Eva Parigi e Matteo Zetti sono coppia nella vita e nella professione: architetti di formazione hanno sviluppato una passione per il design. Architettura e design hanno preso forma nel piccolo studio di design ZP Studio di Firenze, attività che, insieme alla formazione, portano avanti con … gentilezza.
Chi sono Eva e Matteo e di cosa si occupa ZP Studio
Siamo architetti di formazione, ma sviluppiamo fin dagli esordi una passione parallela per il design. Felici di portare avanti questa delicata dicotomia, e supportati da validi collaboratori, ci dividiamo tra molteplici progetti di lavoro e di vita, cercando di mantenere sempre uno sguardo gentile sul mondo.
Lo studio, da poco trasferito dal centro di Firenze alle sue dolci colline, nasce nel 2003 sulla scia delle molteplici collaborazioni ed esperienze personali dei due fondatori (Eva e Matteo). Con il nostro staff ci occupiamo di produzioni indipendenti di design, collaborazioni con aziende del prodotto, progetti di interior design principalmente per clienti retail e strutture alberghiere.
Quali progetti di Architettura vi sono rimasti nel cuore?
Tutti i progetti a cui ci siamo dedicati sono stati gratificanti, in particolare quelli in cui abbiamo potuto seguire ogni aspetto della progettazione, dalla scatola architettonica fino al più piccolo dettaglio di finitura e decorazione.
Facciamo parte di quella generazione di progettisti che ha sognato in grande dal punto di vista dell’architettura: come studenti ci siamo cimentati con il sogno delle mega strutture urbane, quelle che dagli anni ’90 in poi sono state realizzate per davvero, ma solo in Francia, Olanda, UK.
Quella impostazione accademica è stata comunque fondamentale per noi, perché ci ha abituato ad andare in fondo in qualunque tipo di progetto, e a credere che il progetto possa modificare il presente a qualunque scala: è questo il nostro sogno.
A cosa è ispirato il design dei vostri oggetti?
L’ispirazione viene dalla costante osservazione di immagini, oggetti, eventi di attualità, persone, letture, articoli di giornale, che ci colpiscono e su cui si fissa la nostra attenzione; poi ci scambiamo osservazioni in un brainstorming naturale e continuo, e quando da questo flusso emerge un’idea che ha un senso compiuto, qualcosa che non è mai stato detto fino ad ora, afferriamo i lapis e disegniamo. I nostri oggetti preferiti sono quelli che hanno la caratteristica di suggerire molteplici usi, con la massima semplicità dei gesti.
Nel corso degli anni abbiamo partecipato a vari concorsi di progettazione, in Italia e all’estero, e in qualche caso ricevuto premi e menzioni; ma più di questi, il commento al nostro lavoro che ci ha fatto più piacere è stato quello di una signora, tra il pubblico presente ad un talk in cui eravamo invitati per parlare del rapporto tra tradizione e innovazione nel design; la signora ci ha definiti “persone illuminate” e questo ci è sembrato di grande buon auspicio, dovendo progettare proprio delle lampade.
In che modo promuovete e vendete le vostre collezioni?
Come progettisti ed editori di collezioni in serie limitata, ci appoggiamo esclusivamente a brand di vendita online che cercano esattamente questo tipo di produzione, e assecondano i tempi di realizzazione un po’ più lunghi del normale, offrendo in cambio al cliente la possibilità di personalizzare la richiesta tramite produzioni “custom”.
Per promuovere le nostre novità, fondamentali sono le fiere specializzate, il salone del mobile (il Fuorisalone) e le mostre come Operae (e, quando c’era, Source). In queste occasioni abbiamo la possibilità di testare direttamente davanti al pubblico e ai buyer e galleristi la validità dei nostri prodotti. Qui abbiamo capito che la cosa più affascinante in assoluto, per l’acquirente, è sempre il poter conoscere, talvolta “sentire” la storia dell’oggetto e della sua realizzazione, e per questo cerchiamo sempre di raccontarla, talvolta attraverso le stesse voci degli artigiani che hanno realizzato gli oggetti.
Cosa vorreste trasferire ai ragazzi della vostra esperienza?
Cerchiamo sempre di trasmettere agli studenti l’abitudine a ricercare, andare a fondo alle questioni, non fermarsi alla prima “soluzione” e avere sempre la curiosità per sperimentare nuove strade, siano esse per il funzionamento di un giunto, di un dettaglio, o per la costruzione di uno spazio.
Questo lavoro di approfondimento e ricerca sul progetto è fondamentale, e se si riesce ad acquisirlo da studenti poi resterà come metodo di lavoro, e valido strumento per affrontare ogni sfida professionale.
E poi, quello che ricevi in cambio dall’insegnamento è impagabile: l’energia che si riceve dal contatto con l’entusiasmo genuino dei giovani, è una cosa preziosa. Fa imparare.
Quali sono i vostri sogni nel cassetto?
Come architetti e designer sicuramente l’obiettivo è di scoprire sempre nuovi materiali, e conoscere nuovi mercati. Su questo stiamo lavorando ora, e forse tra un anno saprò dirti se ciò avrà portato a qualche nuovo traguardo. In generale, il nostro lavoro sarà sempre più orientato verso la sostenibilità.
Come persone, siamo sempre più convinti dell’importanza di portare avanti una sorta di… ecologia dei comportamenti. Ovvero: a cosa serve proclamarsi eco, green o progressisti, se nel quotidiano continuiamo a tollerare, o peggio ancora praticare atteggiamenti scorretti? C’è bisogno di una ri-educazione collettiva alla civiltà e alla gentilezza.
Grazie Eva e Matteo per il tempo che avete dedicato a Lifeblogger e, soprattutto, dei messaggi che ci avete dato come professionisti e come … persone. Devo farne tesoro anch’io perchè spesso mi faccio prendere dall’ansia e dalla fretta o sono poco tollerante verso chi mi rallenta o mi ostacola. E allora sbrocco. Invece dovrei iniziare ad allenare la gentilezza.
Grazie, vulcanica Laura! Troppo buona…(ora abbiamo il dovere di essere gentili sempre al 100% ;))!
Grazie a voi. Devo imparare da voi. Io sono gentile ‘dentro’ ma ho un approccio troppo diretto e mi infiammo in fretta. Devo sforzarmi di fare le stesse cose in modo più pacato e, appunto, gentile.