon (destino comune per la street-art), figure geometriche colorate a ridosso di archi dei vicoli del centro storico, i piccoli super-eroi di Os Gemeos e alcuni volti e corpi umani di Akay che spuntano dai muri e dalle porte qua e là. Alcune opere sono magnifiche quali il volto del portoghese Vhils che noto spuntare come ombra dal muro vicino a un bar, sfuggito a Fabio.
Tornando verso la macchina notiamo un altro enorme murales di Erica Il Cane ormai sbiadito con verdi ramarri sul muro di un palazzo e notiamo la donna seduta e mutante della colombiana Bastardilla. Sono decisa a vedere due murales che mi hanno colpito: il coniglietto e la volpe di Erica Il Cane che notiamo, molto sbiadito, al lato di un condominio mentre dalla parte opposta identifichiamo il muro su cui Blu aveva realizzato una splendida opera d’arte: la torta che raffigura il mondo con uno strato inquinatissimo da cui affiora un verde malato. Ma, ahimè, non è più visibile perchè è stato costruito un altro anonimo condominio a ridosso del capolavoro dell’artista bolognese. Che peccato!
Torniamo nel quartiere delle ceramiche e nel laboratorio di Carmelo Carriero acquistiamo per 60euro cadauno i due volti: quello della donna che, come da tradizione, doveva essere goduta dal signorotto locale per lo “ius primae noctis” e quello del sposo agghindato da donna ma baffuto, che si voleva offrire al signorotto in cambio della promessa sposa. La leggenda narra che un contadino, per evitare alla propria sposa un simile oltraggio, studiò uno stratagemma ingenuo: travestito da donna, si presentò nottetempo al palazzo principesco in sostituzione della sposa. Avendo però dimenticato di tagliarsi i baffi, venne subito scoperto e immediatamente giustiziato. Il figlio ci mostra che proprio sopra la loro bottega era stato dipinto da Erica Il Cane il famoso galletto poi cancellato dall’amministrazione locale (si vede ancora la coda nera del galletto) prima che il Festival Fame fosse sdoganato. E ci indica altri luoghi da scoprire per ammirare gli ultimi murales degni di nota: un muro decorato da Erica Il Cane preceduto da un omino di Os Gemeos.
Termino con un video che mostra un’installazione con finale a sorpresa che ci consente un’incursione in mezzo ai murales di Grottaglie in una delle edizioni di FAME Festival:
Akay & Brad Downey from STUDIO CROMIE on Vimeo.
Bell’articolo, complimenti. Sapresti darmi maggior indicazioni su dove posso trovare i graffiti di Erica il cane a Grottaglie? grazie mille
Grazie a te! Sono in giro alcuni nel centro storico in un vicolo laterale rispetto alla zona delle botteghe artigianali, l’altro scolorito in una parallela della via a cui si arriva a Grottaglie da Taranto … ma devi davvero perderti nei vicoli del paese per trovarli tutti. E alcuni, ahimè, non ci sono più (vedi quello di Blu…)