Da mesi si vede in libreria e in autogrill il best-seller “Il magico potere del riordino” scritto da tale Marie Kondo, docente universitaria giapponese della materia (!?). Ce l’ho in mano perché un’amica che è stata nostra ospite un weekend a Lucca l’aveva terminato e me l’ha lasciato. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso già sommerso di oggetti (vestiti, libri, giocattoli, ecc.) inutili di cui riempiamo le nostre case.
Ero reduce da Taranto dove mi sono occupata del triste compito di svuotare la camera di mia mamma che ha generato 5/6 sacchi neri di vestiti consunti da buttare via (compresi quelli col numerino della casa di riposo che mi facevano tristezza) e altrettanti sacchi neri di vestiti da destinare alla Caritas. Sono rimasti in armadio e cassetti alcune camicie da notte che mia zia intende utilizzare per sé e dei vestiti vintage di sartoria con relativi accessori (guantini, cappellini, ecc.) e cappotti di marca molto belli che vorrei vendere a negozi specializzati.
In più nel corso della mia ultima trasferta a Milano-Torino-Monza ho messo in valigia jeans con T-shirt e scarpe dal nero all’arancione e ho deciso di definire alcuni colori, quelli in cui mi sento più a mio agio, e di acquistare capi esclusivamente in quei colori. Niente di originale, già tanti personaggi, ben più geniali di me, hanno pensato di indossare una sorta di divisa per destinare il tempo perso a decidere l’outfit del giorno in attività decisamente più proficue (vedi Giorgio Armani e Steve Jobs).
Ma il pezzo su tale Matilda Kahl, direttore creativo diun’agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi, che per tre anni ha indossato lo stesso outfit per andare in ufficio mi ha confermato che era la scelta giusta. Tanto già alla fine si indossano i soliti 4/5 capi e, ogni tanto, per giustificare la spesa, gli altri presenti nell’armadio. Ho solo trasformato in regola un desiderio che avevo da anni. Per non parlare delle implicazioni positive del tipo evitare gli sprechi e l’inquinamento, in un periodo di crisi come quello attuale nonchè a livello di finanze personali (ma non lo faccio per risparmiare perché i pochi capi devono essere di qualità e di tendenza perché io possa sentirmi bene).
La molla numero uno è quella di svuotare casa e velocizzare i processi decisionali la mattina o quando si viaggia quindi la praticità. Ce la farò a mantenere questa mia decisione?
[…] – sempre zeppo di bocce e boccette). Fa parte dei cambiamenti della famiglia del ‘decluttering‘ perciò per me, piuttosto difficile da […]
[…] diventare): essenziale nei colori e nello stile. Non ho liste di attività da compiere (tipo fare decluttering a casa o nel guardaroba, aiutare mio figlio a vincere un problema, dimagrire 10 chili e andare il […]
[…] che non mi annoiano, come la mia borsa che è in linea con la mia nuova palette di colori ammessa (leggi), è purtroppo giunto il tempo di cambiarla con… […]