Sabato ho prenotato per Franci un interessante laboratorio sulla storia dei cartoni animati condotto dai bravissimi animatori del Muse all’interno del Museo Novecento (piazza Santa Maria Novella 10 in centro a Firenze a due passi dalla Stazione e dal Duomo).
Siamo arrivati al Museo in anticipo e ci siamo messi ad osservare un’installazione che indicava tutti gli edifici costruiti da architetti famosi a Firenze e dintorni dal 1.900 in avanti. Tanti sono edifici e chiese che a breve intendo visitare (la Chiesa Cristiano-Ortodossa o quella a Calenzano del Michelucci) altri sono edifici davanti a cui passo tutti i giorni (il condominio in via Piagentina 29 del Savioli) o quasi (la sede de “La Nazione” ex-DADA dove lavoravo oppure le Poste centrali, a cui non avrei dato un centesimo e invece è un edificio del Michelucci). Davvero molto interessante!
Inizia il laboratorio e la docente francese spiega ai bambini innanzitutto il significato della parola ‘Novecento’ che sta a indicare un secolo, ossia i 100 anni che vanno dal 1 gennaio 1901 sino al 31 dicembre 1999 in cui sono state inventate e realizzate tutte le innovazioni che caratterizzano i tempi moderni e che ci hanno cambiato la vita: l’elettricita’, la mobilita’ (aerei, treni, ecc.), internet con PC, smartphone, tablet e, non ultimi, il cinema con i cartoni animati.
Subito dopo entriamo nel Museo e ci fermiamo davanti ad alcuni quadri che, nonostante la staticita’, hanno in sè l’idea del movimento.
Il primo quadro è l’emblema del Museo Novecento, raffigurato nei poster e nel biglietto d’accesso, ed è il bellissimo e coloratissimo (peraltro di rosso, il colore preferito da Franci) “Nitrito in velocita’” dipinto da Fortunato Depero nel 1892 per poi passare al quadro di Baccio Maria Bacci “Il tram di Fiesole” del 1913 e infine il “Camion“, l’affascinante e gigantesca opera di Titina Maselli del 1968 in cui si immagina di essere in un tunnel con le lucine della galleria e delle auto in lontananza e l’unica figura che spicca è quella del camion in viaggio.
Arriviamo nella saletta-laboratorio e iniziamo a scoprire la storia dei cartoni animanti che, un tempo, erano realizzati da tantissimi disegni differenti in pochissimi dettagli e che, fatti scorrere velocemente, davano l’idea del movimento. La scena era fissa mentre i disegni ruotavano e un pianista suonava dal vivo nel cinema durante gli spettacoli. Abbiamo visto il video del primo cartone animato della storia, il francese “Pauvre Pierrot” (“Povero Pierrot”) diretto da Émile Reynaud nel 1892 realizzato con 500 immagini individuali e dura 15 minuti, parte insieme ad altre due opere delle “Pantomine Luminose” (“Pantomimes Lumineuses”).
Non abbiamo visto un altro esempio “Alice in Wonderland” (Alice nel Paese delle Meraviglie” del 1903 (ecco il link su YouTube per chi volesse vederlo) passando direttamente alla visione del primo esempio di film animato realizzato negli Stati Uniti con la tecnica dei gessetti a simulare il movimento “Humorous phases of funny faces” realizzato da J. Stuart Blackton e pubblicato da Vitagraph nel 1906. Si vede il braccio di Blackton mentre “disegna” una serie di facce buffe, in coppia, con l’ombrello, un clown, il profilo di un uomo seduto e una bottiglia.
Abbiamo poi visto il primo esempio di cartone animato vero e proprio con un filmato che ne spiegava l’origine: “Gertie the dinosaur” realizzato nel 1914 da Winsor McCay che insieme al suo assistente John A. Fitzsimmons hanno creato 10,000 disegni su carta di riso montata su cartoncini (nel filmato c’è l’assistente che a un certo punto li fa cadere per terra). Gertie è ispirato allo scheletro di un Brontosauro esposto nel Museo di Storia Naturale di New York che è stato fatto rivivere nel corso di una cena con un gruppo di magnati americani con grande successo. Il primo classico Disney è “Biancaneve e i sette nani” uscito nel 1937.
Adesso passiamo all’azione: la docente ci mostra i FlipBook, libriccini il cui movimento è dato dallo scorrimento veloce delle pagine come in due esempi pazzeschi: il ballo di Michael Jackson e…
… “Neymar best skills” con azioni di calcio pazzesche.
Senza arrivare a queste eccellenze, quello che i bimbi devono fare, una volta dotati di un blocchetto di post-it e una matita è più simile all’animazione sottostante: ossia tante immagini che differiscono pochissimo l’una dall’altra per creare un’animazione con lo scorrimento dei foglietti.
Ci mettiamo al lavoro e spiego a Franci che deve iniziare dalla fine e, devo dire, che capisce al volo il concetto. Realizza un’animazione con un omino che sale su una montagna e la mostra alla docente che apprezza ma critica il fatto che abbia staccato le pagine del post-it (errore mio!). Ne facciamo un’altra: una farfalla che vola su un fiore e poi appare un uccellino. Franci si diverte e, al rientro a casa, mostra al papa’ le animazioni fatte e ne richiede una di un omino cgìhe si tuffa in acqua. Un altro pomeriggio ben speso e ricco di informazioni e divertimento (anche per me!)
Il costo? Al Museo speravo di poter fare la tessera annuale ma non esiste più (sigh!) allora ho fatto il biglietto giornaliero per me (8,50 euro) mentre per Francesco l’ingresso è gratuito (fino a 18 anni). Per i soci Coop o con la tessera Trenitalia si ha diritto ad entrare in due adulti al prezzo di uno (buono a sapersi!). A questo si somma il costo delle attivita’ che è scontato a 2 euro per i residenti a Firenze (io e Franci) invece di 4 euro. Vi consiglio vivamente di visitare il Museo Novecento, l’unico museo di arte moderna di Firenze. Non siamo ancora arrivati al contemporaneo ma col Museo Novecento iniziamo ad avvicinarci 🙂