E’ il momento giusto per visitare il Centro Pecci Prato, Museo di Arte Contemporanea che, dopo 10 settimane di chiusura, ha riaperto le sue porte al pubblico, in piena sicurezza e con una ricca programmazione. Sino al 3 giugno l’ingresso è gratuito e vale la pena visitarlo anche solo per ammirarne la struttura spaziale ed, essa stessa, contemporanea.
Centro Pecci Prato Museo di Arte Contemporanea
Un Museo di Arte Contemporanea manca a Firenze ma a pochi chilometri di distanza, a Prato, c’è il Centro Pecci che già dalla forma ‘spaziale’ ti porta nel futuro. Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato è la prima istituzione italiana progettata da zero con l’obiettivo di presentare, collezionare, documentare e supportare le ricerche artistiche di arti visive e performative, cinema, musica, architettura, design, moda e letteratura, espressioni del contemporaneo che avvicinano le persone ai grandi temi della vita e della nostra società.
Fondato negli anni Ottanta per volontà del Cavalier Enrico Pecci, e donato alla città di Prato in memoria di suo figlio Luigi scomparso prematuramente, il Centro Pecci è nato sotto forma di Associazione culturale (tra i soci Comune di Prato, Unione industriale pratese e Cassa di Risparmio di Prato). Collocato all’ingresso est di Prato, testimonia il carattere intraprendente, dinamico, proprio di una città industriale attenta alla ricerca e all’innovazione sia in ambito economico che culturale.
Il complesso è stato progettato dall’architetto razionalista Italo Gamberini e ampliato nel 2016 da Maurice Nio, è una città nella città: al suo interno ci sono 3.000 mq di sale espositive, un archivio, i 60.000 volumi della biblioteca specializzata CID/Arti Visive, auditorium-cinema, bookshop, ristorante, bistrot e teatro all’aperto. Aperto nel 1988 ha prodotto e ospitato più di 250 tra mostre e progetti espositivi, organizzato eventi speciali e promosso iniziative didattiche. La collezione del Centro Pecci comprende oltre 1000 opere che mappano le tendenze artistiche dagli anni Sessanta in poi.
La mostra The Missing Planet sui ‘tempi sovietici’
Abbiamo sfruttato la riapertura a ingresso gratuito per visitare per la prima volta il Centro Pecci Prato in occasione della mostra “The Missing Planet – Visioni e revisioni dei “tempi sovietici” dalle collezioni del Centro Pecci ed altre raccolte. Da un’idea della direttrice Cristiana Perella, si apre un nuovo programma di mostre dedicato ad approfondire temi, periodi e linguaggi della collezione del Centro Pecci, affidandone la cura ad un esperto invitato come guest curator (in questo caso Marco Scotini) affiancato dal responsabile delle collezioni e archivi Stefano Pezzato. Il risultato è stato la composizione di una ‘galassia’ delle principali ricerche artistiche sviluppate nelle ex repubbliche sovietiche tra gli anni Settanta e oggi: dalla Russia alle province baltiche, caucasiche e centro-asiatiche. Il progetto originale dell’allestimento è dell’artista Can Altay.
A trent’anni dalla caduta del muro di Berlino e dalla successiva dissoluzione dell’URSS, ci si domanda come sia cambiato il mondo in questi decenni, privato della radicale alternativa che rappresentò per 70 anni il Paese dei Soviet. Quello che sembrava un nuovo inizio, di fatto altro non era che la negazione dei valori del cosiddetto Est in favore dell’espansione dell’affermazione dell’Ovest che, da quel momento, si sarebbe rivelato onnipresente e onnipotente. Tra metafora e realtà, la mostra propone l’immaginario cosmico e utopistico dell’epopea dell’Unione Sovietica, trasformando lo spazio espositivo del museo in uno Space Shuttle, dentro al quale Solaris di Andrei Tarkovskij incontra Kunst camera di Sergei Volkov come pure Once in the XX Century di Deimantas Narkevicius.
Il progetto Extra Flags
Durante il periodo di chiusura dovuto all’emergenza COVID-19, Centro Pecci ha lanciato il progetto EXTRA FLAGS, una serie di bandiere d’artista commissionate, una a settimana, per essere issate sul pennone davanti al museo, come segnale fisico di vitalità e resistenza. In un momento in cui quasi tutto avveniva nel digitale, al contrario, le bandiere erano là fuori e reagivano al vento, alla pioggia o al sole, veicolando messaggi diversi a seconda della risposta di ciascun artista al momento drammatico e straordinario che stava vivendo. Le bandiere sono ora esposte al termine della mostra “The Missing Planet” e saranno oggetto di laboratori didattici rivolti a bambini e famiglie.
Informazioni pratiche
Il Centro Pecci è in viale della Repubblica, 277 a Prato ed è aperto dal giovedì alla domenica dalle 12 alle 20. Gli ampi spazi sono stati sanificati e riorganizzati secondo le indicazioni delle autorità con tutti i presidi di protezione personale a disposizione. Sino al 3 giugno l’ingresso sarà gratuito e contingentato (senza prenotazione) per permettere a non oltre 60 persone alla volta la presenza nel museo. Le caratteristiche del Museo Pecci, grande e spazioso, rendono semplice il distanziamento fisico e la gestione dei flussi di visitatori.