Una visita al Museo degli Innocenti, restaurato e inaugurato a giugno 2016, è un’appassionante ricostruzione di un passato non così lontano per l’infanzia abbandonata. L’architettura progettata dal Brunelleschi, i deliziosi putti dei della Robbia e le opere d’arte del Museo con la caffetteria panoramica sulla terrazza quattrocentesca rendono imperdibile la visita a questa struttura unica in tutto il mondo.
La storia dell’infanzia tra architettura e arte
Ad agosto abbiamo fatto la tessera FAI per famiglie (vedi qui) e mi sono subito iscritta a tantissime visite guidate organizzate a Firenze in luoghi aperti al pubblico (come il Museo degli Innocenti, di cui avevo perso l’inaugurazione post-restauro) oppure riservati ai soci (qui la FAI Marathon). La visita guidata è stata splendidamente condotta dal professor Ulisse Tramonti del dipartimento di Architettura, responsabile di progetti europei e autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
L’invito alla visita guidata al Museo degli Innocenti riportava testualmente: “Aperto alla fine di giugno, lo spazio museale riesce a unire insieme arte, architettura e storia dell’infanzia. Al piano seminterrato si raccontano le vicende e l’evoluzione dell’Istituto degli Innocenti, al pianoterra il percorso museale ricostruisce i vari interventi di ristrutturazione dell’edificio, mentre al secondo piano la galleria ospita le opere d’arte più preziose: Botticelli, Ghirlandaio, Luca e Andrea della Robbia, ecc. La terrazza quattrocentesca, infine, ospita una caffetteria letteraria.”
Il progetto architettonico del Brunelleschi
La visita parte dal portico interno progettato Brunelleschi con l’innalzamento delle prime colonne del portico documentato nel 1421. Presenta l’impianto classico degli ospedali medievali adibito all’accoglienza all’esterno, l’abituro dei fanciulli e l’ospedale e la chiesa interni. Si tratta della prima opera rinascimentale a Firenze con intonaco bianco in pietra serena e una proporzione perfetta, realizzata grazie al generoso lascito testamentario del mercante pratese Francesco Datini (10.000 fiorini). Il terreno fu comprato dagli Albizi e affidato all’Arte della Seta, opera di cui faceva parte il Brunelleschi a cui succede Francesco Della Luna che si occupa della realizzazione del chiostro delle donne e della parte superiore portico, lo stenditoio. I bambini abbandonati passarono da 800 da fine ‘400 a 3.000 di cui il 50% periva a causa della scarsa igiene, affidati a balie che spesso erano le madri occulte. Negli anni ’70 il Morozzi dopo l’alluvione murò il portico per necessità di spazio ma adesso è stato ripristinato come all’inizio.
La storia dell’infanzia abbandonata
La storia dell’Istituto è dotata di documentazione accurata conservata nei libri della muraglia (a breve sarà visitabile anche l’archivio). La prima bambina accolta è stata Agata Smeralda nel 1445 e tanti bambini, ma soprattutto bambine (nelle famiglie povere i ragazzi erano manodopera utile), sono state accolte sino al 1870 anno in cui fu chiusa la ruota. Alcune bambine sono poi ritornate a lavorare come balie dopo essere state a servizio da famiglie nobili per costruirsi la dote.
La struttura era davvero all’avanguardia all’epoca perchè i diritti dell’infanzia sono un concetto recente. Nel Museo sono visibili qua e là alcune foto realizzate da Brogi per la Fiera Internazionale di Parigi (l’Expo) del 1900 che premiò l’Istituto degli Innocenti come miglior ospedale per fanciulli in Europa. Nell’istituto i bambini imparavano a leggere e scrivere, evolvendo dalla condizione di analfabetismo, poi ai maschi venivano insegnate l’arte e la letteratura mentre alle femmine la tessitura della seta e la produzione di fiori di carta.
Il pian terreno è una testimonianza dell’infanzia con una sala di grande impatto piena di cassettini con le medagliette, le immagini e i ricordi che le mamme costrette ad abbandonare i propri bimbi lasciavano loro. Dei touch-screen consentono di visualizzare la scheda dei bambini che indica stato di salute, nome, ecc. Il cognome veniva assegnato d’ufficio in modo abbastanza monotono: Innocenti, Innocentini oppure Trovato, Esposito, Casadio ecc in altre regioni sino all’epoca napoleonica poi furono dati cognomi meno riconoscibili).
Le opere d’arte del Museo
Tra le opere d’arte presenti nel Museo degli Innocenti, ben 80 tra cui spiccano quelle di Sandro Botticelli, Bartolomeo di Giovanni, Piero di Cosimo e Giovanni del Biondo, ci sono anche delle opere di trovatelli che avevano appreso l’arte della pittura tra cui Innocenti di Orbetello e Naldini. E sculture lignee verniciate perchè sembrassero bronzee, madonne votive di stile gotico internazionale, la prima opera in ceramica invetriata inventata da Luca della Robbia con i caratteristici colori bianco e azzurro. Abbiamo avuto il piacere di vedere le lune con gli Angeli dei fratelli della Robbia durante il restauro, un lavoro straordinario realizzato dall’Opificio Pietre Dure (in particolare si devono notare gli occhi dei neonati). Un’opera molto cara fu commissionata al Ghirlandaio pagata 150 fiorini con 15 di penalità per l’eventuale ritardo nella consegna e un dipinto di Neri di Bicci di proporzioni italiane presenta uno sfondo di Roma col gusto del dettaglio di derivazione fiamminga (il primo paesaggio nella pittura fiorentina).
Il Caffè del Verone sulla terrazza panoramica
Salendo le modernissime ed essenziali scale bianche siamo arrivati alla terrazza dell’Istituto con un’incredibile vista panoramica di Firenze e un’elegante caffetteria letteraria, il Caffè del Verone, ad accesso libero non solo ai visitatori del museo con la sua struttura trasparente e flessibile per poter essere aperta o chiusa a seconda del clima. Uno spazio che farà concorrenza alla Caffetteria delle Oblate (ma i prezzi sono decisamente più alti) dove portare a dare uno sguardo a Firenze dall’alto sorseggiando un buon caffè o un aperitivo gli amici che vengono da fuori per impressionarli positivamente.
Informazioni pratiche
Il Museo degli Innocenti è presso l’Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata 12 nel centro storico di Firenze ed è aperto dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 19 con biglietto gratuito per i bambini sino a 11 anni e a partire da 5 euro per gli adulti (qui tutte le casistiche).
[…] arte, sì, ma tratta della storia dell’infanzia abbandonata di un tempo (non molto lontano). (qui il mio post in […]