Un po’ perchè è bello inventarsi da soli i video-game invece che subirli, un po’ perchè i programmatori sono merce preziosa e trovano facilmente lavoro in tutto il mondo, non vedo l’ora di far partecipare Francesco ad una sessione di Coderdojo, specialmente da quando Giuseppe, coordinatore dell’associazione su Firenze, mi ha dato il suo OK dicendo che è perfettamente in grado.
Cos’è Coderdojo? Si tratta di una palestra, un luogo aperto e senza scopo di lucro per scoprire i segreti della programmazione in modo divertente e ludico. Ma non solo! Coderdojo è una metodologia mentale in cui l’errore è visto come step necessario per imparare ed evolvere e, in questo senso, è applicabile a tutte le materie e i settori del ‘sapere’. La parola deriva da “Coding” ossia programmare con i linguaggi alla base di ogni sistema informatico e “dojo” che, in giapponese, vuol dire “luogo della via” in cui apprendere una mentalità, un modo di rapportarsi col computer e gli strumenti tecnologici che influenzano la vita quotidiana. La programmazione è ritenuta “il nuovo Latino”, strumento di formazione in grado di insegnare allo stesso tempo un solido approccio logico ed un fondamento basico per lo studio e l’apprendimento nel resto della propria vita.
Nati nel 2011 dall’incontro tra lo studente diciottenne irlandese James Whelton (che aveva hackerato il suo iPod nano perchè si annoiava) e Bill Liao, ‘guru’ del Web e filantropo (oltre che startupper seriale), i Coderdojo sono diventati un movimento no profit che ha lanciato decine di “palestre” in tutto il mondo puntando all’insegnamento di linguaggi e tecniche di programmazione a partire dai 4 anni. Il successo del movimento è basato su un radicale nuovo approccio all’insegnamento della programmazione informatica. Non più paginoni di manuali e noiose sessioni di logica, bensì un percorso per step di complessità in diversi tutorial consecutivi (per non vincolare menti più o meno recettive alla velocità della classe). I tutorial sono basati sul classico learn-by-doing, puntando sin dai primi passi al creare basiche pagine web o applicazioni di gioco, permettendo anche ai più piccoli una visione immediata dei possibili risultati ottenibili con studio e pratica. Unica regola? Be Cool, qualsiasi cosa facciate.
Dato che sono mesi che ci provavo (senza esito, perchè in pochi minuti si esauriscono i posti) e che adesso Francesco ha l’età adatta (riesce a leggere quindi può programmare), leggo sul sito di Coderdojo Firenze la data e l’orario in cui iniziano le iscrizioni al sabato settembrino di Coderdojo all’Impact Hub Firenze e… alle 20.00, cena nel piatto e PC connesso, riesco ad iscrivermi da eventbrite alle 20.00.15
Sabato pomeriggio dopo pranzo andiamo verso l’Impact Hub e partecipiamo al tavolo di Scratch, il metodo più intuitivo adatto ai bambini più piccoli. Nel suo tavolo, ci sono altre 3 bambine (che bello vedere le bambine e non solo i bambini!) accompagnate dai papà (noi siamo l’eccezione che conferma la regola 🙂 e c’è la stampa di un manuale preso dal sito della community di Scratch (eccolo qui). Iniziamo a capire come funziona il programma creando prima un prato e un albero disegnando e usando delle forme, poi ingrandendolo e rimpicciolendolo e poi passando, di script in script, ai comandi relativi a movimenti, suoni, situazioni, controllo, sensori, operatori… ognuno dei comandi crea sequenze e le rende ripetitive sino ad ottenere quello che desideriamo dal giochino (nel nostro caso c’era una strega che suonava appena toccava il bordo del prato e delle foglie che cadevano e rimbalzavano).
Risultato? Tenendo conto che era la prima volta che Francesco toccava un PC è stato abbastanza bravo col touch pad e discretamente attento nella creazione dei comandi (che mi commissionava, però). Diciamo che tra le varie cose quello che lo attirava di più era il calcio balilla che, finalmente, si poteva utilizzare. Ma non mi lamento anche perchè la domenica mattina abbiamo riprovato a creare uno script e a lui è piaciuto ‘lavorare al computer come la mamma e il papà’. Esperimento riuscito!