Un invito speciale quello all’inaugurazione del rinnovato ristorante Golden View di Firenze, in precedenza frequentatissimo dai turisti che adorano la magica posizione sul Ponte Vecchio, meno dai fiorentini. Oggi, invece, proprio chi vive in città dovrebbe fidarsi della raffinatezza del servizio, attento alle esigenze di una clientela cosmopolita, che viene coccolata con materie prime selezionate presentate con una raffinata semplicità e accompagnate da vini di tutto il mondo dell’ampia cantina poco distante (visitabile). Una chicca: sul Golden View c’è un (uno solo!) appartamento-suite con una vista ancor più spettacolare di quella che si gode dal ristorante!
La storia del ristorante Golden View
Il titolare del Golden View da 20 anni è il quarantenne Tommaso Grasso, nato a Firenze da padre siciliano, che ha trascorso metà della sua vita ad occuparsi con cura e passione della sua creatura. Approfittando della chiusura forzata dalla pandemia, ha deciso di guardare al futuro realizzando un impegnativo restyling del locale, sia dal punto di vista architettonico che per l’offerta eno-gastronomica. Lo affiancano i partner di sempre a partire dal sommelier-narratore Paolo Miano che ci illustra la preziosa cantina che si scorge entrando nel locale con lo chef Paolo Secci che, dal 2018, miscela tradizione sarda con prodotti toscani. Durante i pasti o per l’aperitivo si può scegliere tra oltre ottomila etichette scelte dal proprietario Tommaso Grasso insieme al sommelier Paolo Miano.
Il rinnovamento del locale, che non lo stravolge ma lo rende più funzionale e gradito anche al fiorentino, vede l’attento intervento dell’architetto Nicola Maggiaioli dello studio MIARCA Architecture, che coniuga l’effetto scenografico del panorama declinato con semplice eleganza, per far dialogare le forme con le funzioni d’uso del locale. Si tratta di 550 mq che finalmente valorizzano la ‘materia chiave’ del locale: la luce in arrivo dalle sponde dell’Arno che esalta le materie prime che si degusteranno per l’aperitivo o a cena dai prodotti ittici della pescheria alle eccellenze gastronomiche, dalla pasticceria e panificati, all’importante selezione di vini, che arricchisce l’esperienza gourmet, per le quali è stata progettata una struttura refrigerante a vista in grado di gestire temperature e umidità specifiche.
La luce e la vista sul Ponte Vecchio sono valorizzate dalla rimozione di tutti gli elementi murari, sostituiti da ampie vetrate e singole aperture, che, dalle tre sale collegate tra loro, uniscono l’entrata principale dalla terrazza affacciata sull’Arno. Affascinante il pianoforte della sala più grande, 45 mq, che ospiterà (speriamo presto) concerti jazz ed eventi conviviali. L’ex-cantina è stata trasformata in una saletta privata che si presta a importanti incontri di lavoro o occasioni di festeggiamento private.
L’offerta eno-gastronomica di qualità
E’ stata dura abbandonare lo spazioso bancone a vista, in legno d’ulivo e marmo di Carrara, su cui il gastronomo Steven Baldini ha allestito un ricco buffet servito di affettati e formaggi di tutta Europa accompagnati da pane fatto in casa dal mastro fornaio. Tra questi il prosciutto di cinta senese o quello semidolce affumicato alle foglie di tabacco, dalla pancetta tesa di brado casentino alla mortadella di mora romagnola, dalla finocchiona al capocollo di mangalica e ancora i migliori formaggi italiani ed esteri (Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Inghilterra). Sono serviti con delle verdure sottolio fatte in casa con ingrediente segreto! Steven ci racconta con competenza e passione la storia di ognuno dei prodotti che ci serve mentre, al lato, il laboratorio di arte bianca produce pane e dolci per tutto il ristorante con farine biologiche di grano 100% italiano e lievito madre. Anche il pesce si può visionare e scegliere dalla pescheria a vista con gamberi rossi e viola siciliani (terra d’origine del padre di Tommaso, Francesco Grasso, che distribuisce prodotti alimentari).
Prima della pandemia il Golden View era aperto tutti i giorni dalla mattina alla sera mentre adesso sta riprendendo pian piano i consueti ritmi aprendo dal mercoledì al venerdì la sera dall’ora dell’aperitivo mentre nel fine settimana tutto il giorno. Per l’aperitivo si può optare per un ottimo calice di vino abbinato a taglieri di affettati e formaggi o alla specialità della casa, fino ad arrivare al lussuoso Gran Plateau Royal per due persone, con selezione di ostriche pregiate, gamberi rossi, gamberi viola, scampi, mazzancolle, tonno rosso, ricciola, salmone, storione.
Il menu garantito dallo chef Paolo Secci
Ci sediamo a tavola e, sorpresa, arriva la sfida per chef e sommelier: non un menu degustazione uguale per tutta la platea, formata da giornalisti e blogger, ma la scelta alla carta di quello che preferiamo. C’è chi sceglie portate di carne, chi di pesce e chi piatti vegetariani e per il sommelier i giochi si fanno difficili. Paolo sceglie un bianco corso realizzato con vitigni più toscani che francesi (sangiovese ciliegiolo vermentino) a cui segue un vino neozelandese scoperto da Tommaso Grasso durante il suo viaggio di nozze. Entrambi sono iini in grado di sostenere l’ampia varietà di pietanze scelte dai commensali.
Difficile scegliere da un vasto e vario menu in grado di soddisfare tutti i palati. Mi oriento sul pesce e scelgo le preparazioni più inconsuete partendo da un antipasto classico: la Tartare di Storione bianco, bottarga di caviale e coste di bietole al wasabi e avocado. Mi piace l’abbinamento di sapori orientali, nordamericani, francesi e mediterranei che conferisce al piatto, leggero e saporito, un gusto nuovo. Oltrepasso le insalate (anch’essere interessanti – quella alla clorofilla mi ispira molto e sembra perfetta per la pausa-pranzo) e il trionfo di pesce crudo tra cui il suddetto Grand Plateau e scelgo i Ravioli di Rana Pescatrice, cozze, lupini e bottarga di muggine. Il piatto dal sapore deciso unisce tipicità della mia infanzia pugliese (le cozze e i lupini) con le specialità sarde tanto amate dallo chef.
Salto i filetti, il fegato e la celeberrima bistecca alla fiorentina, immancabile nel menu, per continuare il mio pranzo a base di pesce. Io ed Elena, la mia vicina di pranzo, decidiamo di ordinare due piatti diversi da dividerci. Scegliamo il Filetto e Guancia di Baccalà Morro islandese al profumo di aneto con crumble di pinoli e scorza di limone e spinaci e lo Storione in crosta con asparagi saltati e salsa di soia al ginger. Il primo è un piatto completo dove il contrasto di consistenze e sapori si amalgama in bocca. Il secondo un piatto delizioso, che non vedo l’ora di riordinare in una prossima cena al Golden View dove il tocco fusion della salsa di soia allo zenzero sposa perfettamente i sapori decisi di pesce e croccanti asparagi.
Complimenti allo chef del ristorante Golden View Paolo Secci che vince la sfida! E i vini selezionati dal sommelier-narratore Paolo Miano? La missione sulla carta impossibile si è realizzata. Ma soprattutto complimenti al proprietario del Golden View Tommaso Grasso per il coraggio di rinnovarsi in un momento difficile. Sono certa che i riconoscimenti, quelli mai scontati dei fiorentini in primis, arriveranno meritatamente!
Una sofisticata suite e una ricca cantina
Prima del dolce, affrontiamo l’afa fiorentina per due visite speciali: quella all’unica suite di proprietà di Tommaso Grasso soprastante il ristorante Golden View, rilevata da un ex-proprietario proveniente dai paesi arabi che l’ha arricchita con elementi decorativi storici. Uscendo dal locale sulla destra una piccola porta conduce attraverso un corridoio dall’atmosfera evocativa alle scale che portano alla suite arredata con pezzi di antiquariato e alto artigianato. Un’ampia camera con letto a baldacchino e una terrazza esclusiva affacciata sul Ponte Vecchio rendono questa romantica suite la location ideale per occasioni uniche (prima notte di matrimonio e festeggiamento di anniversari) per i quali il ristorante organizza cene private ad hoc con vista esclusiva.
Ci spostiamo in via dei Bardi ed entriamo al fresco della ricca cantina del Golden View con una varietà di vini d’annata uniti a recenti produzioni che la rendono la seconda cantina più importante in centro Città. Inserita in un fondo del ‘400 appartenuto alla famiglia fiorentina dei Bardi, si presenta naturalmente temperata e predisposta alla conservazione. Realizzata dall’architetto Marta Sansoni è situata nell’omonima via dei Bardi, sotto Costa San Giorgio.
Oggi è uno spazio privato nato dalla passione per il vino di Tommaso Grasso che assieme al suo storico Wine manager Paolo Miano, ha dato posto e vita alle bottiglie che in questo spazio possono riposare e invecchiare in un luogo a loro ideale. “La cantina è composta da circa 8.000 bottiglie da scoprire e ognuna di loro ha un’anima da raccontare” afferma Paolo Miano che ama definirsi un “Sommelier narratore” nonchè instancabile “Wine hunter”, un professionista perfettamente a suo agio nel raccontare le etichette più prestigiose nelle degustazioni dove vengono proposte le “Verticali” dei grandi “Super Tuscans” (Sassicaia, Ornellaia, Solaia, Tignanello) insieme a quelle dei “Brunelli” (Biondi Santi, Soldera, Poggio di Sotto) che sottolineano l’amore per la tradizione e il territorio. Forte è la passione di Paolo Miano insieme a Tommaso Grasso per la ricerca di etichette in terre ancora poco esplorate, spaziando dalla Nuova Zelanda alla Corsica. Anche questo è un luogo unico in grado di colpire l’immaginario di chi deve organizzare un meeting di lavoro colpendo al cuore gli ospiti stranieri.
Torniamo nel luminoso ristorante per degustare dolce (sono talmente belli che è un peccato dare la prima cucchiata) e il caffè che concludono un’intesa piacevolissima giornata, prima di una serie di visite in uno dei nostri nuovi ristoranti preferiti di Firenze, il Golden View, che risveglia tutti i sensi!
Informazioni pratiche
Il ristorante wine-bar Golden View è in via de’ Bardi, 58/r nel centro storico di Firenze a pochi passi dal Ponte Vecchio. In questo momento è aperto dal mercoledì al venerdì dall’ora dell’aperitivo sino a mezzanotte mentre nel fine settimana da mezzogiorno a mezzanotte.